Il MIC di Faenza acquisisce Il Piede di Luigi Mainolfi, arricchendo la sua collezione di scultura contemporanea


Il MIC Faenza ha acquisito un’opera d’arte contemporanea: si tratta della scultura Il piede (1983) di Luigi Mainolfi, entrata a far parte della collezione permanente del museo grazie al Piano per l’Arte Contemporanea 2024 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea.

La collezione permanente del MIC Faenza si arricchisce di una nuova opera d’arte contemporanea. Si tratta de Il piede, scultura realizzata nel 1983 da Luigi Mainolfi (Rotondi, 1948), artista riconosciuto a livello internazionale per il suo percorso espressivo incentrato sull’uso della terracotta. L’opera sarà presentata ufficialmente sabato 10 maggio alle ore 11, nel corso di un’inaugurazione aperta al pubblico. L’acquisizione è stata resa possibile dal PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

"De Il Piede, scrive lo stesso Mainolfi, “a volte mi sfuggono le parti della terra durante il volo, i particolari si sfumano, mi avvicino e distinguo le foreste, le acque, il ruggire di un vulcano che sputa vita nella storia, l’arte delle terre. Percepisco il respiro delle montagne dove l’uomo ha trovato sempre, nella sua pelle, una caverna in cui pensare e sognare e mi avvolgo nella scultura dell’aria, nel fuoco dell’arte”. 

Luigi Mainolfi, Il Piede (1983)
Luigi Mainolfi, Il Piede (1983)

Sebbene opere di Luigi Mainolfi siano state più volte esposte all’interno del museo, il MIC di Faenza non possedeva finora alcuna opera dell’artista. La scultura, opera storicizzata della produzione di Mainolfi, realizzata nel 1983 e destinata all’esposizione a parete, si colloca in un periodo storico fondamentale per la riscoperta del valore espressivo della terracotta in ambito artistico. Gli anni Ottanta segnano infatti un momento cruciale per la ricollocazione di questo materiale nella pratica scultorea contemporanea, grazie anche all’interesse di artisti che hanno saputo valorizzarne le potenzialità simboliche e formali. Il piede si inserisce in un dialogo coerente con le opere di altri protagonisti di quella stagione artistica, come Nanni Valentini, Pino Spagnulo e Carlo Zauli, già presenti nella collezione del museo. Come per questi autori, anche nel lavoro di Mainolfi la terracotta assume una valenza poetica e concettuale. Attraverso una meticolosa ma potente gestualità, l’artista esplora temi legati alla memoria culturale e agli archetipi dell’uomo. Le sue opere interrogano il rapporto dell’uomo con la propria origine, con i luoghi della nascita e con la “terra madre” intesa come simbolo universale, culturale e antropologico.

Nel contesto della collezione faentina, Il piede contribuirà a rafforzare la lettura di un filone artistico che ha restituito alla ceramica un ruolo centrale nel dibattito visivo e teorico sull’arte contemporanea.


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