Bologna, iniziative speciali e aperture gratuite per i 50 anni della GAM e i 40 del Museo Civico Medievale


I Musei Civici di Bologna festeggiano due importanti anniversari: il 1° maggio il 50° anniversario della Galleria d’Arte Moderna  e il 5 maggio il 40° anniversario del Museo Civico Medievale. Previste iniziative speciali e aperture straordinarie con ingresso gratuito.

Nel 2025 i Musei Civici di Bologna festeggiano due importanti anniversari: il 1° maggio il cinquantesimo anniversario dell’inaugurazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, antesignana del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, e il 5 maggio il quarantesimo anniversario del Museo Civico Medievale.

Per festeggiare sono previste iniziative speciali e aperture straordinarie dalle ore 10 alle 19 con ingresso gratuito sia alle collezioni permanenti che alle mostre temporanee: giovedì 1° maggio 2025 al MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e al Museo Morandi e lunedì 5 maggio 2025 al Museo Civico Medievale. In occasione della Festa del Lavoro, giovedì 1° maggio le restanti sedi dei Musei Civici di Bologna osservano un giorno di chiusura.

Programma

Giovedì 1° maggio 2025

MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna

La storia del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, aperto il 5 maggio 2007 nell’edificio dell’ex Forno del Pane, è strettamente legata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, istituzione che ha dato le origini all’attuale museo e sulla quale poggiano le basi della ricerca, del progetto e del dibattito culturale tuttora in evoluzione. Il 1° maggio del 1975 vengono inaugurati in Piazza della Costituzione gli spazi del museo disegnati appositamente dall’artista e architetto Leone Pancaldi (Bologna, 1915 - ivi 1995).

La GAM nasce nel clima di vivacità intellettuale che pervade la città di quegli anni, dopo aver visto precedere alla sua apertura ufficiale un decennio di eventi, esposizioni e concorsi realizzati in auspicio della sua costruzione riuniti sotto il titolo di Un Museo Oggi.

La trentennale attività della GAM si è basata su una progettualità binaria divisa tra la presentazione dell’avanguardia culturale e la rilettura della storia dell’arte italiana e internazionale: dalla Settimana Internazionale della Performance alle esposizioni antologiche dedicate ai protagonisti del Novecento, dalla parallela e complementare attività della sede di Villa delle Rose al costante monitoraggio della giovane arte italiana rappresentato dall’esperienza di Spazio Aperto.

A distanza di cinquant’anni dall’apertura dello spazio espositivo antesignano del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, si celebra questa ricorrenza con la mostra Antonio Masotti. Nascita di un museo, curata da Uliana Zanetti e fruibile liberamente nel Foyer del museo fino al 18 maggio 2025.

L’esposizione raccoglie una selezione delle stampe fotografiche originali di Antonio Masotti (Calderara di Reno, 1918 - Bologna, 2003), accompagnate dalla proiezione su schermo di tutte le immagini, acquisite in formato digitale per quest’occasione.

Il fotografo documentò i lavori di inventariazione delle collezioni e di allestimento delle mostre inaugurali della GAM, Avanguardie e cultura popolare, curata da Giovanni Maria Accame, e tre delle personali in programma dedicate rispettivamente a Luciano Minguzzi (a cura di Marco Valsecchi), Xanti Schawinsky (a cura di Franco Solmi) e Luciano De Vita (a cura di Andrea Emiliani). Il servizio fotografico divenne oggetto di un’ulteriore esposizione, Nascita di un museo, inserita tra quelle con cui la Galleria d’Arte Moderna prendeva avvio.

La mostra è inclusa tra le iniziative della 24° edizione dell’appuntamento annuale Quante storie nella Storia. Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio in archivio, promosso da Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna, Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale e Associazione Nazionale Archivistica Italiana - Sezione Emilia Romagna, che si svolgerà dal 5 all’11 maggio 2025.

In occasione dei festeggiamenti legati ai cinquant’anni dalla nascita della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, sono inoltre visitabili al MAMbo le mostre temporanee Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, con più di cento opere e documenti d’archivio di oltre settanta artisti, si propone di ripercorrere la storia dell’arte italiana tra XX e XXI secolo attraverso il tema dell’ironia, e Valeria Magli. MORBID, curata da Caterina Molteni nella Project Room, che ripercorre attraverso documenti d’archivio, abiti di scena, fotografie e opere d’arte la carriera della danzatrice e coreografa nota per aver indagato il linguaggio del corpo e del suo movimento stringendo un dialogo innovativo con il testo poetico.

Il Dipartimento educativo MAMbo propone, inoltre, dalle ore 15 alle 18 Ridiamoci su!, un’attività laboratoriale ad accesso libero, aperta alle persone di tutte le età, che trae ispirazione da The great wall of memes di Valentina Tanni, opera parte della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo. Durante il laboratorio ogni partecipante potrà guardare le opere della collezione permanente del MAMbo con ironia e farle diventare protagoniste di originali meme.

Lunedì 5 maggio 2025

Museo Civico Medievale

Con l’apertura del Museo Civico Medievale nella sede del quattrocentesco palazzo Ghisilardi-Fava (oggi palazzo Ghisilardi) il 5 maggio 1985, l’Amministrazione Civica di Bologna assolse l’impegno, già assunto da diversi anni, di riorganizzare il patrimonio museografico bolognese realizzando l’indispensabile scorporo dal Museo Civico Archeologico delle vaste sezioni dedicate alla cultura artistica medievale e rinascimentale.

Il progetto di trasferimento in una sede autonoma rispondeva a una duplice esigenza. La prima era quella di liberare le sale in cui erano conservati i materiali archeologici per consentire l’assetto del museo secondo più moderni e funzionali criteri, e il suo sviluppo legato ai continui apporti provenienti dagli scavi nel territorio bolognese; la seconda, di restituire le collezioni medievali e rinascimentali alla loro originaria realtà di opere e documenti che valgono non solo in quanto testimonianze d’arte, ma componenti di quel tessuto civile che costituisce la trama e il volto stesso dell’antica cultura della città felsinea. L’intervento di progettazione museografica curato dall’architetto Cesare Mari (PANSTUDIO architetti associati) ha ordinato un percorso di visita distinto in due parti, che oggi coincidono rispettivamente con il piano terra assieme all’interrato e con il primo piano: da un lato testimonianze di grande rilevanza della vita e della cultura cittadina, risalenti prevalentemente all’epoca medievale; dall’altro oggetti di età moderna, di natura varia e provenienze diverse, frutto del raffinato ed eclettico collezionismo bolognese. Pur eterogenei per tipologie e provenienze geografiche, i due nuclei risultano integrati in un insieme coerente, rappresentativo della storia culturale e sociale della città di Bologna, mantenendo quel forte legame con il territorio che già informava il precedente Museo Civico inaugurato nel 1881 a Palazzo Galvani.

In occasione del quarantesimo compleanno, il Museo Civico Medievale amplia il percorso espositivo con una nuova sezione dedicata alle ceramiche rinascimentali, allestita nella sala 24 al primo piano di palazzo Ghisilardi. La selezione di manufatti che viene restituita alla fruizione permanente consente di ripercorrere lo sviluppo della ceramica figurata, vale a dire “istoriata” con soggetti tratti dalla mitologia antica, dalla storia sacra e dai repertori dell’ornato a grottesche.

La collezione di ceramiche del Museo Civico Medievale di Bologna è unanimemente ritenuta una delle più rilevanti d’Italia per consistenza e per qualità, è considerata importante anche per il prestigio delle provenienze dei suoi quasi trecento pezzi. Formatasi grazie alla confluenza di raccolte storiche, si è ulteriormente accresciuta grazie a donazioni e lasciti di privati (famiglie Rusconi e Pepoli), pervenute dopo la fondazione del Museo Civico nel 1881. Destinati in gran parte ab origine ad un collezionismo illustre, alcuni indiscussi capolavori presenti in museo sono riferibili ai maggiori centri di produzione italiana: Faenza, Casteldurante, Urbino.

All’interno della raccolta, un capitolo a parte è riservato alle ceramiche ispano-moresche a lustro metallico, realizzate da maestranze di area valenzana, che operavano soprattutto nel centro maggiore di Manises, recuperando tecniche e stili ornamentali derivati dalla produzione ceramistica dell’Oriente islamico. La selezione di esemplari esposti è databile fra la seconda metà del XV e il XVI secolo ed è decorata con motivi stilizzati per lo più di ispirazione vegetale o faunistica, ottenendo effetti di stupefacente cangiantismo cromatico nel rosso rubino dell’oro, talvolta associato al blu.

Nel corso degli anni il patrimonio del Museo Civico Medievale si è arricchito grazie a importanti donazioni che, non solo per la loro entità, ma anche per la qualità artistica dei pezzi, hanno contribuito ad incrementare in modo significativo le raccolte già esistenti, colmandone talvolta le lacune o integrandosi perfettamente. Si tratta di eventi rilevanti non solo per il testimoniare in modo tangibile la fiducia verso i Musei Civici di Bologna come luogo elettivo di eccellenza per garantire ai posteri lo conservazione, la valorizzazione e la fruibilità pubblica di beni collezionati per gusto privato, ma anche per lo stimolare inaspettati incontri e intrecci, forieri di nuovi interessi e studi volti ad approfondire la ricerca e a valorizzare le stesse collezioni museali.

Il caso più recente è quello della raccolta di arte orientale appartenuta al collezionista inglese Norman Jones (1903-1985), pervenuta al Comune di Bologna nel 2023 grazie al generoso atto di donazione voluto dalla figlia Ruth, residente nella città da molti anni.

L’eclettico nucleo collezionistico donato si compone di 146 oggetti e opere che comprendono tessuti, sculture, stampe, disegni e acquerelli, provenienti dall’estremo Oriente e dal continente africano, alcuni dei quali risalenti all’epoca dell’antico Egitto, oltre a libri e fotografie.

Prima occasione pubblica di presentazione e valorizzazione è la mostra Prospettive d’Oriente. La donazione Norman Jones al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo, Giovanni Gamberi, Massimo Medica e Luca Villa, che espone una selezione di 47 pezzi, tra miniature indo-islamiche di Murshidaba, statue e oggetti di ispirazione induista, xilografie giapponesi, netsuke e oggetti di uso privato. Inaugurata lo scorso 23 novembre nel Lapidario del museo, la mostra - promossa dai Musei Civici d’Arte Antica in collaborazione con il Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale (CSAEO) di Bologna - è aperta fino a lunedì 5 maggio 2025.

Nell’immagine: Galleria d’Arte d’Arte Moderna di Bologna, 1975. Foto di Antonio Masotti. Su gentile concessione di Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Archivio Antonio Masotti

Bologna, iniziative speciali e aperture gratuite per i 50 anni della GAM e i 40 del Museo Civico Medievale
Bologna, iniziative speciali e aperture gratuite per i 50 anni della GAM e i 40 del Museo Civico Medievale


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte