La fotografia subacquea approda a Firenze con Oceani, la mostra che segna il debutto italiano di David Doubilet, uno dei più noti fotografi naturalistici al mondo. L’esposizione, allestita a Villa Bardini dal 21 ottobre 2025 al 12 aprile 2026, è promossa da Fondazione CR Firenze e Gallerie d’Italia - Intesa Sanpaolo, in collaborazione con NationalGeographic. Si tratta della prima personale dedicata in Italia a Doubilet, considerato un pioniere dell’esplorazione sottomarina attraverso l’obiettivo fotografico.
Oltre ottanta scatti compongono il percorso espositivo, suddiviso in undici sale, in un viaggio visivo che racconta il mondo sommerso nella sua straordinaria varietà di forme, colori, specie e habitat, ma anche la sua attuale vulnerabilità. Le immagini selezionate, molte delle quali divenute famose, conducono il pubblico dalle acque caraibiche alle barriere coralline dell’Oceano Pacifico, passando per l’Antartide e gli atolli remoti della Polinesia.
L’obiettivo di Doubilet, che lavora con National Geographic dal 1971 ed è autore di 74 reportage e 12 libri, si propone di rendere visibile ciò che, pur essendo parte integrante della vita del pianeta, rimane per lo più nascosto allo sguardo umano. Il fotografo, ancora attivo oggi all’età di 79 anni, ha esplorato per oltre mezzo secolo gli oceani della Terra, diventando una figura di riferimento internazionale nel campo della fotografia subacquea. I suoi scatti combinano valore estetico, rigore scientifico e capacità narrativa, grazie anche all’invenzione di una tecnica che porta la sua firma: l’over/under, ovvero la ripresa simultanea di ciò che accade sopra e sotto la superficie dell’acqua. Un metodo che restituisce con immediatezza la complessità e l’unità dell’ambiente marino.
L’oceano, del resto, rappresenta la culla della vita sul pianeta. Secondo le teorie più accreditate, è nei suoi fondali che, oltre tre miliardi di anni fa, ebbero origine i primi organismi viventi. La fotosintesi, operata da microrganismi marini, fu il processo che rese possibile la produzione dell’ossigeno necessario alla colonizzazione terrestre da parte di forme di vita più complesse.
Il legame tra esseri umani e oceani ha radici lontane. Le prime imbarcazioni, secondo i dati archeologici, risalgono ad almeno 10.000 anni fa. In ogni caso, l’esplorazione sistematica degli ambienti sottomarini è un fenomeno relativamente recente, che ha preso avvio solo a partire dalla metà del Novecento.
Doubilet, ispirato dalla figura di Jacques-Yves Cousteau, ha raccolto l’eredità di quel primo entusiasmo per il mondo subacqueo, contribuendo a costruire un immaginario che oggi alimenta sia la ricerca scientifica che la riflessione ambientale. Insieme alla moglie Jennifer Hayes, biologa marina e a sua volta fotografa subacquea, porta avanti un lavoro che si colloca a metà strada tra reportage e divulgazione. Le fotografie selezionate documentano la bellezza dei mari, ma anche la crescente fragilità di alcune aree, oggi a rischio di perdita irreversibile. Tra le immagini più importanti presenti a Villa Bardini figura uno scatto aereo di un piccolo velivolo DeHavilland Beaver che sorvola un tratto della Grande Barriera Corallina australiana, trasportando subacquei verso una zona destinata alle immersioni. È un’immagine che sintetizza il rapporto tra presenza umana e ambiente marino, ma anche l’accessibilità e l’enorme estensione di quel fragile sistema vivente.
In una laguna di Nengo Nengo, nell’arcipelago delle Tuamotu, in Polinesia Francese, Doubilet immortala il nuoto verso il mare aperto di un piccolo di tartaruga verde (Chelonia mydas), una specie minacciata ma ancora presente in quell’ecosistema. Il dettaglio del suo movimento restituisce l’energia e la vulnerabilità di una vita appena iniziata. Al largo del Queensland, in Australia, il volto clownesco di un pesce pappagallo arcobaleno (Scarus frenatus) sembra sorridere all’obiettivo, mentre nei Giardini della Regina, una delle aree protette più estese e incontaminate dei Caraibi, nel territorio marino di Cuba, banchi di pesci trovano rifugio tra i rami di un corallo Acropora palmata, oggi classificato come specie in pericolo.
Il percorso si chiude con una visione più astratta: i coralli del Tubbataha Reef National Park, nelle Filippine, formano una composizione di forme e colori che rimanda a un’opera pittorica. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1993, il parco ospita oltre 300 specie di coralli e 400 specie ittiche. Le immagini di Doubilet restituiscono la ricchezza di questo luogo come un mosaico vivo, capace di sorprendere anche l’occhio più esperto. Il catalogo dell’esposizione è edito da Società Editrice Allemandi, mentre l’intero progetto espositivo gode del patrocinio del Comune di Firenze. La mostra si inserisce nel quadro delle attività culturali e di divulgazione scientifica sostenute da Fondazione CR Firenze e Gallerie d’Italia, con l’obiettivo di ampliare la riflessione pubblica sui temi ambientali e sensibilizzare il pubblico al ruolo fondamentale che gli oceani svolgono per l’equilibrio del pianeta.
Titolo mostra | Oceani | Città | Firenze | Sede | Villa Bardini | Date | Dal 21/10/2025 al 12/04/2026 | Artisti | David Doubilet | Temi | Fotografia, National Geographic, Fotografia subacquea |
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