Gillo Dorfles alla Paula Seegy Gallery di Milano: ibridi e personaggi tra arte e critica


La Paula Seegy Gallery ospita fino al 31 gennaio 2026 la mostra curata da Martina Corgnati che ripercorre oltre sessant’anni di produzione di Gillo Dorfles, tra pittura, grafica, scultura e ceramica, evidenziando l’originale approccio dell’artista e critico.

Prosegue fino al 31 gennaio 2026 alla Paula Seegy Gallery di Milano la mostra Gillo Dorfles. Ibridi e personaggi dedicata a Gillo Dorfles, curata da Martina Corgnati, che offre una panoramica estesa e approfondita della produzione artistica e teorica dell’autore. L’esposizione presenta lavori su carta e tela, sculture, piatti e ciotole in ceramica, coprendo un arco temporale che va dal 1946 al 2013. La selezione delle opere consente di osservare oltre sessant’anni di ricerca, evidenziando la capacità dell’artista e intellettuale di muoversi attraverso epoche, movimenti e discipline con una costante autonomia di pensiero, accompagnata da lucidità e ironia.

Il percorso espositivo privilegia il mondo iconografico di Dorfles, caratterizzato da figure ibride, segni fluttuanti, arabeschi cromatici e personaggi metamorfici. Le figure, presenti sia nelle tele che nelle ceramiche, testimoniano una visione poetica e al tempo stesso analitica della realtà. Martina Corgnati descrive l’esperienza offerta dalle opere come un balsamo salutare per gli occhi, sottolineando la combinazione di leggerezza, intelligenza e gusto che contraddistingue l’autore. La peculiarità di Dorfles risiede nella cosiddetta “lateralità”, un atteggiamento critico che lo pone al margine dei linguaggi dominanti e delle norme accademiche, permettendogli di anticipare tendenze e di individuare connessioni tra arte, design, moda e comunicazione. Dagli esordi a Trieste fino alle produzioni più recenti, la mostra segue le diverse fasi della carriera di Dorfles.

Gillo Dorfles, Il fustigatore (2007; acrilico su tela, 50x70 cm)
Gillo Dorfles, Il fustigatore (2007; acrilico su tela, 50 x 70 cm)
Gillo Dorfles, Due schieramenti (2001; acrilico su tela, 160x120 cm)
Gillo Dorfles, Due schieramenti (2001; acrilico su tela, 160 x 120 cm)
Gillo Dorfles, Lumacone (2004; acrilico su tela, 100x80 cm)
Gillo Dorfles, Lumacone (2004; acrilico su tela, 100 x 80 cm)

Tra le opere esposte si segnalano Un occhio, una mano (1989), Trafitto (1992), Due schieramenti (2001) e un ritratto creativo di Sigmund Freud (2005), oltre a una grande scultura in vetroresina. Tutte le opere mostrano un equilibrio tra libertà del gesto e precisione formale, oscillando tra gioco, riflessione e intuizione poetica. Particolare rilievo assume il personaggio Vitriol, introdotto nei taccuini di Dorfles a partire dal 2010, associato all’acronimo alchemico Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem. Vitriol simboleggia un viaggio interiore nelle zone oscure della psiche, rappresentando l’attenzione dell’artista alla dimensione simbolica e concettuale del proprio lavoro.

La mostra restituisce anche il ruolo di Dorfles come teorico e critico, la cui riflessione sul kitsch, sull’estetica del mito e sulle oscillazioni del gusto ha influenzato la comprensione della modernità visiva. Dagli anni Sessanta, l’attività di insegnamento in estetica presso università italiane ha consolidato il suo ruolo di riferimento per la critica e la teoria dell’arte, mentre dagli anni Ottanta l’artista riprende la produzione pittorica e grafica, già iniziata nei decenni precedenti. La varietà dei linguaggi presenti nella mostra riflette l’unità di pensiero tra filosofo dell’estetica e artista visivo, tra critico e visionario capace di osservare le vibrazioni della contemporaneità. Le opere documentano schemi formali ricorrenti, considerati dall’autore progenitori di espressioni grafiche consce e inconsce, mostrando come la mano e l’idea si incontrino nel lavoro di Dorfles. La libertà espressiva e l’acuta capacità di analisi rappresentano elementi costanti lungo l’intero arco della carriera dell’artista, dalla pittura giovanile fino alle ricerche più recenti in ceramica e scultura.

Note sull’artista

Nato nel 1910 a Trieste, trascorre l’infanzia a Genova per trasferirsi successivamente a Milano, dove completa gli studi universitari in medicina a Roma. Dopo la laurea in neuropsichiatria nel 1934, Dorfles intraprende parallelamente una carriera di critico e saggista collaborando con testate come La Rassegna d’Italia, Le Arti PlasticheLa Fiera LetterariaIl MondoDomusAut AutThe Studio e The Journal of Aesthetics. Gli inizi pittorici degli anni Trenta nella Trieste cosmopolita segnano la nascita di immagini dense di simboli e tensioni psicologiche, elementi che prefigurano l’universo visivo dell’artista. La fondazione, alla fine degli anni Quaranta, del Movimento Arte Concreta (MAC) insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet, rappresenta un momento chiave per la definizione di uno stile personale, dove si combinano astrattismo e sperimentazione formale. Negli anni successivi emergono gli “ibridi” e i “personaggi” che diventano ricorrenti nella produzione di Dorfles, figure oscillanti tra astrazione e caricatura e animate da tavolozze vivaci, che spaziano dai verdi acqua ai rosa confetto e fucsia, fino agli azzurri infantili.

La carriera di Dorfles, morto nel 2018 a Milano a 107 anni, è segnata da un’intensa attività teorica e critica, con pubblicazioni fondamentali come Discorso tecnico delle arti (1952), Le oscillazioni del gusto (1958), Il divenire delle arti (1959), Ultime tendenze nell’arte d’oggi (1961), Nuovi riti, nuovi miti (1965), L’estetica del mito (1967), Artificio e natura (1968), Kitsch. Antologia del cattivo gusto (1968), Elogio della disarmonia (1986), L’intervallo perduto (1988) e Itinerario estetico (2011). In anni più recenti sono stati pubblicati il Catalogue raisonné (2010) e Gli artisti che ho incontrato (2015), raccolta di saggi sull’arte contemporanea che documenta l’intera carriera dell’autore. Le mostre dedicate a Dorfles si sono susseguite in numerose sedi italiane e internazionali, tra cui Milano (PAC, 2001; Palazzo Reale, 2010; Fondazione Marconi, 2014), Bologna (Circolo Artistico, 2002), Trieste (Museo Revoltella, 2007), Chiasso (Max Museo, 2010), Rovereto (Mart, 2011), Urbino (Casa Raffaello, 2014) e Roma (Macro, 2015). L’esposizione alla Paula Seegy Gallery si inserisce in questo percorso, offrendo un’analisi coerente e dettagliata della produzione di uno degli artisti e critici più significativi del panorama italiano del Novecento e dei primi decenni del XXI secolo. Le opere rimangono accessibili al pubblico dal martedì al sabato, dalle 12 alle 19, presso la sede di via San Maurilio 14 a Milano, fino al 31 gennaio 2026.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraGillo Dorfles. Ibridi e personaggi
CittàMilano
SedePaula Seegy Gallery
DateFino al 31/01/2026
ArtistiGillo Dorfles
CuratoriMartina Corgnati
TemiArte contemporanea

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