Dal 15 novembre 2025 al 18 gennaio 2026 il Centro Culturale San Gaetano di Padova ospita Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia, una grande mostra dedicata a uno dei più raffinati maestri della fotografia del Novecento. Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, con la Saul Leiter Foundation e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Padova, la mostra è curata da Anne Morin e raccoglie un corpus imponente di opere che restituiscono tutta la complessità di un artista schivo, lirico e profondamente moderno.
L’esposizione riunisce 126 fotografie in bianco e nero, tra stampe vintage e moderne, 40 fotografie a colori, 42 dipinti, 5 riviste originali d’epoca e un documento filmico. Un percorso ampio che attraversa i diversi linguaggi di Leiter — dalla fotografia di strada alla pittura, fino alle immagini di moda — per comporre un ritratto coerente e intimo di un autore che ha trasformato l’ordinario in visione.
Il progetto espositivo nasce con l’intento di restituire al pubblico il valore poetico e concettuale dell’opera di Leiter, mettendo in evidenza le sue scelte formali e la sua capacità di ridefinire il linguaggio fotografico nel corso del XX secolo. L’allestimento, concepito come un’esperienza immersiva e partecipativa, invita i visitatori a osservare il mondo attraverso lo sguardo dell’artista. Luci, angoli e prospettive sono studiati per riprodurre le sue modalità di inquadratura e composizione, creando occasioni per sperimentare direttamente il suo approccio fatto di riflessi, trasparenze e frammenti visivi.
Mentre molti fotografi del dopoguerra cercavano di rappresentare la grandezza della metropoli americana, Saul Leiter preferì concentrarsi sull’invisibile. I suoi soggetti — passanti sotto la pioggia, ombrelli colorati, taxi intravisti attraverso un vetro appannato — restituiscono una New York rarefatta, quasi sognante. Invece di celebrare la modernità e la potenza urbana, Leiter cercò la poesia nel quotidiano, trasfigurando dettagli minimi in forme di bellezza.
Come spiega la curatrice Anne Morin, “Leiter si divertiva con ciò che vedeva. Non era interessato al carattere egemonico di New York o alla sua mostruosa modernità. Inventava giochi ottici, intrecci di forme e piani che nascondono e rivelano ciò che si cela negli intervalli, nelle vicinanze, nei margini invisibili”. La sua fotografia, lontana dall’approccio documentaristico dei contemporanei, si configura come una scrittura visiva breve e folgorante, simile a un haiku. Brevi apparizioni che, nel tempo di un battito di ciglia, condensano emozione e mistero.
Negli anni Quaranta, in un’epoca in cui la fotografia a colori era considerata commerciale o frivola, Leiter iniziò a sperimentarne le potenzialità espressive. Le sue immagini a colori, realizzate a partire dal 1948 con pellicole Kodachrome, anticipano di decenni l’accettazione del colore nella fotografia d’arte. Lontano dalla ricerca di nitidezza e precisione, Leiter prediligeva la morbidezza dei contorni, i riflessi e le sfocature, trasformando pioggia, vetri appannati e tende in veri e propri strumenti compositivi.
Questa visione rivoluzionaria lo portò a collaborare con alcune delle principali riviste internazionali. Dopo i primi lavori per Esquire e Harper’s Bazaar, la sua carriera proseguì con testate come Show, Elle, British Vogue, Queen e Nova. In quegli anni, le sue immagini di moda si distinsero per il tono intimo e la delicatezza cromatica, lontane dalla spettacolarità dominante.
La mostra di Padova restituisce anche la dimensione pittorica del suo lavoro. Leiter, infatti, fu pittore prima ancora che fotografo, e il suo sguardo sulla realtà nasce proprio da una sensibilità formata nell’ambito delle arti visive. Le sue fotografie sono costruite come quadri, con un’attenzione particolare alla composizione, al colore e alla luce. “Non ho una filosofia. Ho una macchina fotografica — diceva Leiter —. Guardo attraverso l’obiettivo e scatto. Le mie fotografie sono solo una piccola parte di ciò che vedo e che potrebbe essere fotografato. Sono frammenti di possibilità infinite.”
Antidivo e refrattario alla fama, Leiter stampò solo una parte dei suoi lavori. Gran parte dei negativi rimase inedita fino alla sua morte, rivelando un universo di immagini intime e poetiche. Nel 2018, cinque anni dopo la sua scomparsa, sono emersi anche una serie di nudi in bianco e nero realizzati tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Sessanta, opere che raccontano la sua ricerca più personale e privata.
Il suo lavoro riflette un ordine segreto, un equilibrio sospeso che unisce realtà e sogno. Per Anne Morin, “le immagini di Leiter durano quanto il battito di un ciglio, posizionate sul bordo di qualcosa. Sono forme brevi, frammentate, come annotazioni di realtà, realizzate con una maestria e una metrica che ricordano gli haiku. Il suo gesto è quello di un calligrafo: veloce, preciso, senza scuse”.
Saul Leiter nacque nel 1923 a Pittsburgh, figlio di un rabbino. Abbandonò gli studi religiosi per dedicarsi all’arte e nel 1946 si trasferì a New York, dove entrò in contatto con artisti come Richard Pousette-Dart e W. Eugene Smith. Fin dagli esordi sperimentò con la fotografia in 35 mm, immortalando amici e passanti nei dintorni dell’East Village. Dopo un lungo periodo di attività nel mondo della moda, visse per due decenni in silenzio, lontano dai riflettori.
La sua riscoperta avvenne nel 2006 con la pubblicazione del volume Early Color, che lo consacrò come pioniere della fotografia a colori e figura chiave della fotografia moderna. Le sue opere sono oggi conservate nei più importanti musei internazionali, dal Whitney Museum of American Art al Victoria and Albert Museum di Londra.
Saul Leiter è morto a New York il 26 novembre 2013. “Delle decine di migliaia di immagini che ha scattato — scrisse Margalit Fox sul New York Times — la maggior parte rimane non stampata.” Dal 2014 la Saul Leiter Foundation conserva e promuove il suo archivio, proseguendo un lavoro di valorizzazione che ha trovato nuovi capitoli con le mostre The Unseen Saul Leiter e Saul Leiter: The Centennial Retrospective, organizzate in occasione del centenario della nascita nel 2023.
La mostra Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia è visitabile dal 15 novembre 2025 al 18 gennaio 2026 al Centro Culturale San Gaetano di Padova. L’esposizione è aperta dal martedì alla domenica e nei giorni festivi dalle 10.30 alle 19.30; chiusa il lunedì.
Biglietti: intero 16 euro, ridotto 14 euro, ridotto bambini dai 7 ai 12 anni 6 euro. Fino al 14 novembre è attiva una promozione di prevendita con biglietto open a 12 euro (anziché 20), comprensivo di un poster 100x140 cm e due eventi collaterali in omaggio.
| Titolo mostra | Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia | Città | Padova | Sede | Centro Culturale Altinate San Gaetano | Date | Dal 15/11/2025 al 18/01/2026 | Artisti | Saul Leiter | Curatori | Anne Morin | Temi | Fotografia |
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