Nuovi dati confermano l’impatto positivo dei musei sul benessere psicologico


Lo studio MINERVA, condotto a Palazzo Maffei con il Centro OMS dell’Università di Verona e pubblicato su “Frontiers in Psychology”, documenta miglioramenti significativi nei livelli di benessere psicologico dopo tre visite guidate, con riduzioni di ansia, depressione e distress.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Psychology conferma l’impatto positivo della fruizione artistica in museo sui parametri di benessere psicologico. La ricerca, parte del progetto MINERVA (Museo, Innovazione, Neuroscienze: Effetti Reattivi e reazioni psichiche al Valore Artistico), è stata condotta dal Centro OMS per la ricerca in Salute Mentale dell’Università di Verona in collaborazione con Palazzo Maffei, museo veronese che custodisce una collezione di oltre settecento opere tra arte antica, moderna e contemporanea. Il progetto è stato coordinato dalla professoressa Michela Nosè insieme al gruppo del Centro OMS per la Ricerca sulla Salute Mentale, appartenente al Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona, e da Vanessa Carlon, direttrice del museo, con il coinvolgimento delle sue collaboratrici. Il valore attribuito all’iniziativa trova riscontro anche in ambito europeo. Nel recente documento della Commissione Europea Culture and Health. Time to act, dedicato al ruolo delle arti nelle politiche sanitarie, il progetto MINERVA viene citato come esempio di buona pratica e rappresenta l’unica esperienza italiana menzionata.

I dati raccolti suggeriscono un possibile ruolo dei musei all’interno di strategie di salute pubblica orientate al miglioramento delle condizioni psichiche della popolazione generale. Lo studio si è svolto tra maggio e novembre 2024 e ha coinvolto 103 partecipanti, sottoposti a un percorso museale strutturato in tre diverse visite guidate tematiche, distanziate di una settimana. La valutazione degli effetti è stata effettuata attraverso questionari validati a livello internazionale, utilizzati per misurare benessere psicologico, disagio psichico e sintomi di ansia e depressione, con somministrazione prima e dopo il ciclo di visite. I risultati indicano una riduzione notevole del disagio psicologico e un miglioramento complessivo dei parametri legati al benessere mentale.

Il campione analizzato era composto in prevalenza da donne, pari all’82,5% del totale, con un’età media di 53 anni. Il 43% risultava sposato, il 63% aveva figli e i partecipanti presentavano condizioni lavorative eterogenee. La componente sociodemografica mostrava inoltre un livello di istruzione tendenzialmente elevato, poiché più della metà dei partecipanti era in possesso di una laurea magistrale. Prima dell’inizio del percorso museale, il 67% del campione riportava un livello rilevante distress psicologico, mentre quasi la metà presentava sintomi di ansia lieve e una quota variabile mostrava sintomi depressivi associati a livelli medio-bassi di benessere psicologico. Il confronto tra i dati pre e post intervento evidenzia un miglioramento netto di vari indicatori. La percentuale di partecipanti con distress psicologico scende dal 67% al 56%, quella con ansia moderata o grave passa dal 13,6% al 6,8% e la percentuale con depressione moderata-grave si riduce dall’8,8% al 4,8%. Il punteggio medio relativo al benessere psicologico aumenta da 13,88 a 15,88, mentre la quota di partecipanti che riferisce un elevato livello di benessere cresce dal 34% registrato prima delle visite al 50% riscontrato al termine del percorso. Il miglioramento appare più rilevante nella fascia d’età compresa tra i 41 e i 60 anni. Oltre ai risultati clinici, lo studio documenta anche un alto grado di accettabilità del percorso museale.

Due ragazzi leggono la frase “In Art We dream, In Art We believe, In Art We trust”.
Due ragazzi leggono la frase “In Art We dream. In Art We believe. In Art We trust”.

Attraverso uno strumento psicometrico dedicato, tra l’89% e il 98% dei partecipanti ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, valutandola come soddisfacente, interessante e di facile fruizione. L’elevato livello di gradimento si aggiunge ai dati quantitativi che indicano un miglioramento importante dei parametri psicologici, confermando la possibilità che contesti culturali strutturati possano contribuire alla promozione della salute mentale nella popolazione generale.

“Questi dati confermano che l’arte può rappresentare una risorsa concreta per la salute pubblica”, spiega Michela Nosè. “Il progetto MINERVA apre una prospettiva di ricerca innovativa che unisce cultura e salute con basi scientifiche solide. Il nostro impegno è proseguire con studi più ampi e con disegni di studio randomizzati, rafforzando la collaborazione tra istituzioni culturali e sanitarie, così da tradurre questo potenziale in politiche stabili di promozione del benessere”.

“Noi crediamo nell’arte è una delle frasi che abbiamo posto sulle pareti alla fine del percorso di Palazzo Maffei”, commenta Vanessa Carlon. “Crediamo fermamente nel potere dell’arte, nella sua forza terapeutica come nella sua valenza formativa e di crescita personale. Grazie al progetto MINERVA sono stati raccolti ulteriori dati a supporto di questa visione: la stessa che ha spinto mio padre a far nascere Palazzo Maffei a che ci guida ogni giorno nel promuovere iniziative educative, di inclusione e a sostegno delle fragilità. Un ruolo sociale del museo che va di pari passo con quello culturale e sul quale è opportuna un’ampia riflessione”.

“Lo studio”, come si legge nel paper pubblicato, “dimostra il potenziale delle istituzioni culturali come contesti per interventi di salute pubblica,evidenziando il valore dell’integrazione delle esperienze culturali nelle strategie di promozione della salute mentale.

Palazzo Maffei, sede della ricerca, espone una raccolta riunita dall’imprenditore Luigi Carlon, con opere di artisti quali Picasso, Hokusai, Magritte, Kandinsky, Dürer, Canova, Braque, Ernst e de Chirico, all’interno del monumentale edificio affacciato su Piazza delle Erbe. Il riconoscimento sottolinea l’interesse crescente verso approcci che integrano le esperienze artistiche nelle strategie di promozione della salute mentale, suggerendo possibilità di sviluppo per future applicazioni in contesti museali e culturali.


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