Dieci borghi da visitare in Calabria


Continua il viaggio lungo l'Italia, con dieci borghi da visitare in Calabria.

1. Gerace

Situata nei pressi di Reggio Calabria, è un antico borgo medievale che si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, sulla cima di una collina da cui si gode un vasto panorama sulla Locride, che arriva fino al mare. Nella zona erano presenti insendiamenti fin da epoche remote, anche se uno sviluppo consistente del borgo si ebbe soltanto a partire dal VII secolo dopo Cristo, quando le incursioni dei pirati spinsero gli abitanti della costa a cercare rifugio sulle montagne. L’importanza strategica della posizione rese Gerace, nel Medioevo, uno dei più importanti centri della zona, tanto che la maggior parte dei monumenti che ancor oggi si possono vedere nel borgo risalgono a quest’epoca. Tra questi, la Concattedrale, consacrata nel 1045, un possente edificio in stile romanico (anche se rimaneggiata nei secoli successivi), la chiesa di San Francesco (una delle più importanti chiese francescane del Meridione) e il Castello Normanno, edificato forse già nel VII secolo, ma poi ricostruito dai normani nell’XI secolo.

Veduta di Gerace
Veduta di Gerace

2. Tropea

La fama di Tropea è indiscutibilmente legata al suo principale prodotto gastronomico, la celebre cipolla rossa, e alle sue meravigliose spiagge, ma si tratta di uno dei centri più belli della regione: la “rupe di Tropea”, ovvero la grande falesia su cui sorge il borgo a picco sul mare, è una delle immagini “da cartolina” più famose dell’Italia meridionale. Secondo la leggenda, Tropea sarebbe stata fondata da Ercole: meno mitologicamente, l’insediamento è di origini romane, e la morfologia del territorio rese particolarmente importante il centro, dal momento che il borgo sulla sommità di una rupe garantiva un ampio controllo della zona circostante. Fu centro bizantino, poi arabo, quindi normanno e ancora aragonese, e molte sono le testimonianze antiche: dai tanti palazzi nobiliari al santuario di Santa Maria dell’Isola, dal cosiddetto “Sedile dei Nobili” (un edificio rinascimentale tra i più famosi della città) alla cattedrale di Maria Santissima di Romania, edificata in epoca normanna.

La rupe di Tropea
La rupe di Tropea. Ph. Credit Przemyslaw Idzkiewicz.

3. Fiumefreddo Bruzio

Si trova in provincia di Cosenza, su di un colle situato lungo la costa tirrenica. Il centro fiorì in epoca normanna, e ancor oggi l’aspetto è in gran parte quello del periodo, anche se gli edifici furono ricostruiti in seguito ai terremoti che nei secoli hanno colpito la zona. Da vedere nel borgo la chiesa di San Matrice Arcangelo che conserva opere di Francesco Solimena, uno dei più importanti artisti del Seicento nell’Italia meridionale, e il Castello, oggi in stato di rovina, ma che conserva sale affrescate negli anni Settanta da Salvatore Fiume, autore di un progetto di recupero “artistico” del borgo (suoi sono anche gli affreschi della chiesa settecentesca di San Rocco). Diversi anche gli edifici di epoca rinascimentale.

Il Castello di Fiumefreddo Bruzio
Il Castello di Fiumefreddo Bruzio

4. Aieta

Malgrado sia un borgo poco abitato (poco meno di 800 i residenti), Aieta, che si trova nel Parco Nazionale del Pollino a pochi chilometri dalla costa del Tirreno, è uno dei più importanti centri del Rinascimento in Calabria, soprattutto per via dell’imponente Palazzo Baronale che domina tutto il centro abitato, e che fu costruito nel XVI secolo dai Martirano: divenne poi possedimento dei Cosentino e degli Spinelli di Scalea. L’edificio, su tre piani, è uno dei più importanti edifici rinascimentali della regione. Del Cinquecento è anche la chiesa di Santa Maria della Visitazione (nota anche come “Santa Maria de Fora”), al cui interno si conservano pale di epoca manierista (come la Visitazione di Fabrizio Santafede). Il borgo conserva ancora in gran parte l’aspetto medievale.

Veduta di Aieta
Veduta di Aieta. Ph. Credit

5. Rocca Imperiale

La cittadina, che si trova sulla costa ionica ed è il centro più settentrionale della Calabria, è nota per i tradizionali limoni, prodotto IGP. In antico fu centro di notevole importanza in quanto situato lungo la via di comunicazione che univa la Calabria alla Puglia: il nome, Rocca Imperiale, deriva dal fatto che qui Federico II volle far costruire un castello per controllare la zona e per ospitare la sua corte durante gli spostamenti. Lo sviluppo del borgo è dunque legato a questo importante evento, e ancor oggi il Castello Svevo domina l’intero borgo, che si dipana tutto ai suoi piedi. Da vedere anche la Chiesa Madre, che come il castello risale al Duecento (ma fu ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi) e il Museo delle Cere, uno dei più importanti d’Italia, allestito nell’antico monastero dei Frati Osservanti.

Veduta di Rocca Imperiale
Veduta di Rocca Imperiale

6. San Giovanni in Fiore

San Giovanni in Fiore è il più grande centro della Sila (è infatti la sede amministrativa del Parco Nazionale della Sila) ed è situato a oltre mille metri sul livello del mare. Il borgo è ricco di storia: è legato alla figura del monaco Gioacchino da Fiore (qui si trova il monastero da lui fondato: l’abbazia Florense, da vedere), ma è noto anche perché nelle sue vicinanze furono catturati, nel 1844, i fratelli Bandiera assieme ai loro compagni. Tra i luoghi da visitare, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, di epoca rinascimentale ma rimaneggiata nei secoli, la chiesa di Santa Maria della Sanità e quella dell’Annunziata, e il duecentesco Arco Normanno, uno dei simboli della città Vicino al borgo si trova inoltre il sito di Iure Vetere (luogo della prima fondazione di Gioacchino da Fiore). Data la sua posizione, San Giovanni in Fiore è anche luogo da cui partire per un’escursione tra le meraviglie naturalistiche del Parco della Sila.

San Giovanni in Fiore, l'Abbazia Florense
San Giovanni in Fiore, l’Abbazia Florense

7. Stilo

L’origine magnogreca della cittadina di Stilo è evidente fin dal nome, dal momento che stylos in greco significa “colonna”. Situata alle pendici del monte Consolino, pare che sia nata a seguito della distruzione della città di Kaulon da parte di Dionisio I di Siracusa, nel 389 a.C.: certo è che ci sono attestazioni del borgo già in epoca romana, ma l’attuale aspetto risale al Medioevo, epoca in cui a Stilo sorsero i monumenti che ancor oggi vengono considerati simboli della cittadina. Tra questi, la più celebre è la Cattolica di Stilo, del IX secolo, edificio di culto riprodotto in tutti i manuali di storia dell’arte: è infatti uno dei più significativi monumenti bizantini che esistano in Italia (ma non solo: gli affreschi realizzati attorno all’anno Mille, in epoca normanna, sono gli unici del loro genere a essersi conservati nella regione), ed è ancora in un ottimo stato di conservazione. Di epoca antica è anche il Castello Normanno, dell’XI secolo, mentre più tarda (del Quattrocento) è l’imponente chiesa di San Francesco, che si presenta con la sua facciata settecentesca. Nel convento di San Domenico studiò un giovane Tommaso Campanella (in città è presente un monumento a lui dedicato).

La Cattolica di Stilo. Ph. Credit Francesco Bini
La Cattolica di Stilo. Ph. Credit Francesco Bini

8. Oriolo

Il borgo è costruito sopra uno sperone roccioso vicino alla costa ionica, non lontano da Rocca Imperiale: come molti centri della zona, nacque e si sviluppò in epoca medievale quando le coste erano infestate dai pirati e gli abitanti cercavano rifugio sulle colline e sulle montagne. Oriolo è dominata dal castello eretto dai Sanseverino, che furono feudatari del Castello per quasi un secolo e mezzo, tra il Quattrocento e il Cinquecento, e lo sviluppo della città è in gran parte legato al loro nome. Da vedere anche la Chiesa Madre, di origini normanne, ma che si presenta oggi nel suo aspetto settecentesco.

Veduta di Oriolo
Veduta di Oriolo

9. Scilla

Splendido luogo di soggiorni balneari, si trova sulla costa tirrenica nei pressi di Reggio Calabria, e il nome del borgo è legato a quello della mitologica ninfa del mare che, secondo la leggenda, fu trasformata in un orribile mostro dalla maga Circe, invidiosa di lei: è descritta come un serpente dotato di teste di cane, ed è nota soprattutto perché nell’Odissea si avventa contro Ulisse e compagni durante il passaggio dello stretto di Messina. Il borgo è di origini magnogreche, ma pare che in zona ci fosse anche un insediamento dei Tirreni, che dominarono quest’area. Oggi Scilla si presenta come un borgo scenograficamente aggrappato a un promontorio: da vedere le grandi spiagge di sabbia, il centro storico (noto come “San Giorgio”: qui si trovano la chiesa di San Rocco, il Castello Ruffo e il Palazzo Comunale), e il quartiere di Chianalea, antico borgo di pescatori, che ancora segue la sua vocazione senza esser troppo intaccato dal turismo.

Veduta di Scilla
Veduta di Scilla

10. Bova

Bova, nonostante le ridotte dimensioni (conta infatti poco più di quattrocento abitanti), è considerata la capitale della “Bovesìa”, ovvero l’area della provincia di Reggio Calabria in cui si parla greco: la zona è infatti da secoli abitata da una folta minoranza linguistica che parla in lingua ellenica. Fu un piccolo centro della Magna Grecia soggetto ai tiranni di Siracusa, e nel Medioevo fu dapprima colonia bizantina, poi normanna. Dopo i normanni, diventò possedimento dell’arcivescovo di Reggio Calabria. Da vedere nel borgo le rovine del Castello Normanno, la Torre Normanna, e le chiese: la Cattedrale, la chiesa di San Leo e quella di San Rocco.

Veduta di Bova
Veduta di Bova. Ph. Credit Filippo Parisi


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