Il Nationalmuseum di Stoccolma ha acquisito un ritratto realizzato dalla pittrice italiana Sofonisba Anguissola: è la prima opera dell’artista a entrare nella collezione del museo. Il dipinto, raffigurante un uomo in abiti ecclesiastici, è esposto al pubblico a partire dal 16 settembre.
Sofonisba Anguissola (Cremona, 1532 – Palermo, 1625) fu una delle artiste più celebri del suo tempo, nota sia per la sensibilità con cui coglieva i dettagli realistici sia per l’abilità nel trasmettere le emozioni dei soggetti. Proveniente da una famiglia nobile, ricevette un’istruzione completa e, fatto straordinario per l’epoca, ebbe l’opportunità di studiare pittura al di fuori dell’ambito domestico. I suoi primi lavori comprendono diversi autoritratti e ritratti dei familiari, attraverso i quali perfezionò il proprio linguaggio artistico.
Il dipinto recentemente scoperto e acquistato dal Nationalmuseum ritrae un canonico regolare della Chiesa cattolica, membro di un capitolo della cattedrale che ha preso i voti sacerdotali ed è legato a un ordine religioso. L’uomo indossa il tradizionale rochetto bianco in lino, bordato di pizzo, sopra la veste talare. L’opera, eseguita a Cremona poco dopo il completamento della formazione di Anguissola nel 1551, è di piccole dimensioni: misura appena 19 x 15 centimetri. Nonostante le dimensioni ridotte, rivela tuttavia già la padronanza tecnica dell’artista e la sua precoce maturità espressiva, evidente nell’uso sapiente della luce e nelle minuziose rifiniture.
Lo sguardo diretto e penetrante del personaggio, carico di silenziosa intensità, restituisce un’immagine di profonda determinazione spirituale. Alcuni studiosi ipotizzano che il soggetto possa essere Ippolito Chizzola (1521–1565), canonico lateranense che soggiornò a Cremona negli stessi anni in cui vi operava Sofonisba Anguissola. Tuttavia, l’identificazione non è certa: la pittrice realizzò infatti diversi ritratti di canonici rimasti anonimi durante gli anni del Cinquanta del Cinquecento. Opere di piccolo formato come questa erano spesso destinate a essere donate a possibili mecenati, strategia che contribuì a consolidare il successo dell’artista fino a portarla, nel 1559, alla corte di Filippo II di Spagna.
L’acquisto, reso possibile grazie al contributo del Fondo Sophia Giesecke, rientra nel programma del Nationalmuseum volto ad ampliare la rappresentanza femminile nelle sue collezioni e a valorizzare le figure di artiste che hanno segnato la storia dell’arte.
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