Ad Anghiari inaugurano i nuovi allestimenti museali dedicati alle ceramiche tradizionali e alle armi da fuoco


Saranno presentati al pubblico ad Anghiari, lunedì 15 dicembre 2025, i nuovi allestimenti museali dedicati alle ceramiche tradizionali anghiaresi nelle sale di Palazzo Taglieschi e alle armi da fuoco presso il Museo della Battaglia e di Anghiari. 

Saranno presentati al pubblico lunedì 15 dicembre 2025, alle ore 11.30, nella Sala dell’Organo al primo piano di Palazzo Taglieschi, sede del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta Valle del Tevere di Anghiari, i nuovi allestimenti museali dedicati alle ceramiche tradizionali anghiaresi nelle sale di Palazzo Taglieschi e alle armi da fuoco presso il Museo della Battaglia e di Anghiari. All’inaugurazione prenderanno parte Massimo Osanna, Direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Alessandro Polcri, Sindaco di Anghiari, Alberica Barbolani da Montauto, Assessore alla Cultura, Elisabetta Borghesi, direttrice del Museo della Battaglia e di Anghiari, Rossella Sileno, direttrice del Museo di Palazzo Taglieschi, e il curatore Rosario Ruggiero Terrone.

Il consolidarsi di un dialogo costante e strutturato tra le due istituzioni museali ha portato a un’approfondita riflessione sulla necessità scientifica di aggiornare entrambe le collezioni in relazione all’offerta culturale complessiva. Il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta Valle del Tevere, ospitato a Palazzo Taglieschi, rappresenta il museo territoriale per eccellenza della Valtiberina, che raccoglie ed espone un patrimonio ampio e articolato di testimonianze storiche, artistiche ed etnografiche. Il Museo della Battaglia e di Anghiari, situato a Palazzo del Marzocco, è invece un museo comunale tematico che approfondisce l’evento storico del 1440 e la sua interpretazione figurativa da parte di Leonardo da Vinci, nonché i contesti storici, artistici e culturali a esso collegati.

Il progetto “Collezioni integrate”, avviato nel 2021 e volto allo scambio e alla valorizzazione delle raccolte del Museo di Palazzo Taglieschi e del Museo della Battaglia e di Anghiari, rappresenta una delle prime azioni previste dall’Accordo di Valorizzazione, ai sensi dell’art. 112, comma 4, del D. Lgs. n. 42/2004 e s.m.i. – Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, sottoscritto il 25 marzo 2020 tra l’allora Polo Museale della Toscana e il Comune di Anghiari. Tra gli obiettivi dell’accordo rientra anche lo scambio di opere tra i due musei, finalizzato alla creazione di allestimenti tematici capaci di contribuire al raggiungimento delle finalità di valorizzazione.

Il progetto intende quindi completare e arricchire entrambe le collezioni (le ceramiche tradizionali anghiaresi per Palazzo Taglieschi e le armi storiche per il Museo della Battaglia) nel rispetto dell’omogeneità delle raccolte e della coerenza con le rispettive missioni istituzionali, favorendo allo stesso tempo la ricerca scientifica, la tutela e la conservazione. I nuovi percorsi espositivi intendono porre particolare attenzione agli apparati didattici e alla comunicazione multimediale. Si ampliano così le opportunità educative, consentendo ai visitatori di approfondire in maniera più completa le trasformazioni culturali e tecnologiche dei periodi in cui armi e ceramiche, entrambe di produzione anghiarese e fortemente legate al territorio, sono state realizzate.

Nell’ambito di questo scambio, il Museo della Battaglia e di Anghiari concede in deposito a lungo termine al Museo di Palazzo Taglieschi la propria collezione di ceramiche tradizionali anghiaresi, mentre il museo statale affida, sempre in deposito a lungo termine, l’intera raccolta di armi da fuoco antiche al Museo della Battaglia, dove fino a pochi mesi fa non era esposta.

Il nuovo percorso espositivo dedicato alle ceramiche tradizionali presso il Museo di Palazzo Taglieschi, realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, si sviluppa sui tre livelli principali dell’edificio attraverso otto vetrine che presentano una selezione di circa cento manufatti, tra cui scaldini, albarelli, zuppiere, pignatte, brocche, boccali, catini e un raffinato fischietto a forma di galletto. Il fondatore del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Anghiari, don Nilo Conti, raccolse tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento numerosi esempi di ceramica tradizionale anghiarese, oggi conservati e solo parzialmente esposti. I registri delle acquisizioni documentano anche gli acquisti compiuti in occasione delle mostre dell’artigianato organizzate negli anni Settanta a Monte San Savino, in provincia di Arezzo.

Lo scambio con il Comune di Anghiari ha permesso di integrare il nucleo originario con ulteriori raccolte, testimonianza del collezionismo di importanti protagonisti della vita culturale anghiarese del secondo Novecento e dell’opera di maestri vasai come Arturo Luconi e Domenico Paci, considerato l’ultimo vasaio. Di particolare pregio è la collezione di Giuseppe Fontana, composta da manufatti che documentano una fase di grande vitalità della ceramica anghiarese, oggi visibile al pubblico grazie alla generosa donazione del figlio Emanuele Fontana. L’allestimento della collezione di ceramiche è stato progettato da Rossella Sileno insieme a Raffaele Fuschino e Rosario Terrone ed è stato realizzato da Antica Maniera di Marco Santi, in collaborazione con la Falegnameria Pettinari Andrea. L’illuminazione delle vetrine è stata curata da Tecnoelettrica Technologies & Solutions, mentre il progetto grafico è stato ideato da Annalisa Giovannini, studentessa dell’Università degli Studi di Firenze, nell’ambito di un tirocinio curricolare. In occasione dell’inaugurazione, Giulia Basilissi, funzionaria restauratrice conservatrice della Direzione regionale Musei nazionali Toscana, ha compiuto un intervento di manutenzione conservativa sui manufatti ceramici esposti. Il percorso espositivo è inoltre arricchito da brevi video-documentari accessibili tramite QR code, realizzati dalla Direzione regionale Musei nazionali Toscana con il supporto tecnico di Erica Andreini. I contributi video sono il risultato di un’approfondita ricerca sul campo, che ha incluso interviste a un collezionista, a una ceramista, a studiosi locali e a uno specialista di storia della ceramica.

Ceramica anghiarese. Foto: Erica Andreini
Ceramica anghiarese. Foto: Erica Andreini

Il percorso dedicato alle armi da fuoco antiche, allestito nel cinquecentesco Palazzo del Marzocco, rappresenta una sintesi coerente tra il nome e la missione del Museo della Battaglia e di Anghiari, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, artistico e artigianale del territorio. In un unico spazio confluiscono così la collezione di armi antiche della Banca di Anghiari e Stia, quella della Direzione regionale Musei nazionali della Toscana e alcune armi di proprietà del Comune di Anghiari, offrendo al pubblico l’occasione di ammirare la più importante esposizione di armi anghiaresi antiche esistente, nonché una delle raccolte più significative del centro Italia per varietà e qualità.

Il Museo della Battaglia e di Anghiari, riconosciuto da undici anni come “museo di rilevanza regionale” ai sensi della Legge regionale 21/2010 e parte integrante del Sistema Museale Nazionale, è stato recentemente riaperto al pubblico dopo lunghi interventi di adeguamento per l’accessibilità. I lavori, finanziati attraverso un progetto PNRR m1c3.3, investimento 1.2, dedicato all’abbattimento delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali, mirano ad ampliare le possibilità di accesso e fruizione dei contenuti. Il nuovo allestimento costituisce la prima tappa di un percorso di rilancio del museo, successivo ai lavori e a una iniziale riapertura parziale, rappresentando al tempo stesso un punto di arrivo e di ripartenza, così come lo fu per Palazzo Taglieschi la mostra “Le armi da fuoco anghiaresi e dell’Appennino tosco-emiliano”, curata da Marcello Terenzi nel 1968.

L’Amministrazione comunale di Anghiari, con il Sindaco Alessandro Polcri e l’Assessore alla Cultura Alberica Barbolani da Montauto, da anni impegnati nel sostegno allo sviluppo del museo comunale, insieme a Elisabetta Borghesi, al personale del Comune di Anghiari, alla rete d’imprese d’Appennino, al restauratore Marco Santi, ad Andrea Pettinari e ai volontari che hanno collaborato al progetto, presenteranno il nuovo percorso espositivo dedicato a una fase tanto misteriosa quanto affascinante della storia locale. Tra il XVIII e il XIX secolo, infatti, le botteghe dei Vallini, Cerboncelli, Matassi e Guardiani produssero nel centro storico di Anghiari manufatti di straordinaria grazia e qualità, destinati a essere commerciati in tutta Europa e oltre.


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