Milano, allo spazio Ordet la prima personale italiana di Beatrice Gibson


Fino al 15 febbraio, lo spazio Ordet di Milano ospita ’Dream Gossip’, prima personale italiana dell’artista e regista franco-britannica Beatrice Gibson: vengono presentati tre film che esplorano il sentimento, il sogno e l’intimità come strumenti collettivi per un presente politico turbolento.

Inaugurata il 12 gennaio, allo spazio Ordet di Milano, Dream Gossip, è la prima personale in Italia dell’artista franco-britannica Beatrice Gibson (Londra, 1978). La mostra, visitabile fino al 15 febbraio, è il primo degli eventi che presentano al pubblico italiano Dreaming Alcestis, l’ultima opera della pluripremiata artista e regista, commissionata dal Museo Civico di Castelbuono in partnership con l’Hayward Gallery Touring del Southbank Centre per il British Art Show 9, e realizzata grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito dell’Italian Council (2021).

La mostra prende il titolo da una rubrica sui sogni della poetessa Alice Notley su Scarlet, rivista di poesia newyorkese degli anni Novanta, auto-pubblicata da Notley e dal suo defunto marito, il poeta Douglas Oliver, nel loro appartamento a St Mark’s Place. Dream Gossip raccoglieva i sogni scandalosi della comunità poetica e la loro apparizione, accanto ad articoli, poesie ed editoriali sulla crisi dell’AIDS e la Guerra del Golfo, attestano la profonda convinzione di Notley nella potenza politica del sentimento e del sogno.

I tre film in mostra Deux Soeurs Qui Ne Sont Pas Soeurs (2019), Dreaming Alcestis (2022) e Dear Barbara, Bette and Nina (2020) esplorano il sentimento, il sogno e l’intimità come strumenti collettivi per un presente politico turbolento. Basato su una sceneggiatura originale di Gertrude Stein, Deux Soeurs Qui Ne Sont Pas Soeurs presenta due sorelle (che non sono sorelle), due gravidanze, un’auto a due posti, una reginetta di bellezza, due barboncini e l’elezione di un fascista. Il film inizia con una nota onirica: una donna simile a un fantasma guarda fugacemente la telecamera, i suoi capelli d’argento sono mossi dalla brezza. La donna è la stessa Notley, la cui poesia pionieristica sulla maternità, il quotidiano, i sogni e l’inconscio è una presenza costante nel recente lavoro di Gibson.

I film di Beatrice Gibson sono noti per essere profondamente evocativi, e intrecciano relazioni fuori e dentro lo schermo. Deux Soeurs, ad esempio, presenta non solo madrine intellettuali e artistiche come Notley e Stein, ma anche figure contemporanee e amicizie che hanno ispirato e reso possibile la vita lavorativa dell’artista, come le registe Ana Vaz e Basma Alsharif, l’artista Adam Christensen e Diocouda Diaoune, la prima baby sitter del figlio di Gibson.

A livello formale, Deux Soeurs evita la narrativa convenzionale a favore di un montaggio onirico e associativo. I personaggi del film non parlano tanto quanto vibrano e pulsano emotivamente, seguono il battito dell’esistenza. La sceneggiatura ellittica di Stein diventa lo stimolo per esplorazioni personali su concetti come eredità, responsabilità, etica e futuro. Questo interesse di Gibson per la politica del sentimento o dell’emozione, per il movimento e l’impatto emotivo, infonde anche il secondo lavoro in mostra: Dreaming Alcestis. Il film, co-diretto con il compagno Nick Gordon e scritto a quattro mani con Maria Nadotti, spinge ulteriormente il carattere onirico del suo lavoro, esplorando il sentimento allo stato puro. Presentato come un’installazione immersiva, Dreaming Alcestis è un’opera profondamente sperimentale, la meno cerebrale o forse la più somatica dell’artista. Due personaggi, che sognano collettivamente una regina morta da tempo (o forse vengono sognati da lei), sono ripresi in lunghe sequenze, come in tempo reale, rifratte olograficamente, infuse e interrotte dai suoni della città e del mare.

Una riflessione poetica sul vivere e morire in un’epoca di calamità e migrazioni, Dreaming Alcestis scava a fondo nell’antica protagonista di Euripide come guida ancestrale, documentando attraverso la dimensione onirica il trasferimento di Gibson e Gordon dalla Gran Bretagna post-Brexit a Palermo, in un periodo di brutale riassetto politico e sociale.

Un terzo e ultimo film completa la mostra. Girato sempre a Palermo all’inizio del 2020, Dear Barbara, Bette and Nina è una missiva a Barbara Loden, Nina Menkes e Bette Gordon, tre cineaste che hanno influenzato profondamente il lavoro di Gibson. Il film traccia una linea attraverso una serie di madrine intellettuali, contemporanee e amiche, citando queste figure come fonte di ispirazione, postulando una politica collettiva di rifiuto.

Deux Soeurs Qui Ne Sont Pas Soeurs è stato commissionato da Mercer Union, Toronto; Bergen Kunsthall, Borealis Festival, Bergen; Camden Arts Centre, Londra; e KW Institute for Contemporary Art, Berlino. Il lavoro è prodotto con il supporto di Fluxus Art Projects e Arts Council England, e presenta una colonna sonora di Laurence Crane commissionata con il supporto di Arts Council Norway.

Dreaming Alcestis è commissionato dal Museo Civico di Castelbuono (Palermo) e l’Hayward Gallery Touring del Southbank Centre (Londra) per il British Art Show 9 ed è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X Edizione 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il film è prodotto da Okta Film, con il supporto degli sponsor ICONOCLAST e Somesuch. La mostra Dream Gossip è parte del progetto Alkestis, promosso dal Museo Civico di Castelbuono, vincitore della X edizione dell’Italian Council 2021. Dear Barbara, Bette and Nina è stato commissionato da Punto de Vista – International Documentary Film Festival of Navarra.

Nata a Londra nel 1978 e residente a Palermo, Beatrice Gibson è artista e regista. I suoi lavori, cortometraggi sperimentali che uniscono video e poesia, sono stati selezionati in molti festival del mondo, tra cui Cannes, Toronto, Londra, New York e Oberhausen. Ha vinto due volte il premio per il miglior cortometraggio al Festival internazionale del cinema di Rotterdam nel 2009 e nel 2013. È stata nominata due volte per il Jarman Award for Artist’s Film nel 2013 e nel 2019. Nel ha vinto il Baloise Art Prize di Art Basel nel 2015 e il premio Marian McMahon Akimbo per l’autobiografia nel 2019. Di recente ha avuto mostre personali al Camden Art Centre di Londra (2019), alla Bergen Kunsthall (2019), al Mercer Union di Toronto (2019) e al KW Institute for Contemporary Art di Berlino (2018).

Orari: dal mercoledì al sabato dalle 14 alle 19 e su appuntamento. Per tutte le informazioni, è possibile mandare una mail a info@ordet.org.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraDream Gossip
CittàMilano
SedeSpazio Ordet
DateDal 12/01/2023 al 15/02/2023
ArtistiBeatrice Gibson
TemiArte e cinema

Milano, allo spazio Ordet la prima personale italiana di Beatrice Gibson
Milano, allo spazio Ordet la prima personale italiana di Beatrice Gibson


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