Alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone è in corso fino al 4 maggio 2025 la mostra Italo Zannier - Io sono io. Fotografo nella storia e storico della fotografia, a cura di Marco Minuz e Giulio Zannier.
Italo Zannier (Spilimbergo, 1932) è una figura di spicco nel panorama culturale italiano: intellettuale, docente, curatore di mostre, collezionista e fotografo. È stato il primo a ottenere una cattedra di Storia della fotografia in Italia, contribuendo in maniera determinante al riconoscimento della disciplina nel nostro paese. Per la prima volta, in questa mostra che vuole esplorare proprio la varietà e la profondità del suo impegno e della sua passione per la fotografia, vengono riunite le molteplici attività che Zannier ha svolto nel corso della sua lunga carriera.
Il percorso espositivo ripercorre le sue principali esperienze, a partire dalla partecipazione al movimento neorealista. Grande appassionato di cinema, si cimenta inizialmente con cortometraggi in Super 8, per poi dedicarsi interamente alla fotografia.
Nel 1955, Zannier redige il manifesto del Gruppo friulano per una nuova fotografia, di cui fanno parte fotografi del calibro di Carlo Bevilacqua, Toni Del Tin, Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin e Nino Migliori, oltre ai suoi concittadini Gianni e Giuliano Borghesan e Aldo Beltrame. Questo gruppo è tra i primi in Italia a proporre una fotografia innovativa, superando l’estetizzazione dello scatto e puntando su una ricerca sperimentale e analitica.
Le fotografie di Zannier si distinguono per il loro “racconto critico”, che emerge dai personaggi, dagli ambienti e dagli oggetti immortalati, rivelando anche una profonda attenzione alla dimensione sociale e ai luoghi. Questo approccio trova espressione soprattutto nell’ambito dell’architettura, dove Zannier documenta il territorio friulano, sospeso tra tradizione e cambiamento. Le sue immagini testimoniano la vita di un’intera comunità, catturandone le trasformazioni nel tempo.
Emblematica è la sua serie delle diacronie, conclusa nel 1976, in cui Zannier torna a scattare nei medesimi luoghi e con gli stessi parametri di vent’anni prima, evidenziando il trascorrere del tempo. Queste opere acquisiscono un valore ancora maggiore per il terremoto che successivamente distrusse molti dei luoghi fotografati.
Il suo rapporto con l’architettura si estende anche attraverso collaborazioni con importanti riviste come Il Mondo, Comunità, Casabella e Domus. Dal 1971, Zannier è il primo in Italia a insegnare Storia della fotografia in ambito accademico, ricoprendo incarichi presso lo IUAV e Ca’ Foscari di Venezia, al Dams di Bologna, all’Università Cattolica di Milano e in altre università italiane. Oltre all’attività didattica, Zannier ha pubblicato numerosi libri, saggi e articoli, collaborando con riviste specialistiche come L’Architettura “cronache e storia”, Camera, Photo Magazine e Fotografia Italiana – Il Diaframma. È stato anche curatore di importanti collane editoriali, come Fotologia “Studi di storia della fotografia” e Fotostorica “gli archivi della fotografia”.
Dopo oltre trent’anni, Zannier torna a fotografare con rinnovato entusiasmo, concentrandosi su temi legati alla globalizzazione e alla standardizzazione della contemporaneità, come nel progetto Veneland.
La mostra analizza anche la sua prolifica produzione saggistica, con oltre seicento opere, e il suo ruolo nella curatela di esposizioni, tra cui la sezione fotografica della mostra The Italian Metamorphosis al Guggenheim di New York (1994) e L’io e il suo doppio alla Biennale di Venezia. Inoltre, viene celebrato il suo imponente progetto editoriale Coste e Monti d’Italia, sostenuto dall’ENI, che tra il 1967 e il 1976 ha dato vita a nove volumi.
L’esposizione è promossa dal Comune di Pordenone, ha il patrocinio del Ministero della Cultura e il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Titolo mostra | Italo Zannier - Io sono io. Fotografo nella storia e storico della fotografia | Città | Pordenone | Sede | Galleria Harry Bertoia | Date | Dal 22/12/2024 al 04/05/2025 | Artisti | Italo Zannier | Curatori | Marco Minuz, Giulio Zannier | Temi | Fotografia |