Il Pergamonmuseum di Berlino, la sede del grande altare di Pergamo


Il Pergamonmuseum, al centro dell'isola dei musei di Berlino, è uno dei musei di antichità più noti del mondo, nonché sede del grande e spettacolare altare di Pergamo, capolavoro dell'arte ellenistica.

Progettato dall’architetto Alfred Messel (Darmstadt, 1853 - Berlino, 1909) e costruito in vent’anni, dal 1910 al 1930, sotto la supervisione di Ludwig Hoffmann (Darmstadt, 1852 - Berlino, 1932), il Pergamonmuseum di Berlino è oggi il museo più visitato della Germania. Si trova al centro dell’isola dei Musei della capitale tedesca e inizialmente fu progettato con lo scopo di accogliere i reperti provenienti dagli scavi archeologici che i Musei di Berlino avevano condotto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento principalmente in Grecia e in Turchia, anche se in città esisteva già una raccolta di opere antiche, che aveva sede nel Museo Antico, creato dinnanzi al Castello di Berlino. L’edificio progettato da Messel e Hoffmann è un grande complesso di tre ali costruito per accogliere tre nuclei collezionistici: la Antikensammlung, ovvero la collezione antica, il Vorderasiatisches Museum, ossia il Museo dell’Asia Anteriore o il Museo del Vicino Oriente, e il Museum für Islamische Kunst, il museo d’arte islamica. A partire dal 2013, è cominciato un grande restauro che ha portato alla chiusura di alcune porzioni del museo, tra cui anche la grande sala dell’altare di Pergamo.

La parte più famosa della collezione, la Antikensammlung, affonda le sue radici nelle collezioni dell’elettore di Brandeburgo e dei re di Prussia che furono suoi successori: ha 350 anni di storia ed è una delle più grandi collezioni del mondo dedicate alle antichità greche e romane, con statue, bronzi, vasi e terrecotte, gioielli e arti applicate, vetri, avori, elementi architettonici, lapidi e iscrizioni. L’arco temporale va dall’età del bronzo fino alla tarda età imperiale. Ci sono poi anche oggetti etruschi e reperti provenienti da Cipro e dal Mar Nero settentrionale. Si tratta di pezzi che sono arrivati a Berlino come acquisizioni, come donazioni oppure, come detto, da scavi archeologici che gli esperti dei musei hanno condotto anche fuori dalla Germania (in particolare nell’Ottocento e nei primi del Novecento, quando era normale... riportare a “casa” ciò che si trovava nel contesto di uno scavo). La Antikensammlung, peraltro, non è conservata solo al Pergamonmuseum: date le sue dimensioni, una parte si trova all’Altes Museum e un’altra ancora al Neues Museum.

Il Pergamonmuseum, esterno. Foto M. Sheikho
Il Pergamonmuseum, esterno. Foto M. Sheikho


L'altare di Pergamo. Foto Jan Mehlich
L’altare di Pergamo. Foto Jan Mehlich


L'altare di Pergamo. Foto Berlin.de
L’altare di Pergamo. Foto Berlin.de


La Porta del mercato di Mileto. Foto Berlin.de
La Porta del mercato di Mileto. Foto Berlin.de


La porta di Ištar. Foto Raimond Spekking
La porta di Ištar. Foto Raimond Spekking


Il Pergamonmuseum, esterno. Foto Raimond Spekking
Il Pergamonmuseum, esterno. Foto Raimond Spekking

Il Vorderasiatisches Museum, che è parte integrante del Pergamonmuseum, raccoglie invece manufatti del Vicino Oriente, disposti lungo un arco di circa seimila anni di storia: si tratta di reperti provenienti soprattutto dalla Mesopotamia, dalla Siria e dall’Anatolia. Anche questa è una delle collezioni più impressionanti al mondo nel suo genere, dato che conta circa 270.000 oggetti, raccolti soprattutto durante gli scavi tedeschi a Babilonia, Assur, Uruk e Sam’al. Lo stesso discorso può essere fatto per il Museum für Islamische Kunst, che accoglie una delle più vaste collezioni di arte islamica al di fuori dei paesi arabi, con opere d’arte decorativa e reperti archeologici realizzati dalle popolazioni musulmane oltre che dalle minoranze cristiane ed ebraiche vissute in paesi a dominanza musulmana tra il VII e il XIX secolo.

I visitatori tuttavia si recano al Pergamonmuseum soprattutto per vedere l’altare di Pergamo, che è una delle strutture più famose dell’arte ellenistica, e fu commissionato in onore di Zeus da Eumene II, re di Pergamo dal 197 a.C. fino all’anno della sua morte, il 160 a.C. L’altare doveva celebrare la vittoria di Pergamo sui Galati nel 166 a.C. e si presenta come un grande colonnato che si eleva su di un basamento (in tutto la struttura è alta 25 metri e larga 35) quadrangolare con due avancorpi che gli dànno la caratteristica forma a “U”. Lungo 120 metri nel suo complesso, è decorato con pannelli alti 228 centimetri e larghi tra i 70 e i 100 centimetri ciascuno: il fregio raffigura la battaglia degli dèi dell’Olimpo contro i Giganti ed è un capolavoro dell’arte ellenistica. L’altare, che dominava l’acropoli di Pergamo (il centro si trova in Asia Minore, nell’odierna Turchia, vicino alla città di Smirne), fu scoperto dall’ingegnere tedesco Carl Humann che era stato incaricato dall’impero ottomano di progettare una strada nella zona: a seguito del rinvenimento, cominciò lo scavo archeologico che si poneva l’obiettivo di studiare l’altare e capire cosa fosse rimasto. Il frontone occidentale fu trasportato a Berlino nel 1886, dietro consenso del sultano Abdul Hamid II, e nella capitale tedesca l’altare fu ricomposto secondo la ricostruzione dell’archeologo Otto Puchstein. Durante la seconda guerra mondiale, l’altare di Pergamo fu nuovamente smontato per essere messo al sicuro dai bombardamenti nella Flakturm di Berlino, ma le travagliate vicende del complesso non erano finite, perché nel 1948 fu prelevato dall’Armata Rossa che lo inviò a Leningrado: tornò a Berlino soltanto nel 1958, come regalo dell’Unione Sovietica alla DDR.

L’altare non è comunque l’unica meraviglia capace di stupire il pubblico al Pergamonmuseum: l’istituto conserva infatti altre strutture non meno imponenti. Vale la pena menzionarne due: la prima è la Porta del mercato di Mileto, proveniente dall’antica città dell’Asia Minore. Risale al II secolo dopo Cristo, ed era la porta (larga trenta metri, alta sedici e profonda cinque) che conduceva alla piazza del mercato di Mileto: fu rinvenuta agli inizi del Novecento da un team di archeologi tedeschi che operava in città, e che fecero riemergere i frammenti della costruzione (che andò distrutta durante un terremoto tra il X e l’XI secolo) per rimetterla in piedi a Berlino. La porta che vediamo oggi, peraltro, è frutto di una ricostruzione che ha adoperato anche materiali nuovi, visto che non tutto ciò che c’era di originale si è salvato. La seconda è la Porta di Ištar, una delle antiche porte della città di Babilonia, che sorprende il pubblico per le sue pareti blu con le decorazioni in ceramica invetriata che raffigurano leoni, draghi, tori, fiori. Risalente al 575 a.C., la porta babilonese raggiunse Berlino con le stesse modalità delle altre strutture: scoperta dagli archeologi e inviata in Germania.

A partire da novembre 2018, il museo ha aperto un nuovo spazio, chiamato Pergamonmuseum: The Panorama: si tratta di un padiglione per mostre temporanee costruito dalla Stiftung Preußischer Kulturbesitz. L’edificio è stato pensato per offrire al pubblico una valida alternativa alla Sala dell’altare di Pergamo durante la sua ristrutturazione (che si prevede lunga), e si trova di fronte all’isola dei Musei. Il Pergamonmuseum ospita comunque spesso mostre di livello sull’archeologia e non solo, e poiché l’istituto è molto visitato e frequentato da berlinesi è turisti è sempre consigliabile prenotare per tempo il proprio biglietto.


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