Il Parco di Pinocchio rischia la chiusura? Cosa succede a Collodi


Non è un buon momento per il Parco di Pinocchio a Collodi: visitatori in calo, conti bloccati e rischio di chiusura non così improbabile: per riscattare il parco ora si profila la cordata di privati.

La fiaba di Pinocchio rischia di non avere il lieto fine. Stiamo parlando del Parco a tema sul famoso personaggio creato dall’immaginazione di Carlo Lorenzini che a Collodi (di qui il suo pseudonimo) dal 1956 onora la memoria del burattino con quello che nacque come monumento a Pinocchio per poi diventare il primo parco tematico italiano. Anche se è un museo a cielo aperto, per via delle sculture e delle installazioni disseminate sul percorso, tra fiori e vegetazione accuratamente studiata per dialogare con le opere: una delle prime esperienze di arte ambientale in Italia dove l’arte contemporanea declinata su una fiaba dell’Ottocento è protagonista. Il Parco infatti rischia la chiusura in quanto i conti della Fondazione Nazionale Carlo Collodi che lo gestisce sono in difficoltà: la vistosa diminuzione del numero dei visitatori con l’arrivo di una ingiunzione di pagamento per la tassa dei rifiuti non versata per alcuni anni, con relativo pignoramento dei conti correnti, può essere fatale.

All’orizzonte, come scrive Il Tirreno, una nuova società con l’ingresso di privati per un ampliamento su un terreno di 12 ettari adiacenti all’attuale Parco monumentale, intoccabile per vincoli della Soprintendenza, che prevede padiglioni e installazioni di arte ambientale di archistar come Zaha Hadid (recentemente scomparsa), Daniel Liebeskind, Mario Botta.

Il calo dei visitatori

Pinocchio non affascina più? È questa una pur semplice domanda che ci si pone guardando il calo dei visitatori che ogni anno varcano l’ingresso del Parco di Collodi, frazione del comune di Pescia, in provincia di Pistoia: nel 2024 (come riporta Il Tirreno) ci sono stati 68.070 ingressi, circa 26mila in meno rispetto all’ultimo anno prima del Covid, il 2019; nel 2021, nel mezzo della pandemia, i visitatori furono 48.286. Lontani i tempi quando ogni anno varcavano l’ingresso oltre 100 mila persone provenienti da tutto il mondo. Il libro della favola del burattino e di Geppetto, della fata turchina e del gatto con gli stivali, è infatti conosciuto internazionalmente con traduzioni in oltre 100 lingue, senza contare i cartoni animati, film e sceneggiati che ne hanno perpetrato le gesta anche al cinema e in televisione.

Il Parco ripercorre la trama di “Le avventure di Pinocchio” in un percorso con installazioni e scenografie che ha visto cimentarsi per la sua realizzazione artisti, architetti e artigiani per renderlo affascinante e attrattivo per i bambini e anche per gli adulti (storia e foto nel dettagliato articolo di Ilaria Baratta del 2020). Oggi però questo modello non sembra attrarre come un tempo e colpisce leggere commenti su siti di condivisione di esperienze di viaggio dove in centinaia lasciano recensioni esprimendo giudizi negativi e taglienti, criticando sopratutto la vetustà delle attrazioni e la scarsa manutenzione rispetto a un prezzo del biglietto considerato caro per l’offerta proposta. E pur raggiungendo un punteggio totale di 3 su 5 con 2173 recensioni, ce ne sono ben 450 che lo hanno giudicato pessimo, e 381 scarso. Certo non ha valore statistico (la recensione la scrive chi ne ha voglia, e non tutti), né garanzia di affidabilità, ma 830 commenti negativi incentrati tutti sulle stesse criticità sono pesanti. I giudizi non favorevoli sono compensati da 401 recensioni che indicano l’esperienza vissuta come “Eccellente”, 496 come “molto buona” e 449 la considerano “nella media”.

Non basta evidentemente solo la storia o l’essere amanti del vintage, come scrive un utente nelle recensioni, per apprezzare quello che viene definito un sito di attrazione “ormai datato” e dal costo troppo alto rispetto all’offerta per il visitatore. Ci sono genitori che lo hanno visitato 30 anni fa e che portandoci i figli lo giudicano superato ma altri che invece ci riportano i figli entusiasti consigliando di visitarlo con lo spirito giusto, cioè come l’entrare nella fiaba.

Prendiamo quello di “Martina P.” del 25 agosto 2025 dal titolo “Pessima esperienza”: “Il Parco sembra abbandonato da almeno 10 anni. Il museo interattivo quasi completamente spento, sporco e mal tenuto. Il resto del Parco ricorda il set di Jurassic Park quando si ritrovano nell’area turistica appunto abbandonata da anni e ormai in rovina. La balena è un orinatoio a cielo aperto, la casa della fatina cade a pezzi, lo spettacolo delle marionette durato 10 minuti e di dubbio gusto. Giusto mio figlio di 2 anni poteva non accorgersi del degrado perché appunto ha solo 2 anni. Il costo del biglietto è un furto legalizzato, l’unica cosa tenuta bene è lo shop. Chissà perché! Peccato perché c’erano tantissimi turisti anche stranieri... Avrebbe un grosso potenziale ma come al solito è mal gestito”.

Di diverso avviso “Mario M.” di Roma che il 20 agosto 2024 scrive una recensione dal titolo “Bellissima giornata a casa di Pinocchio”: “Parco da visitare con i bambini, perfetto per loro, decisamente meno se adolescenti. Il nostro Andrea di 6 anni si è divertito tantissimo, Federico di 14 ‘ni’. Andrea è impazzito di risate allo spettacolo dei burattini, e ha consumato il percorso avventura. Ha anche gradito il percorso tematico e il labirinto. Ha partecipato con entusiasmo al laboratorio delle 14:00 dove ha fatto un lavoretto con la pasta di sale, infine i giochi d’acqua. A lui sono piaciute anche le giostrine (che accusano un po’ di vetustà ma che hanno per questo un loro fascino) sebbene una sia guasta. All’interno i servizi igienici sono pulitissimi e il bar funziona benissimo con prezzi accessibili. Attenzione ricordatevi che non state andando a Gardaland, Disneyland e simili... se vi aspettate questo resterete delusi: è un viaggio nella favola di pinocchio illustrato da opere d’arte di artisti che hanno un fascino diverso dalla ‘giostrona made in USA’. Personalmente sono rimasto incantato dalla casetta della fata turchina”.

Parco di Pinocchio, il pescecane di Marco Zanuso. Foto: Francesco Bini
Parco di Pinocchio, il pescecane di Marco Zanuso. Foto: Francesco Bini
Il Parco monumentale di Pinocchio. Foto: Finestre sull’Arte
Il Parco monumentale di Pinocchio. Foto: Finestre sull’Arte

Il costo del biglietto

Molte recensioni fanno riferimento al costo eccessivamente alto del biglietto d’ingresso: il ticket costa 26 euro e dal 2021 ha una formula che prevede un unico biglietto per visitare le tre attrazioni presenti in loco: il Parco di Pinocchio, la Villa e Giardino Garzoni (dove passò l’infanzia Collodi in quanto qui il padre faceva il giardiniere) e la Casa delle Farfalle. C’è la formula biglietto-famiglia che per tre persone (due adulti e un bambino o un adulto e due bambini) costa 63 euro anziché 72.

Da notare che, nonostante il numero delle presenze si sia abbassato, gli incassi hanno avuto un incremento rispetto al 2019 proprio per via del biglietto accorpato per le tre attrazioni: 896.332 euro nel 2022 e 860.683 euro nel 2023, mentre gli incassi del 2019 sono stati 859.428 euro.

Pietro Consagra, Pinocchio (1963; bronzo; Collodi, Parco monumentale di Pinocchio). Foto: Finestre sull’Arte
Pietro Consagra, Pinocchio (1963; bronzo; Collodi, Parco monumentale di Pinocchio). Foto: Finestre sull’Arte

La cartella esattoriale per la Tari non pagata

In piena stagione turistica è arrivata la notizia dell’ingiunzione di pagamento alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi per la tassa sui rifiuti non versata dal 2013 al 2018, che ammontava complessivamente a circa 700 mila euro. Gli avvisi di accertamento ai fini della riscossione della Tari erano partiti dal Comune di Pescia nel 2019 a cui poi seguì un accordo transattivo per il pagamento di 300mila, e in modo rateizzato, raggiunto nel settembre 2024. Il non rispetto dell’accordo, con il mancato pagamento delle rate, ha fatto decadere la transazione e ha fatto scattare il blocco dei conti correnti della Fondazione da parte dell’ente riscossore ad agosto 2025 bloccandone di fatto l’attività non potendo pagare dipendenti o fornitori.

Il Tirreno ha ricostruito la situazione debitoria: “L’ultimo dato ufficiale che abbiamo a disposizione è quello che si evince dalla relazione del comitato direttivo, che allo scorso mese di aprile certificava un disavanzo di amministrazione di quasi 900mila euro. Nella sua relazione, il collegio dei revisori dei conti evidenziava debiti con l’Agenzia delle entrate e riscossioni per oltre 200mila euro relativi a ritenute acconto Irpef dipendenti, contributi previdenziali Inps, premi assicurativi Inail; rate di mutui; una riduzione media del 15% sul versante degli incassi per gli ingressi ai parchi e un indebitamento con le banche di quasi 1 milione e mezzo di euro. Tutto questo faceva, inoltre, dire al collegio dei revisori che il contenimento delle spese, attuato nel corso del 2024, non era stato sufficiente a ripianare la già compromessa situazione finanziaria e che sarebbe stato necessario adottare dei provvedimenti straordinari. I revisori evidenziavano inoltre come il disavanzo fosse da ascrivere non solo all’ultimo anno, ma almeno agli ultimi tre esercizi accumulando un disavanzo di amministrazione mensile di quasi 25mila euro che erodeva il patrimonio della Fondazione che per questo non disponeva di liquidità. Per Massimo Cottini, consigliere a vita della Fondazione, la situazione finanziaria è negativa almeno dal 2017”.

Parco di Pinocchio, il pescecane di Marco Zanuso. Foto: Finestre sull'Arte
Parco di Pinocchio, il pescecane di Marco Zanuso. Foto: Finestre sull’Arte
La piazza dei mosaici. Foto: Finestre sull’Arte
La piazza dei mosaici. Foto: Finestre sull’Arte

Il possibile futuro: la cordata di privati

Adesso sì che ci vorrebbe un albero degli zecchini d’oro, e sembra che a portarlo sarà una cordata di soggetti privati che insieme alla Fondazione Collodi sta dando vita a una srl che dal primo ottobre prenderà in gestione il Parrco: come riferisce sempre Il Tirreno, sarebbero della partita “il gruppo Fbh (settore della logistica) della famiglia Bertola, già proprietaria del compendio Garzoni, il gruppo Costa Edutainment (nel portfolio ha tra gli altri l’acquario e la Città dei bambini di Genova, l’acquario di Livorno, l’Italia in miniatura di Rimini, l’Acquafan di Riccione). Novità dell’ultima ora: dentro alla Newco anche la casa editrice Giunti di Firenze (ha il pregio di aver dato alle stampe la prima edizione di Pinocchio e di aver aperto nel capoluogo il Pinocchio museum experience di via Ricasoli) e poi un fondo di investimento con capitali italiani ed esteri, per ora top secret”.

Il progetto è per un ampliamento su 12 ettari con padiglioni, installazioni e percorsi divertimento con firme importanti dell’architettura. Un tentativo di rilancio da svariate decine di milioni di euro che, come si precisa su Il Tirreno, si affianca e non vuole snaturare il nucleo originario del Parco che “non è Gardaland e non è Disneyland (...) il suo vero volto è quello di un parco d’arte, un parco per giocare e per imparare. Non è insomma un parco divertimenti, dove c’è il brivido e ci si affanna nelle corse disperate. La funzione educativa viene prima di quella ludica”.

Il villaggio di Pinocchio, opera di Marco Zanuso. Foto: Finestre sull’Arte
Il villaggio di Pinocchio, opera di Marco Zanuso. Foto: Finestre sull’Arte
Osteria del Gambero Rosso. Foto: Francesco Bini
Osteria del Gambero Rosso. Foto: Francesco Bini

Un po’ di storia. Il Parco Monumentale di Pinocchio

L’idea di celebrare a Collodi il famoso burattino venne al professor Rolando Anzilotti, all’epoca sindaco di Pescia, e al Comitato per il Monumento a Pinocchio, che fecero appello al mondo dell’arte nel 70esimo anniversario dell’opera. 84 scultori risposero presentando i loro 165 progetti al concorso nazionale bandito per la realizzazione del monumento: la commissione composta da importanti nomi del Novecento come il pittore Franco Gentilini, gli scultori Italo Griselli e Giacomo Manzù, lo storico dell’arte Enzo Carli e l’architetto Giovanni Michelucci decretò la vittoria ex aequo al gruppo scultoreo “Pinocchio e la Fata” di Emilio Greco e alla “Piazzetta dei Mosaici” progettata dagli Architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi e realizzata dallo scultore Venturino Venturi.

La Piazzetta dei Mosaici non è un monumento statico e celebrativo, ma uno spazio pubblico vivo, concepito come agorà moderna, luogo di incontro e di stupore. Fu presa un’area adiacente al parco settecentesco di Villa Garzoni per delimitarla da muretti sagomati e decorati a mosaico, posti a quadrato di 30 metri di lunghezza l’uno, con scene dalla storia di Pinocchio: frammenti di vetro, pietre e marmi multicolori che compongono scene ed episodi del romanzo in un percorso che si chiude con il girotondo di tutti i bambini del mondo. Qui la narrazione non è ordinata secondo la sequenza del libro, ma segue un andamento libero, complesso e non lineare: siamo invitati a percorrere più volte i lati, a soffermarsi, a scoprire accostamenti e rimandi, costruendo ogni volta una lettura personale. Lo stile naïf e primigenio delle figure conserva la forza archetipica dei personaggi, restituendo l’essenza del racconto infantile e universale insieme. Nell’idea originaria, al centro avrebbe dovuto ergersi una statua alta cinque metri di Pinocchio-gnomone, meridiana vivente destinata a proiettare la propria ombra sulle pareti musive e a scandire il tempo del racconto. Anche la pavimentazione è tutta fatta di mosaici che riproducono, vista dall’alto, un’opera astratta. Tutto attorno siepi e un bosco di lecci.

Vicino all’ingresso, in uno spazio diverso, venne invece collocata la scultura in bronzo e acciaio di Emilio Greco (di lui Pablo Picasso ebbe a dire: “Greco è il più grande disegnatore che abbiamo in Europa”) dall’altezza di cinque metri. L’opera raffigura il percorso umano di Pinocchio, che da semplice burattino di legno si trasforma in ragazzo. Nella composizione si riconoscono tre figure centrali della celebre fiaba: in basso il burattino, plasmato dal pezzo di legno donato a Geppetto; al centro la Fata Turchina, che osserva e veglia su di lui; in alto il Falco, chiamato dalla stessa Fata per liberare Pinocchio dal suo destino di impiccagione.

Il Parco di Pinocchio è costruito, si legge nel sito, “come un percorso a sorpresa: inizia con due opere che condensano il significato della storia di Pinocchio, il monumento Pinocchio e la Fata di Emilio Greco e la Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi. Si tratta di un percorso a tappe, con sculture, edifici e sistemazione del verde dove l’adulto e il bambino interagiscono insieme per rievocare le Avventure di Pinocchio, attraverso le opere di grandi artisti del Novecento, come le sculture di Pietro Consagra – il gatto e la volpe – fino al Grande Pescecane di Zanu”.

Nel 1963 la prima integrazione al progetto con l’inaugurazione dell’Osteria del Gambero Rosso, opera dell’architetto Giovanni Michelucci per dare modo ai visitatori di avere un luogo dove ristorarsi e mangiare riprendendo la celebre osteria del libro. Con L’Osteria del Gambero Rosso, Michelucci, dopo essere stato membro di giuria per le precedenti opere, concretizza (come scrive la scheda dell’opera sul sito del Ministero della Cultura) “le suggestioni in un edificio che - per la forma del tetto, le ripetute articolazioni volumetriche e la presenza di portici e logge - appare come una singolare rivisitazione dell’immagine della casa colonica toscana. All’interno, dove trova posto un bar ristorante, il vasto spazio su due livelli della sala risulta tutto compreso al di sotto delle falde inclinate della copertura e quasi dominato dai pilastri a ventaglio in cemento armato che la sostengono: elementi che diverranno un tema costante nella ricerca architettonica michelucciana, che qui compaiono per la prima volta e dipinti in rosso, quasi a suggerire una fantastica trasfigurazione di enormi chele”. Qui è possibile visionare i bozzetti originali.

A sud del Parco nel 1972 ci fu un ampliamento con la realizzazione del ‘Paese dei Balocchi’, progettato da Pietro Porcinai su un’area verde di un ettaro al cui interno disseminare le 21 sculture in bronzo di Pietro Consagra” che rappresentano i personaggi, le situazioni e gli ambienti della fiaba e dalle costruzioni dell’architetto Marco Zanuso. Consagra e Zanuso furono i secondo classificati del concorso del 1953.

Per far dialogare in modo simbiotico le opere con la vegetazione circostante fu chiamato un architetto del paesaggio e Porcinai viene interpellato dall’architetto Marco Zanuso per la progettazione e la scelta delle piantagioni e così farà: “negli anni 1963-72”, come si legge sul sito dedicato a Pietro Porcinai: “progetterà e realizzerà il parco culturale definendo non solo il programma degli interventi fondamentali relativi alla sistemazione paesaggistica di questo area, ma durante le numerose riunioni e sopralluoghi proporrà soluzioni e darà suggerimenti anche per quanto riguarda gli aspetti architettonici e decorativi. La scelta della vegetazione è accurata e basata non solo all’adattabilità delle piante ai vari ambienti, alla loro funzionalità e facilità ed economicità di manutenzione, ma anche per sua relazione simbolica con gli elementi architettonici-scultorei che rappresentano i vari episodi della storia del burattino di legno ideato da Carlo Collodi nel ‘Paese dei Balocchi’. Così le fitte siepi di sempreverdi di Quercus ilex, Laurus nobilis e Pittosporum tobira sono scelte per sottolineare la staticità degli episodi, mentre le piante caducifoglie e le piantagioni annuali in prossimità delle sculture accentuano il movimento degli episodi. Le fioriture sono state scelte ricercando effetti cromatici suggestivi con i personaggi della favola e con gli elementi architettonici. Le soluzioni progettuali ricercate si armonizzano inoltre col magnifico paesaggio circostante in particolare col giardino settecentesco di Villa Garzoni ed il paese antico di Collodi; ed alcuni particolari del paesaggio circostante diventano volutamente funzionali per la comprensione del messaggio intrinseco coi singoli episodi della storia”.

La vegetazione include varie specie come alberi di cipresso, leccio, ulivo, noco, acacia (julibrissima) ma anche arbusti come allori, bambù, bosso, cistus, cotoneaster, corbezzoli, ginepri, ginestre, melograni, mirtus; fioriture e rampicanti di altea, gaillardia, heliantemum, iberis, potentilla, plumbago, lonicera. Nell’area iniziale del Parco troviamo, anche, il Laboratorio delle Parole e della Figure, ideato da Giovanni Michelucci e realizzato nel 1986 dall’architetto Carlo Anzilotti, dove i visitatori possono scoprire le attrazioni del M.I.P. – Museo Interattivo di Pinocchio. Nel Parco sono state introdotte alcune giostre e teatrini meccanici della prima metà del ‘900.


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Andrea Laratta

L'autore di questo articolo: Andrea Laratta

Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.



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