Cosa significa dirigere un museo ad interim? Stefano L'Occaso racconta la sua esperienza in Pilotta


Stefano L'Occaso, direttore di Palazzo Ducale a Mantova, da gennaio 2024 è anche direttore ad interim del Complesso della Pilotta di Parma. Quasi due anni, dunque, in cui un incarico temporaneo si è tradotto in un impegno piuttosto lungo e oneroso, che scadrà a breve, dato che è stato appena pubblicato il bando del nuovo direttore. Cosa significa dirigere un museo ad interim? Ce lo spiega in questa intervista con Marta Santacatterina, che si conclude peraltro con una interessante anticipazione che diamo in esclusiva.

Stefano L’Occaso, oltre a essere direttore di Palazzo Ducale di Mantova, è anche direttore ad interim, da gennaio 2024, del Complesso Monumentale della Pilotta a Parma: “per un tratto di questo percorso”, precisa, “sono stato indicato come funzionario delegato, ruolo che non cambia di molto la sostanza, perché comunque ho avuto la firma e la responsabilità sulla Pilota”. L’incarico temporaneo si sta quindi prolungando da quasi due anni, un periodo che definire di transizione è un tantino limitativo, tuttavia da qualche giorno la situazione si sta facendo molto più chiara: è stato infatti pubblicato il nuovo bando per i direttori dei musei di seconda fascia, nella cui lista c’è appunto la Pilotta. Abbiamo intervistato il direttore per fare il punto sulla sua gestione del sito museale parmense e per approfondire cosa significa svolgere questo ruolo per un tempo limitato e allo stesso tempo indeterminato. L’intervista è di Marta Santacatterina.

Stefano L'Occaso
Stefano L’Occaso

MS. Direttore, quali sono state le principali iniziative intraprese in Pilotta durante la sua direzione?

SLO. Sorvolando sull’acquisizione dell’importante Allegoria di Parma di Giorgio Gandini del Grano, o sulla realizzazione della nuova guida del museo, penso soprattutto alle iniziative non rivolte al pubblico, e in primis all’avvio dei cantieri per importanti lavori come la riqualificazione del piazzale di San Pietro Martire, che oggi ha un progetto esecutivo in fase di verifica e validazione. Il progetto tecnicamente più sfidante riguarda l’installazione di un ascensore che collegherà tutte le quote del museo (gli spazi sotterranei, il piano terra, le due quote del Museo Archeologico e il piano della Galleria Nazionale e della Biblioteca Palatina) e sarà installato in un nuovo spazio che diventerà l’ingresso del Complesso Monumentale. La struttura fungerà auspicabilmente da ascensore antincendio e quindi avrà una funzione di evacuazione in caso di necessità; dovrà inoltre avere dimensioni tali consentire il trasporto di opere e la movimentazione di reperti ingombranti o particolarmente pesanti, cosa che oggi avviene in maniera ben più complessa. Questo progetto ha comportato una riflessione sulla dislocazione di una serie di spazi di servizio: biglietteria, volume di ingresso, accoglienza, guardaroba, servizi igienici. Intravediamo anche una soluzione diversa da quella attuale per i depositi, oggi situati in un piano ammezzato raggiungibile soltanto attraverso una scala, ipotizzando di spostarli al pianterreno così da agevolare la movimentazione delle opere; i nuovi depositi servirebbero anche come area di stoccaggio, ad esempio per le opere in arrivo in occasione di una mostra.

È in corso un altro intervento importante negli ambienti delle Scuderie, vero?

Il restauro nella zona delle Scuderie è ormai in fase avanzata (nda: una prima sistemazione, dopo la riacquisizione dello spazio che in passato era dato in concessione all’Università di Parma, era già stata condotta dall’ex direttore Simone Verde; tra fine 2021 e inizio 2022 le Scuderie avevano inoltre ospitato una mostra a tema dantesco). Al momento i fondi stanziati non sono sufficienti per completare l’opera; quindi stiamo cercando di integrare con risorse varie e le tempistiche di fine lavori non sono facilissime da definire. In qualche misura sono però dettate dal PNRR, perché una prima tranche di restauri ricade sotto quei finanziamenti che devono essere attuati entro giugno 2026, così come i lavori per l’ascensore, anch’esso reso possibile dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In totale quanti sono i progetti che hanno ottenuto finanziamenti del PNRR?

Un altro finanziamento del PNRR riguarda la revisione dell’impiantistica e degli impianti illuminotecnici su una porzione del museo. Anche queste opere sono già state avviate, quindi abbiamo almeno quattro grossi progetti che possono contare su importi notevoli. Un direttore ad interim può prendere in carico impegni così importanti soltanto nella misura in cui ravvisa un’urgenza, dal momento che in via teorica dovrebbe occuparsi solo dell’ordinario. In questo caso l’urgenza è dovuta alle tempistiche del finanziamento: per poter sfruttare i fondi, infatti, bisogna portare a termine i progetti a breve.

Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto: Giovanni Hänninen
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto: Giovanni Hänninen
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto: Giovanni Hänninen
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Foto: Giovanni Hänninen
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Il fregio di Maurizio Nannucci. Foto: Giovanni Hänninen
Complesso Monumentale della Pilotta, Parma. Il fregio di Maurizio Nannucci. Foto: Giovanni Hänninen

Approfondiamo allora le caratteristiche del ruolo ad interim di un direttore di un istituto come quello della Pilotta: come si differenzia rispetto a un direttore di ruolo?

La difficoltà principale riguarda la necessità di una programmazione dell’istituto che si dirige ad interim, poiché tale programmazione non si può giovare di tempistiche certe rispetto all’incarico e inoltre occorre pensare al direttore che verrà. Si devono infatti ponderare attentamente quelle scelte strategiche (chiaramente anche di carattere economico) che graveranno sulla gestione futura, come la possibilità di organizzare una mostra, di riprogrammare un allestimento, di avviare un recupero: verosimilmente tali iniziative verrebbero portate a termine da qualcun altro che dovrebbe quindi affrontare i pro e i contro. Allora bisogna decidere se organizzare un progetto importante che graverà sul bilancio degli anni futuri e che potrebbe anche non essere condiviso dal direttore di ruolo oppure se lasciare un “tesoretto”, senza però aver programmato attività di qualsiasi tipo. Oppure si può cercare una via di mezzo, programmando attività che non prevedano un eccessivo peso economico e che quindi vincolino relativamente l’istituto, lasciando un adeguato margine di libertà a chi verrà.

Tra l’altro immagino che il Suo lavoro sia stato ancor più complicato dalla durata molto lunga dell’interim, giusto?

Per questo ruolo in effetti erano previste tempistiche più brevi. Però da un certo punto di vista tale durata inaspettata ha avuto un risvolto positivo perché c’è stata una continuità che ha permesso di prendere alcune decisioni consapevoli. Comunque la programmazione rimane miope, perché si guarda al futuro ma senza sapere quanto durerà questo futuro. Ora però la situazione è cambiata, perché il 7 agosto è stato pubblicato il bando di concorso e probabilmente entro qualche mese, valutando la durata delle selezioni precedenti, si avrà la nomina di un direttore di ruolo. A quel punto seguirà un passaggio di consegne, ma il bilancio di previsione va fatto entro ottobre; quindi forse spetterà a me indicare le previsioni strategiche per il Complesso Monumentale della Pilotta. Di conseguenza, se decideremo di allestire la mostra su Giorgio Gandini del Grano nella primavera del 2026, bisognerà impegnare delle risorse per portare a termine il progetto. Lo stesso discorso vale per la sala dedicata all’esposizione, a rotazione, delle meravigliose collezioni di disegni e grafica della Biblioteca Palatina e che stiamo mettendo a punto grazie al lavoro di un architetto, che lavora da noi ormai da quasi un anno, e delle colleghe bibliotecarie.

Esiste anche qualche aspetto positivo in una direzione temporanea?

Di sicuro aumentano le esperienze e le possibilità di confronto: ad esempio si possono sfruttare delle soluzioni trovate in un luogo applicandole anche nell’altro sito. Inoltre si sono creati degli scambi di conoscenze fra i colleghi di Parma e di Mantova e questo è un fattore utilissimo. Dirigere la Pilotta è un privilegio, ha comportato una mia enorme crescita professionale e spero che tutto ciò abbia dato qualche vantaggio ai due istituti.

Intende candidarsi al concorso per confermarsi direttore di ruolo in Pilotta?

Non mi candiderò, anche se ci ho pensato moltissimo. Non vorrei che questa cosa sembrasse un segno di mancanza di affetto, di interesse o di attenzione nei confronti della Pilotta, però sono stato riconfermato alla direzione di Palazzo Ducale di Mantova e ragioni di carattere privato mi spingono a concentrarmi su quell’incarico.

In generale, possiamo fare un bilancio del Suo lavoro? E come si è trovato a Parma in questo anno e mezzo?

Pur nella consapevolezza di essere una figura di traghettatore del Complesso Monumentale da una gestione all’altra, dopo quasi due anni di gestione, volontariamente o involontariamente, il mio segno ci sarà e tutto sommato non mi dispiace affatto perché, considerando l’affetto per il museo e per i colleghi, mi sento appagato all’idea di aver potuto impostare qualche cosa destinata a rimanere. A Parma mi sono trovato molto bene, sia con il personale della Pilotta sia con il Comune, con gli enti locali, con le istituzioni, con le fondazioni. Da questo punto di vista, infatti, la partecipazione della comunità al museo è molto superiore rispetto a quella che riscontro a Mantova. Qui ho trovato un’apertura, una disponibilità, una generosità che per Palazzo Ducale non ho mai riscontrato e che è paragonabile a quella di Milano (nda: Stefano L’Occaso dal 2025 al 2018 è stato anche direttore del Polo museale regionale della Lombardia). E questa è un’ottima premessa per lavorare.

L'ala nord alta. Foto: Giovanni Hänninen
L’ala nord alta. Foto: Giovanni Hänninen
Teatro Farnese. Foto: Giovanni Hänninen
Teatro Farnese. Foto: Giovanni Hänninen
Biblioteca Palatina. Foto: Giovanni Hänninen
Biblioteca Palatina. Foto: Giovanni Hänninen
Museo Archeologico. Foto: Giovanni Hänninen
Museo Archeologico. Foto: Giovanni Hänninen
Museo Bodoniano. Foto: Giovanni Hänninen
Museo Bodoniano. Foto: Giovanni Hänninen

Ci può fare qualche esempio di tale generosità?

In questi quasi due anni per la Pilotta abbiamo raccolto sponsorizzazioni ed erogazioni liberali per cifre davvero importanti, e basti pensare al finanziamento della Fondazione Monteparma per il Festival Farnese, al sostegno per la didattica della Fondazione Cariparma, all’impegno di Chiesi con Art Bonus per importanti restauri in Pilotta; o ancora alla sponsorizzazione della Fondazione Isabel e Balz Baechi per il restauro delle statue in stucco del Teatro Farnese e al quotidiano e amicale impegno degli Amici della Pilotta. Sono disponibilità rare da trovare. Ma non è soltanto una questione economica: a Parma c’è un contesto che ritiene il museo una vetrina da utilizzare come teatro per tante iniziative: ci chiedono spessissimo di poter organizzare conferenze, rinfreschi, presentazioni. La Pilotta è vissuta e percepita come una realtà importante e viva della comunità, e questo è essenziale.

Il buon governo di un museo si manifesta anche nel riscontro dei visitatori. Ci può fornire qualche numero sull’affluenza in Pilotta durante la sua direzione?

Qualche giorno fa mi hanno comunicato dei dati che non mi sarei mai sognato. Nel 2023 la Pilotta è stata visitata da 169.262 persone e nel 2024 questa cifra è cresciuta a 173.218 visitatori, per un totale di 210.911 se si comprendono anche gli accessi (da giugno 2024) ai siti del castello di Torrechiara, dell’Antica Spezieria di San Giovanni e di Velleia Romana. Per quanto riguarda il 2025 siamo già a 175 mila visitatori a fine luglio, e auspico che riusciremo a superare i numeri dell’anno precedente.

Secondo lei servirebbero ulteriori iniziative di valorizzazione per la Pilotta?

Allora, ne abbiamo fatte tante ma piuttosto piccole, nel senso che non abbiamo messo in piedi la grande mostra o il grande evento, a esclusione del Festival Farnese che a livello organizzativo è complesso. Ci sono numerose attività, anche di carattere sociale, organizzate dal nostro personale e il lavoro degli Amici della Pilotta è sempre estremamente proattivo ed energico. Inoltre, per andare incontro alle necessità dei visitatori, abbiamo modificato l’orario di apertura: non apriamo più alle 10:30 ma alle 9:00, e credo che questo possa essere apprezzato da chi vuole accedere alla Pilotta al mattino.

Cosa pensa degli allestimenti attuali del Complesso Monumentale?

Se nel complesso il mio personale giudizio è certamente positivo, non mi convincono molto alcuni settori del museo: ad esempio il Medioevo è relativamente poco rappresentato e anche il Rinascimento locale è un po’ sotto tono. Non condivido del tutto la revisione degli allestimenti di Guido Canali e la parte su cui credo ci sia più da lavorare è sulle luci; tuttavia, grazie al già citato il finanziamento di questa voce abbiamo approcciato il problema con un progettista qualificato con il quale abbiamo a lungo dialogato, cercando di individuare delle soluzioni migliorative.

Giorgio Gandini del Grano, Allegoria della città di Parma (olio su tavola preparata su tela, 56 x 43 cm; Parma, Complesso della Pilotta, Galleria Nazionale)
Giorgio Gandini del Grano, Allegoria della città di Parma (olio su tavola preparata su tela, 56 x 43 cm; Parma, Complesso della Pilotta, Galleria Nazionale)
Parmigianino (attr. ), Autoritratto col cappello rosso (1540 circa; olio su carta, 21 x 15,5 cm; Parma, Complesso della Pilotta, Galleria Nazionale)
Parmigianino (attr. ), Autoritratto col cappello rosso (1540 circa; olio su carta, 21 x 15,5 cm; Parma, Complesso della Pilotta, Galleria Nazionale)

Lei però non è intervenuto sugli allestimenti che non le sembrano efficaci.

Non sono intervenuto sia per rispetto dell’importante lavoro svolto dal precedente direttore, Simone Verde, sia perché non è detto che il mio parere sia la verità assoluta. Inoltre, credo che non abbia senso spendere dei soldi e modificare allestimenti fatti due anni prima: si mantengono e si osservano, e sul lungo periodo semmai si decidono eventuali modifiche.

Ci sono però anche degli aspetti che apprezza molto della risistemazione operata da Verde?

Assolutamente sì, trovo davvero belle due cose in particolare. Una è l’opera Time, Past, Present and Future di Maurizio Nannucci sul piazzale della Pilotta che ritengo un intervento molto intelligente perché ricorda anche i cosiddetti fregi parlanti del Rinascimento, ma lo fa in una chiave assolutamente moderna. Non so se il riferimento antico sia stato preso in considerazione dall’artista, però la scritta al neon si contestualizza perfettamente e allo stesso tempo è un segno contemporaneo coerente e leggibile. L’altra cosa che apprezzo moltissimo è il video mapping al Teatro Farnese, che è veramente splendido.

Ora che il suo incarico a Parma sta per terminare, possiamo aspettarci una sorpresa per “chiudere in bellezza” il mandato e passare il testimone al futuro direttore?

Nel percorso di visita della Pinacoteca attualmente manca un’opera significativa, che da tanti anni è stata messa al sicuro nei depositi per la sua fragilità e per non comprometterne la conservazione. Si tratta dell’Autoritratto con berretto rosso di Parmigianino (anche se l’attribuzione non è unanime). Prima di passare il testimone al futuro direttore mi impegno quindi a rimettere in mostra quel piccolo capolavoro e a restituirlo ai cittadini e a tutti i visitatori.


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Marta Santacatterina

L'autrice di questo articolo: Marta Santacatterina

Marta Santacatterina (Schio, 1974, vive e lavora a Parma) ha conseguito nel 2007 il Dottorato di ricerca in Storia dell’Arte, con indirizzo medievale, all’Università di Parma. È iscritta all’Ordine dei giornalisti dal 2016 e attualmente collabora con diverse riviste specializzate in arte e cultura, privilegiando le epoche antica e moderna. Ha svolto e svolge ancora incarichi di coordinamento per diversi magazine e si occupa inoltre di approfondimenti e inchieste relativi alle tematiche del food e della sostenibilità.



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