Anghiari, una mostra sulle donne con opere medievali e rinascimentali


S’intitola “Storie di donne” la mostra che Anghiari dedica in quattro sedi alle figure femminili nella storia dell’arte: opere medievali e rinascimentali con anche un focus sulla produzione di un artista contemporaneo, Ilario Fioravanti.

Dal 5 novembre all’8 marzo, il borgo di Anghiari in Toscana diventa città della donna, e lo fa con una ricca mostra che popolerà quattro spazi del suo centro storico con decine di opere raffiguranti l’immagine femminile dal Rinascimento ad oggi, tra mito, rappresentazioni bibliche, evangeliche e molto altro ancora. Intitolata Storie di Donne, la rassegna espone dipinti, disegni e sculture al Museo della Battaglia e di Anghiari, al Museo di Palazzo Taglieschi, nella chiesa di Sant’Agostino e al Palazzo Pretorio, con l’obiettivo di sintetizzare di fatto cinque secoli di cultura occidentale attraverso le rappresentazioni iconografiche di Eva, Maria, Maria Maddalena, Santa Caterina, e ancora Leda, Medea, Penelope (solo per citarne alcune), realizzate da grandi maestri come Michelangelo, Dürer, Jacopo della Quercia, Giovanni dal Ponte, Goya, Manet, fino ad arrivare al recupero, tutto contemporaneo, di forme figurative più arcaiche della femminilità portato avanti dallo scultore romagnolo Ilario Fioravanti. Il risultato vuole essere un un esaustivo racconto per immagini a cavallo fra storiografia, leggenda, allegorie, simbolismi, spiritualità.

Realizzata dal Comune insieme al Museo della Battaglia e di Anghiari e curata dagli storici dell’arte Benedetta Spadaccini (dottore aggregato e assistente curatore Disegni e Stampe presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana) e Gabriele Mazzi (direttore del Museo della Battaglia e di Anghiari), l’esposizione nasce dall’idea di due donne: Alberica Barbolani da Montauto e Ilaria Lorenzini, rispettivamente assessore alla cultura ed al turismo della città toscana.

“Come sempre avviene”, spiega Alberica Barbolani da Montauto, Assessore alla Cultura del Comune di Anghiari, “gli eventi scaturiscono da lunghi periodi di preparazione, riflessione e studio. In questo caso sono molteplici i fattori che concorrono a comporre questa mostra, il primo dei quali è la fiducia nel dialogo e nella ricerca di obiettivi comuni, che puntualmente, quando sono nobili, vengono trovati”.

Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra

Il percorso della mostra

Il Museo della Battaglia e di Anghiari presenta diciotto opere, tra le quali preziosi lavori di grafica, come la creazione di Eva di Michael Wohlgemuth (Norimberga, 1434-1519) e il prezioso foglio con Adamo ed Eva di Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 – 1528). Fanno parte del percorso le celebri Hasta la muerte di Francisco de Goya (Fuendetodos, 1746-Bourdeaux, 1828), l’Olympia di Édouard Manet (Parigi, 1832-1883), la Penelope di Max Klinger (Lipsia, 1857-Grossjena, 1920), ed anche il raro foglio contenente Leda e il cigno in un paesaggio, disegno cinquecentesco che riproduce la perduta opera omonima di Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 – Roma, 1564). Vi è poi una piccola tavola rappresentante il Matrimonio Mistico di Santa Caterina, considerata copia del famoso soggetto di Correggio, la Maddalena penitente, a lungo ascritta alla maniera di Cristofano Allori, che oggi, finalmente, trova la sua reale attribuzione a Francesco Morosini sulla base di un brillante studio. Questo dipinto, oggetto di un recente restauro sostenuto da SALPA tramite Fondazione Lions e la sezione Lions della Valtiberina, rappresenta una vera scoperta dopo la ripulitura dalle vernici che ne offuscavano il segno e che celavano in parte la firma dell’autore.

Nel Museo di Palazzo Taglieschi l’attenzione si concentra su tre rappresentazioni della Vergine particolarmente significative: la ieratica Madonna di Giovanni dal Ponte, appena restituita ad Anghiari grazie ad un accordo fra la Direzione regionale Musei per la Toscana e la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dopo essere rimasta per svariati anni al Museo Medievale e Moderno di Arezzo, l’iconica Madonna con Bambino di Jacopo della Quercia e la commovente, dolcissima Vergine attribuita a Benedetto Buglioni che accarezza con le mani e con lo sguardo il Bambino. Si va dunque dagli albori del Rinascimento dei primi due autori, tra loro contemporanei ma distanti per gusto e formazione, all’arte di un Rinascimento più tardo e maturo canonizzato nell’eleganza dello stile delle robbiane adottato da Buglioni.

Nella chiesa di Sant’Agostino e in Palazzo Pretorio si sviluppa infine un itinerario tra contemporaneità e ricerca delle origini con le sculture di Ilario Fioravanti (Cesena, 1922 – Savignano sul Rubicone, 2012), con grandi terrecotte che trasmettono l’arcaica potenza espressiva e spirituale della femminilità modellata nelle sue forme più basiche e primitive.

Storie di Donne è realizzata in collaborazione con Direzione Regionale dei Musei della Toscana, Archivio Ilario Fioravanti, Parrocchia di Anghiari, Associazione Nazionale Case della Memoria.

Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra
Veduta della mostra

Informazioni pratiche

Il Museo della Battaglia di Anghiari apre da novembre a febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 17:30, tranne il martedì, giorno di chiusura (nel periodo 26 dicembre – 6 gennaio aperto tutti i giorni). A marzo aperto tutti giorni con orario 10-13 e 14:30-18:30. Stessi orari per la chiesa di Sant’Agostino (che però chiude il 25 dicembre).

Palazzo Taglieschi apre il martedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17. Il mercoledì dalle 10 alle 14. Il giovedì dalle 13 alle 17. Il sabato e la prima e terza domenica del mese dalle 10 alle 14. Chiuso il lunedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre.

Palazzo Pretorio apre dal lunedì al sabato dalle 9:30 alle 13:30. Per info mostreanghiari@gmail.com

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraStorie di donne
CittàAnghiari
SedeMuseo della Battaglia e di Anghiari
DateDal 05/11/2022 al 08/03/2023
CuratoriGabriele Mazzi, Benedetta Spadaccini

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