Scoperti in Germania duecento disegni di Giovanni Battista Piranesi, grazie a uno studente di vent'anni


Una sensazionale scoperta in Germania: sono stati ritrovati duecento disegni di Giovanni Battista Piranesi presso la Kunsthalle di Karlsruhe grazie all'intuito di Georg Kabierske, studente di vent'anni.

Prima di dare la notizia, una piccola premessa: è davvero singolare il fatto che in Italia facciano spesso rumore presunte scoperte in materia di storia dell’arte che si rivelano poi bidoni clamorosi, e passino invece inosservate altre scoperte che, pur non essendo ancora state verificate con tutti gli scrupoli del caso, hanno tuttavia riscosso notevole interesse da parte della comunità scientifica non solo per via della loro eccezionalità, ma anche e soprattutto per via della loro credibilità. Ci riferiamo, in particolare, a una scoperta di cui è stata data notizia sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine, e che riguarda circa duecento disegni che possono essere ricondotti alla mano di uno dei massimi artisti del Settecento, Giovanni Battista Piranesi (1720 - 1778). Ma prima di parlare della scoperta, vogliamo esprimere un sentito ringraziamento allo storico dell’arte Fabrizio Federici (lo conoscerete senz’altro per la bella pagina Mo(n)stre da lui gestita), che innanzitutto ha “catturato” la nostra attenzione sull’argomento, e poi ci ha aiutato a tradurre dal tedesco le fonti: sì, perché al di fuori della Germania ne parlano in pochissimi.

La scoperta dei duecento disegni di Piranesi (alcuni realizzati da lui, altri invece dal suo atélier, almeno secondo le prime analisi) si deve, pensate, a un ragazzo appena ventenne, Georg Kabierske, nato nel 1994: lo studente tedesco, un anno fa, stava compiendo un tirocinio alla Staatliche Kunsthalle (Galleria d’Arte Statale), il principale museo della città di Karlsruhe, nota ai più per i suoi edifici barocchi e per essere stata una delle ultime grandi città europee la cui costruzione risulta da una pianificazione urbanistica ben precisa e ben studiata, con le vie e i palazzi dell’assetto urbano che si dispongono a formare un ventaglio (da cui il soprannome Fächerstadt, appunto “città ventaglio”). Kabierske stava studiando alcune incisioni di Piranesi in possesso dell’istituto, ed ebbe l’idea di metterle a confronto con alcuni fogli, riuniti in due corposi album, che si riteneva fossero opera di un noto architetto tedesco vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, Friedrich Weinbrenner (1766 - 1826): dopo un soggiorno in Italia compiuto tra il 1792 e il 1796, Weinbrenner portò con sé, per scopi didattici, alcuni studi di antichi edifici e sculture realizzati appunto in Italia. Alla scomparsa dell’artista, il notevole corpus di disegni, tra quelli da lui prodotti e quelli portati da Roma, entrò nelle raccolte del Granduca di Baden (Karlsruhe era la capitale del granducato) e di qui confluì poi nella collezione della Kunsthalle.

Studiando l’opera, Georg Kabierske ha riesaminato molti dei disegni del corpus e li ha confrontati con le incisioni di Piranesi, oltre che con disegni noti (fino a prima della scoperta, era stimato in circa cinque-seicento il numero di disegni di Piranesi conosciuti): si è dunque accorto, intanto, che i fogli erano ascrivibili a mani diverse. E poi che le somiglianze con le opere di Piranesi erano molte, oltre che impressionanti. Sono state in particolare le tavole raffiguranti paesaggi con rovine, tipiche della produzione di Piranesi, a spronarlo a confronti serrati e a farlo arrivare alla conclusione che i disegni dei due album fossero da attribuire in gran parte a Piranesi e alla sua cerchia. La scoperta è stata presentata presso il Kupferstichkabinett (Galleria delle Incisioni) della Kunsthalle, alla presenza di numerosi esperti, tra cui la direttrice della Galleria delle Incisioni, Dorit Schäfer (nonché tutor di Georg durante il suo tirocinio... !), quella della Kunsthalle, Pia Müller-Tamm, e lo storico dell’arte Christoph Frank, specialista dell’arte della Roma tardobarocca. E attirando ovviamente l’attenzione degli esperti internazionali dell’arte di Piranesi. Tra questi ultimi, Andrew Robinson della National Gallery di Washington, che si è già pronunciato a favore di un’assegnazione a Piranesi di due vedute della raccolta, che ha avuto già modo di osservare: per gli altri disegni, ha dichiarato di aspettare di visionarli direttamente. E pensare che lo stesso Robinson era già stato a Karlsruhe per studiare le incisioni, ma non aveva pensato a compiere controlli più approfonditi per verificare se la Kunsthalle possedesse anche disegni di Piranesi... !

Georg Kabierske tra Dorit Schaefer (a sinistra) e Pia Mueller-Tamm (a destra)
Georg Kabierske tra Dorit Schaefer (a sinistra) e Pia Mueller-Tamm (a destra)

Kabierske, contando anche sull’aiuto di Christoph Frank, ha “collocato alcuni disegni degli album all’interno del percorso artistico piranesiano”, ci fa sapere la Frankfurter Allgemeine, riuscendo così a contestualizzare in modo coerente diverse opere e a rafforzare le proprie ipotesi. I risultati dello studio saranno pubblicati nel numero estivo della rivista scientifica americana Master Drawings, in un articolo che reca un titolo eloquente: A Cache of Newly Identified Drawings by Piranesi and His Studio at the Staatliche Kunsthalle Karlsruhe, ovvero “Una raccolta nascosta e di nuova identificazione di disegni di Piranesi e del suo studio alla Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe”.

Appare chiara anche la portata rivoluzionaria della scoperta (nell’attesa, ovviamente, che venga confermata anche da altri esperti). Si tratterebbe di aggiungere alle opere note di Giovanni Battista Piranesi un notevole corpus di disegni che aiuterà gli studiosi a inquadrare meglio la sua attività, a conoscere in modo più approfondito i suoi rapporti sia con gli altri artisti del tempo che con l’antico, e ad aggiornare il punto sulla sua influenza sulla storia dell’arte (un’influenza che è comunque già ben nota e circostanziata: ma dell’importanza dell’arte di Piranesi vi parleremo in post successivi!). E, ovviamente, si tratta di una scoperta che farà discutere. Anche se, e qui aggiungiamo una piccola nota polemica, in Italia quasi nessuno ne sta parlando. Pur trattandosi, questa volta, di una scoperta che ha suscitato vero interesse da parte degli studiosi.

E Georg Kabierske, il giovanissimo autore della scoperta, come ha reagito di fronte a questo suo sensazionale risultato? In attesa di vedere il suo studio pubblicato su Master Drawings, si è limitato a rilasciare una dichiarazione alla Frankfurter Allgemeine: ha fatto sapere che la sua intenzione è quella di continuare gli studi nel campo della storia dell’arte. E che non bisogna mai fidarsi delle attribuzioni tradizionali, ma solo e semplicemente al proprio occhio. In attesa di conoscere ulteriori dettagli sulla scoperta, non possiamo che augurare una luminosissima carriera a questo promettente giovane.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

Gli articoli firmati Finestre sull'Arte sono scritti a quattro mani da Federico Giannini e Ilaria Baratta. Insieme abbiamo fondato Finestre sull'Arte nel 2009. Clicca qui per scoprire chi siamo



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