Alla scoperta dei più bei borghi tra la ValSeriana e la Val di Scalve


Tra la ValSeriana e la Val di Scalve, a meno di un’ora da Bergamo, si possono raggiungere incantevoli borghi che offrono suggestivi scorci, opere artistiche e architettoniche da scoprire, antichi saperi da conoscere. Ecco quali sono i più belli. 

A meno di un’ora da Bergamo, tra la ValSeriana, la vallata alpina del bacino idrico del fiume Serio e che partendo da Bergamo si estende verso nord-est per una sessantina di chilometri, e la Val di Scalve, la valle del torrente Dezzo sulle Alpi Orobie Orientali che si estende per una larghezzza di diciannove chilometri occupando l’estremo angolo nord orientale della provincia bergamasca, si trovano piccoli e incantevoli borghi che offrono suggestivi scorci, opere artistiche e architettoniche da scoprire, antichi saperi da conoscere, ma anche storie del passato delle valli e di personaggi che qui hanno intrecciato le loro esistenze e i loro geni creativi. Storie che, stratificate nei secoli, hanno creato una geografia artistica che merita di essere scoperta lentamente, in borghi che in questo momento dell’anno si vestono a festa, per diventare ancora più graziosi e suggestivi.

Tra questi vi è Olera, borgo medievale situato a circa cinque chilometri dal centro Alzano Lombardo, in una piccola valletta laterale, parallela alla valle del Nesa, che degrada dalle pendici del Canto Alto ed è compresa tra i monti Zuccone e Colletto. Il borgo, circondato dal paesaggio collinare, è caratterizzato da un gruppo di case addossatele une alle altre attorno alla Parrocchiale e da un susseguirsi di archi, viottoli, finestrelle e portoni che si incontrano nel suo centro circondato da vie pedonali. Si parte da piazza Fra Tommaso da Olera (il borgo ha infatti dato i natali al Beato Tommaso Acerbis (Olera, 1563 – Innsbruck, 1631), tra i mistici più interessanti del Seicento appartenente all’Ordine dei frati minori cappuccini, che si distinse per la sua ttività di predicatore, la sua umiltà e la sua fama di taumaturgo e di scrittore), per poi raggiungere i punti principali del borgo, come la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, che custodisce uno splendido polittico realizzato da Cima da Conegliano nel 1495 forse su commissione dei tagliapietra oleresi attivi in Veneto. Si tratta di un’opera sorprendente per la profusione di oro e la pittura raffinatissima, in particolare si noti il pannello centrale con la Madonna col Bambino, tenera e dolcissima. La vicina e antica chiesetta della Santissima Trinità conserva invece una pala d’altare raffigurante l’Incoronazione della Vergine recentemente attribuita a Pase Pace, un artista di cui poco si sa: non si conoscono l’anno e il luogo di nascita di questo pittore, figlio di Filippo, attivo a Venezia a partire dall’ultimo decennio del XVI secolo. Attraversando infine l’abitato, si giunge alla chiesa di San Rocco, situata oltre il paese, in una posizione che apre un bellissimo scorcio sulla valle sottostante.

Vi è poi Borgo Taramelli, cuore di Selvino, a cui si può accedere o dal versante del Caffè Del Piccinini, passando quindi per uno stretto viottolo sul quale si affacciano portoncini, ballatoi, davanzali, scalette, finestre e bifore decorati, o dalla centrale via Monte Rosa, che si apre infine sulla piazzetta intitolata a Guglielmo Marconi. Da qui si arriva in un ampio cortile, chiuso da una bassa cinta muraria: si tratta del perimetro su cui fino ai primi anni del Novecento era costruita una stalla che veniva utilizzata dagli abitanti del borgo. L’edificio centrale è uno dei più vecchi edifici di Selvino, risalente ai primi anni del Cinquecento. Da questo antico caseggiato è stato ricavato l’ex Albergo Falcone, primo albergo di Selvino, che nei primi anni del Novecento venne preso in mano da uno dei fratelli Taramelli e nello stesso periodo la stalla venne abbattuta. È oltrepassando il doppio portichetto che si giunge però ad un arco con tettuccio simile a un piccolo ponte sospeso detto “Canècc”, il quale funge da porta di accesso interno al borgo vero e proprio. Alla sinistra dell’arco è visibile la linea di un arco chiuso da una portafinestra, e sulla sommità di quella linea vi è uno stemma in pietra recante la data 1563, con tre simboli stilizzati e uno più grande al centro. Sopra questo stemma, un quadro, oggi restaurato, rappresenta una Madonna con Bambino risalente allo stesso periodo. L’arco con lo stemma era l’antica porta del primo nucleo dell’ex albergo Falcone.

Immancabile tappa se si va alla scoperta dei borghi di questo territorio è certamente Clusone, tra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Conosciuta anche come Città dipinta, per via dei molti affreschi che si trovano su edifici pubblici e privati del centro storico, Clusone offre ai suoi visitatori un’incantevole scorcio su Piazza dell’Orologio, che prende il nome proprio dall’Orologio Fanzago che si trova sulla Torre del municipio, dallo scorso anno periodicamente animata da videoproiezioni. L’Orologio Fanzago fu progettato nel 1583 da Pietro Fanzago e viene caricato ancora oggi manualmente, indicando con un’unica lancetta che ruota in senso antiorario le ore, i mesi, i giorni, la durata del giorno e della notte, i segni dello zodiaco e le fasi lunari. Ma Clusone ha ancora molto altro da offrire: la Basilica di Santa Maria Assunta e l’Oratorio dei Disciplini sulla cui facciata è visibile uno dei simboli dell’arte clusonese, la Danza Macabra. Un’opera unica in Europa che dal 1485 (come si legge nel primo cartiglio a sinistra) è affrescata sulla facciata. È da considerarsi come una sorta di antologia dei temi macabri quattrocenteschi uniti in un’unica rappresentazione: in alto il Trionfo della Morte, al centro la Danza Macabra sottoforma di una lenta processione in cui ogni individuo è accompagnato dal proprio scheletro, e in basso una sorta di Giudizio Universale, che però ora è quasi completamente andato perduto. Dal sagrato della Basilica si può ammirare il panorama sull’Altopiano e su pianoro di San Lucio, fino a incontrare la piccola chiesetta della Trinità posta sul colle Crosio. Nel centro storico vi lascerete affascinare dai numerosi palazzi nobiliari e dalle chiese minori, fino a raggiungere il MAT – Museo Arte Tempo, dove è conservata una collezione di rarissimi meccanismi di orologi da torre, oltre ad opere che spaziano dalle tele alle sculture, ai disegni e agli sbalzi, allestiti tra le gallerie e le volte affrescate del Palazzo Marinoni Barca.

Olera
Olera. Foto di Lino Olmo Studio
Borgo Taramelli
Borgo Taramelli
Clusone
Clusone

Se volete immergervi in un luogo di pace, riconnettendovi con la natura, assaporando i ritmi lenti della vita di montagna e godervi il panorama sui Giganti delle Orobie, dovete visitare l’antica contrada montana di Cacciamali, situata ad Ardesio, a 1030 metri di altitudine sulle pendici del Monte Secco. Vi si arriva a piedi da una strada sterrata con un percorso di circa un’ora, accompagnati dalle parole di Dino Buzzati che troverete nei nove Segnali di Cultura, nove tappe che segnano la via.

Altro Borgo tra i più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club è Gromo, situato verso la parte più a nord della ValSeriana. Il borgo medievale è conosciuto anche come la Piccola Toledo per la produzione di armi bianche che in passato venivano qui forgiate. La sua struttura è quella tipica dei villaggi di montagna, caratterizzato da vicoli e case in pietra con balconi e loggiati. Da visitare, la Chiesa Parrocchiale di San Giacomo Apostolo risalente al XII secolo, Piazza Dante, cuore pulsante del borgo, con il Palazzo Comunale del XV secolo; e ancora, l’antico Castello Ginami eretto nel 1226, che conserva ancora la torre trecentesca in bugnato rustico, la chiesetta di San Gregorio, costruita probabilmente come oratorio privato del Castello Ginami, e per finire, da vedere, la fontana marmorea del XVI secolo accanto al municipio, sormontata da un cigno, simbolo di Gromo. La visita al borgo non può che concludersi poi con il MAP - Museo delle Armi Bianche e delle Pergamene, allestito nelle sale affrescate di Palazzo Milesi, dove attraverso le collezioni di lame finemente lavorate, le armi in asta e le pergamene storiche è possibile ricostruire il sistema produttivo che aveva origine nell’estrazione dei minerali ferrosi nei territori di Valbondione, nella torrefazione del minerale in località Fom Negher e infine nella produzione di spade nelle fucine gromesi lungo il torrente Goglio.

Per concludere con Azzone, nella Valle di Scalve, a una cinquantina di chilometri da Bergamo. Da vedere la Torre Civica di origine medievale e recentemente ristrutturata; alta circa quindici metri, è costruita con massi squadrati e costituisce la figura principale dello stemma del Comune. Vi è inoltre la chiesa parrocchiale dedicata a San Filippo e San Giacomo, riedificata tra il 1724 e il 1733 e ampliata nel 1860, che custodisce alcune opere del clusonese Antonio Cifrondi. Del pittore tardo-barocco è anche la Madonna addolorata che è possibile ammirare nella Chiesa di Santa Maria Maddalena arroccata nella frazione di Dezzo, ultima tappa di questo viaggio tra i più bei borghi tra la ValSeriana e la Val di Scalve, per immergersi nella cultura delle Magnifiche Valli.

Per approfondire la storia e cultura della ValSeriana e Val di Scalve è possibile consultare il sito https://www.valseriana.eu/arte-e-cultura/

Attività realizzata con il contributo di Regione Lombardia nell’ambito del bando OgniGiorno inLombardia, progetto Campagna “Le Magnifiche Valli tra Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Cacciamali
Cacciamali
Gromo
Gromo
Azzone. Foto di Giovanni Marchesi
Azzone. Foto di Giovanni Marchesi


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