Torna a Roma, dopo oltre un secolo, uno dei più grandi capolavori dell’arte rinascimentale italiana. In occasione del Giubileo del 2025, infatti, la celebre Bibbia di Borso d’Este (qui un dettagliato approfondimento) sarà esposta nella Biblioteca del Senato, a Palazzo della Minerva, dal 14 novembre 2025 al 16 gennaio 2026, nell’ambito della mostra intitolata Et Vidit Deus Quod Esset Bonum – La Bibbia di Borso d’Este. Un capolavoro per il Giubileo. La mostra è promossa dal Senato della Repubblica in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Cultura, le Gallerie Estensi, il Commissario Straordinario per il Giubileo e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani.
L’iniziativa rappresenta una celebrazione del patrimonio artistico e spirituale del Paese, dal momento che riporta nella Capitale un’opera che, per valore e storia, costituisce un simbolo della rinascita culturale italiana del Quattrocento e del mecenatismo estense. La Bibbia di Borso d’Este fu realizzata tra il 1455 e il 1461 per volontà del duca Borso d’Este, signore di Ferrara, Modena e Reggio. A eseguirla furono il calligrafo Pietro Paolo Marone e da una squadra di miniatori guidati da Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, artisti di straordinario talento che diedero vita a uno dei più raffinati esempi dell’arte della miniatura rinascimentale. Il manoscritto, composto da due volumi di pergamena finemente decorata, unisce il valore sacro del testo biblico alla magnificenza delle sue illustrazioni, che rivelano la maestria tecnica e l’intensità simbolica della scuola ferrarese.
Ogni pagina è un capolavoro a sé: le miniature, ornate da cornici con motivi vegetali, figure allegoriche e scene narrative, dialogano con il testo sacro in un equilibrio perfetto tra devozione e bellezza. Nelle tavole si riconoscono echi dell’arte di Pisanello, Donatello, Mantegna e Piero della Francesca, ma anche e soprattutto l’influenza dei maggiori pittori ferraresi dell’epoca, come Cosmè Tura, Michele Pannonio e Francesco del Cossa, che contribuirono a definire il linguaggio artistico del Rinascimento padano.
Conservata oggi alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena, la Bibbia di Borso d’Este è esposta solo in rarissime occasioni, a causa della sua fragilità e del valore inestimabile del manufatto. L’evento romano, che coincide con il centenario della sua prima presentazione pubblica nella città di Modena, offrirà quindi al pubblico una rara opportunità per ammirare da vicino un’opera che è insieme documento di fede, testimonianza storica e summa dell’arte decorativa italiana.
Il ritorno del manoscritto a Palazzo della Minerva assume inoltre un significato altamente simbolico. Fu infatti in questo stesso luogo che, nel 1923, il mecenate e imprenditore Giovanni Treccani decise di acquistare la Bibbia di Borso d’Este, salvandola dalla dispersione. L’incontro decisivo avvenne con il filosofo e ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile, che convinse Treccani a farsi carico dell’acquisto per restituire l’opera al patrimonio dello Stato italiano. La donazione venne formalizzata proprio a Palazzo della Minerva, con un atto sottoscritto il 3 novembre 1923, cofirmato da Gentile e Treccani. Da allora, la Bibbia è divenuta parte integrante del fondo della Biblioteca Estense, simbolo di un gesto di mecenatismo civile e culturale tra i più significativi del Novecento.
L’esposizione romana celebra dunque non solo la bellezza del manoscritto, ma anche la storia della sua riscoperta e della sua restituzione alla collettività. L’iniziativa rievoca un legame profondo tra cultura e istituzioni, sottolineando il ruolo che la conoscenza e la tutela del patrimonio artistico hanno avuto e continuano ad avere nella costruzione dell’identità nazionale.
Il titolo della mostra, “Et Vidit Deus Quod Esset Bonum” (“E Dio vide che era cosa buona”), cita il passo della Genesi che scandisce i giorni della Creazione, alludendo alla perfezione e all’armonia del mondo voluto da Dio. Un richiamo che rispecchia la visione umanistica dell’opera e la sua capacità di unire spiritualità e arte, fede e bellezza, in un equilibrio che caratterizza l’intera stagione rinascimentale.
Durante il periodo di apertura, la mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, con ingresso libero, così da consentire al maggior numero possibile di persone di accedere a un patrimonio normalmente inaccessibile.
La Bibbia di Borso d’Este è considerata una delle più alte testimonianze dell’arte libraria di tutti i tempi. Il suo valore non risiede solo nella straordinaria fattura materiale, ma anche nella sua funzione simbolica: rappresenta il culmine di un’epoca in cui la committenza nobiliare e religiosa investiva nell’arte come forma di devozione e di affermazione culturale. Il lavoro dei miniatori e del calligrafo esprime un ideale di bellezza che è allo stesso tempo intellettuale e spirituale, un linguaggio universale che ha attraversato i secoli e che ancora oggi suscita meraviglia e ammirazione.
| Titolo mostra | Et Vidit Deus Quod Esset Bonum – La Bibbia di Borso d’Este. Un capolavoro per il Giubileo | Città | Roma | Sede | Palazzo della Minerva | Date | Dal 14/11/2025 al 16/01/2026 | Temi | Arte antica |
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