Mantova, si rinnova Palazzo San Sebastiano: nasce il Museo MACA - Mantova Collezioni Antiche


A Mantova è stato completamente rinnovato Palazzo San Sebastiano, storica sede delle raccolte civiche: quattro nuovi percorsi di visita e anche un nuovo museo, chiamato MACA - Mantova Collezioni Antiche.

A Mantova si rinnova Palazzo San Sebastiano, il museo che ospita le raccolte civiche della città dei Gonzaga. Un rinnovamento che interessa l’istituto fin dal nome: non più infatti “Museo della Città di Palazzo San Sebastiano”, come si chiamava finora, ma MACA - Mantova Collezioni Antiche. Il Museo MACA, ospitato in una delle più belle dimore gonzaghesche (Palazzo San Sebastiano, appunto, risalente al Cinquecento) è stato ripensato interamente negli allestimenti e nei percorsi di visita. Palazzo San Sebastiano fu fatto edificare da Francesco II Gonzaga fra il 1506 e il 1512, come la sola residenza stabile del principe fuori dal vasto complesso della corte di Palazzo Ducale. Si distingue dunque come unico caso nella tradizione gonzaghesca del potere.

Francesco II Gonzaga lo fece edificare e decorare tra il 1506 e il 1512 sul lato opposto alla reggia, a ridosso delle mura di cinta meridionali della città di Mantova e accanto a porta Pusterla. Si trattava di un’esclusiva dimora personale – di governo e di rappresentanza - in cui Francesco II visse dal 1508 al 1519 e ricevette ospiti illustri. Oltre a numerosi ambienti affrescati in forma fiabesca ed esotica, con ricche volte ricolme di imprese e simboli della casata, il marchese fece edificare un salone di 224 mq al piano nobile per ospitare, con adeguato fasto, la celebre e imponente serie dei Trionfi di Cesare di Andrea Mantegna, oggi a Hampton Court (Londra). Restaurato e adibito a sede museale nel 2004, il complesso oggi è rinnovato interamente nell’allestimento diventando sede del museo MACA - Mantova Collezioni Antiche.

In particolare, il nuovo museo nasce come percorso espositivo dedicato a quattro personalità mantovane che hanno contribuito attraverso i secoli a formare il patrimonio culturale della città: Francesco II e Vespasiano Gonzaga con le antichità classiche, Giuseppe Acerbi e Ugo Sissa con le collezioni egiziana e mesopotamica.

Il primo percorso (Francesco II e il Palazzo) ha luogo nelle due Camere poste a piano terra, denominate del “Porcospino” e del “Crogiolo”, a cui si accede dopo aver percorso la scenografica loggia a sette archi: sono entrambe dedicate ad approfondire la personalità e la cultura del padrone di casa, Francesco II Gonzaga, nella veste di uomo politico e di uomo di cultura. La Camera del “Porcospino” espone, la serie seicentesca ad affresco dei Trionfi di Cesare di Mantegna. Al centro campeggia il solenne e fiero ritratto del marchese Francesco II, databile alla fine del Quattrocento e attribuito allo scultore Gian Cristoforo Romano. La Camera del “Crogiolo” espone cinque straordinari busti in terracotta e il lucido settecentesco della “Pala della Madonna della Vittoria” di Andrea Mantegna – il cui originale è oggi al Louvre di Parigi – e un evocativo affresco strappato di scuola mantegnesca che illustra il tema del bivio tra virtù e vizio ed esorta ad agire con solerzia e con cautela.

Il secondo percorso, Collezione Vespasiano Gonzaga, porta il visitatore a compiere un viaggio tra Mantova, Sabbioneta e alcune altre residenze gonzaghesche, che tra XV e XVI secolo si arricchiscono di numerosi marmi antichi o di imitazione dell’antico. La collezione mantovana fu dispersa con la vendita a Carlo d’Inghilterra al principio del XVII secolo ma i marmi antichi raccolti da Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta, rimasero al loro posto fino alla fine del XVIII secolo, quando furono portati a Mantova a costituire il nucleo del nuovo museo dell’Accademia Mantovana di Lettere e Arti. Le raccolte antiquarie avevano un chiaro valore simbolico. Così si spiega, per esempio, il busto all’antica del duca di Sabbioneta realizzato dopo il 1585, ispirato ai busti imperiali romani. Tra le opere antiche esposte, vanno segnalati per la loro qualità il busto di Cicerone e la fronte di sarcofago con la storia di Venere e Adone, acquistata da Vespasiano Gonzaga a Roma. Alcune opere pseudo-antiche come i busti degli imperatori, e “il Cupido dormiente”, sono di straordinaria importanza.

Il terzo percorso, la sezione egizia (Collezione Giuseppe Acerbi), è suddivisa in quattro aree tematiche. La prima introduce la figura di Giuseppe Acerbi, console d’Austria in Egitto, viaggiatore esperto, studioso multidisciplinare oltre che collezionista; ospita materiali islamici ed etnologici, precedentemente conservati nei depositi, tra i quali spiccano per interesse una sella mamelucca e alcune armi nubiane. La seconda area tematica vede l’esposizione del nucleo più prestigioso delle antichità egiziane, ovvero le teste reali, che documentano l’interesse di Acerbi per le dinastie e i sovrani a partire dalla decifrazione dei loro nomi. Al corredo funerario è dedicata l’intera “Camera dei Brevi” arricchita da un papiro del Civico Museo Archeologico di Milano e da una mummia del Museo Civico Archeologico di Bologna. La quarta area tematica – Dei e templi – ospita il simbolo dell’intera collezione, il Gatto, l’animale sacro a Bastet, dea del focolare e della famiglia, oltre che della bellezza e dell’indulgenza verso se stessi.

Infine, l’ultimo percorso, Collezione Ugo Sissa, ricorda la figura di Ugo Sissa, che dal 1953 al 1958 fu Capo Architetto del Governo a Baghdad: il contatto con le civiltà del Vicino Oriente Antico scatenò in lui una travolgente passione per l’archeologia che sperimentò direttamente insieme all’acquisto di oggetti sul mercato antiquario. La raccolta si connota per la varietà tipologica dei reperti, per la diversa provenienza geografica e per il vastissimo periodo cronologico coperto. Gli utensili provengono dagli insediamenti più antichi della Mesopotamia ed appartengono soprattutto alla fase preistorica. Il fascino per la tecnica grafica della scrittura cuneiforme porta Sissa ad acquisire 7 tavolette di altissimo valore documentario. Le statuette sono i reperti che meglio testimoniano l’aspetto religioso e mitico della civiltà mesopotamica: raffigurano animali, divinità, personaggi regali e della mitologia, figure di devoti che indicano le parti del corpo bisognose di guarigione.

Per ulteriori informazioni, orari e biglietti: maca.museimantova.it

MACA - Mantova Collezioni Antiche
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