Dieci borghi da visitare in Puglia


Viaggio in Puglia alla scoperta di dieci meravigliosi borghi da visitare in questa regione del sud.

1. Monte Sant’Angelo

Sorge su uno sperone del promontorio del Gargano, e fu fondata attorno all’anno Mille, anche se la sua storia è più antica: si trova qui la grotta dove fu fondato nel V secolo il santuario di San Michele, secondo la tradizione per ordine del santo stesso. La grotta diventò dunque plurisecolare luogo di pellegrinaggio, e il santuario che oggi sorge sul sito è quello che fu costruito nel XIII secolo (oggi è nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nel sito “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”). Numerose le chiese che si trovano nel borgo: il Battistero di San Giovanni in Tumba situato vicino ai resti dell’antica chiesa di San Pietro, la chiesetta di Sant’Apollinare, del VII-VIII secolo, la chiesa di Santa Maria Maggiore e molte altre. Del IX secolo è invece il Castello di Monte Sant’Angelo, ampliato nei secoli seguenti e poi ulteriormente fortificato nel Quattrocento dopo l’avvento delle armi da fuoco. Le mura che cingono il borgo (ne rimangono tracce) sono invece duecentesche. Il folklore del Gargano si approfondisce nelle sale del Museo di Arti e Tradizioni Popolari, mentre il Museo Lapidario, nel complesso della basilica di San Michele Arcangelo, ospita numerose opere e reperti di epoche antiche. Lo stesso complesso ospita il Museo Devozionale, che ripercorre la storia della devozione a san Michele. Monte Sant’Angelo, infine, è punto di partenza per escursioni naturalistiche nella Foresta Umbra (anch’essa bene iscritto nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nel sito transnazionale “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”).

Il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo. Ph. Credit Santuario San Michele
Il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo. Ph. Credit Santuario San Michele

2. Gravina in Puglia

La città moderna oggi conta più di quarantamila abitanti, ma il suo centro storico, che si trova sopra un banco di calcare vicino al confine con la Basilicata, nel territorio della Murgia, ha molto da raccontare. Area d’insediamenti paleolitici, Gravina fu città greca, poi romana, e quindi occupata dai barbari scesi in Italia. Nel Medioevo fu longobarda, normanna, angioina, e dal 1310 al 1816 fu feudo degli Orsini. La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale edificio di culto della città, e una particolarità del luogo sono le chiese rupestri, come quella di Sant’Andrea: sono chiese scavate direttamente nella roccia. Altro bizzarro edificio di culto, unico al mondo, è il santuario della Madonna della Grazia, che ha una facciata a forma di stemma nobiliare: riproduce infatti lo stemma della famiglia del prelato che la fece costruire, il vescovo Vincenzo Giustiniani. Il Castello Svevo fu voluto da Federico II (che non lontano da qui fece edificare l’arcinoto Castel del Monte). Storia e arte della città sono custodite anche dai quattro musei: il Museo Civico Archeologico, il Museo Capitolare di Arte Sacra, il Museo Laboratorio della Civiltà Contadina e degli Antichi Mestieri e il Museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi.

Veduta di Gravina in Puglia
Veduta di Gravina in Puglia

3. Pietramontecorvino

Si trova sui monti della Daunia, vicina al confine con il Molise, e probabilmente ha origini nell’alto Medioevo. Fu a lungo normanna, quindi diventò angioina e feudo di diverse famiglie. Il centro storico è noto come “Terravecchia” ed è un borgo medievale ben conservato, che si caratterizza per le case in tufo scavate direttamente nella roccia. Simbolo del borgo è la Torre Normanna, quadrata e alta quasi venticinque metri. La chiesa madre risale al Trecento, mentre simbolo del potere locale è il Palazzo Ducale, del quale però non conosciamo con certezza la data di realizzazione.

Veduta di Pietramontecorvino
Veduta di Pietramontecorvino

4. Presicce

Situata nella piana leccese, Presicce è quasi una Lecce “in piccolo”, grazie ai numerosi edifici barocchi che qui si ammirano, a cominciare dalla chiesa madre di Sant’Andrea Apostolo, costruita nel tardo Settecento sui resti di un più antico tempio crollato durante il terremoto del 1743, per continuare con la cappella Arditi e con i numerosi palazzi nobiliari del centro. Presicce è anche un centro famoso per la produzione di olio: celebri sono i suoi frantoi ipogei, noti anche come “trappeti”, costruiti nel sottosuolo. Il Palazzo Ducale (di origine normanna, rimaneggiato fino al XX secolo) ospita il Museo della Civiltà Contadina.

Presicce, la chiesa di Sant'Andrea Apostolo
Presicce, la chiesa di Sant’Andrea Apostolo

5. Vico del Gargano

Sorge nella parte settentrionale del promontorio del Gargano, nel cuore del Parco Nazionale, in un’area abitata sin dalla preistoria. Vico è però nominata per la prima volta nel 1113: all’epoca, fu conquistata dai normanni, che qui costruirono una fortezza, ancora visibile, seppur ampliata e ricostruita nel tempo. Fu dunque feudo di diverse famiglie nel corso dei secoli. Come in molte località del Gargano (e in generale della Puglia), anche a Vico abbondano le chiese: la più antica è la Chiesa matrice. Nel borgo c’è anche una singolare costruzione... fiorentina: è il Palazzo Della Bella, voluto all’inizio del Novecento da un nobile, Ignazio Della Bella, che desiderava una residenza che ricordasse Palazzo Vecchio a Firenze, dato il gusto neogotico imperante all’epoca. Nella frazione a mare di San Menaio, nota per le sue lunghe spiagge che si trovano al di là delle pinete costiere, si trova la Torre dei Preposti: una fortezza del Trecento che aveva la doppia funzione di sistema di difesa e di dogana. Infine, Vico del Gargano è nota per le sue deliziose arance, tipiche della zona.

Veduta di Vico del Gargano. Ph. Credit Carlos Solito
Veduta di Vico del Gargano. Ph. Credit Carlos Solito

6. Alberona

Borgo di appena novecento abitanti sui monti Dauni, Alberona è situata alle pendici del monte Stillo e ha origini medievali, e fu fondata attorno all’anno Mille. Come molti borghi di questa zona, fu soggetta a diverse dominazioni: quella dei normanni, quella sveva, quella angioina, e fu infine del regno di Napoli. Fu a lungo controllata anche dai cavalieri templari, ed è per questo motivo che nel borgo rimangono alcune testimonianze della loro presenza. Il centro storico si caratterizza per le case in sassi e pietra bianca e si raduna attorno alla Torre del Priore del XII secolo, antico forte dei templari e poi sede del Gran Priore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta di Barletta: oggi è invece sede della sezione locale di Italia Nostra. La visita al centro comprende poi la chiesa di San Rocco, con le sue forme neogotiche, la chiesa Madre, anch’essa costruita dai templari, e il Museo Antiquarium. Dall’Arco dei Mille si gode un panorama sulla zona circostante.

Veduta di Alberona
Veduta di Alberona. Ph. Credit

7. Cisternino

Si trova in un territorio abitato fin dalla preistoria, anche se il borgo attuale è menzionato per la prima volta nel 1180 come Cisturninum: il toponimo non ha niente a che fare con cisterne e simili, ma pare derivi dalla leggenda secondo cui a fondare la città sarebbe stato Sturnoi, compagno di Diomede nella guerra di Troia. In epoca romana è citato come Sturninum, mentre la denominazione Cisturninum deriverebbe da quella di un’abbazia (San Nicolò Cis Sturninum, cioè “al di qua di Sturninum”) fondata sul sito dove oggi sorge la chiesa matrice. Nel Medioevo fu a lungo sede di una baronia, e tra Quattrocento e Cinquecento ebbe anche una parentesi veneziana: la Serenissima, infatti, la conquistò nel 1495 nell’ottica di una politica di espansionismo che prevedeva la conquista di alcuni porti pugliesi, ma dovette cederla nel 1528 agli spagnoli. Il centro si caratterizza per i suoi edifici bianchi, e simbolo del borgo è la Torre di Porta Grande, alta diciassette metri, antico ingresso alla città. La chiesa madre, dedicata a San Nicola, è trecentesca. Fuori dal centro abitato sorge infine il santuario della Madonna d’Ibernia: secondo la leggenda, fu fondato dopo un’apparizione della Madonna, che avrebbe indicato il luogo dove erigerlo.

La piazza centrale di Cisternino
La piazza centrale di Cisternino

8. Locorotondo

Fu fondata attorno all’anno Mille e il nome del borgo deriva dalla sua forma: le case infatti sono disposte su un colle a cerchi concentrici (Locus Rotundus, cioè “luogo rotondo”). Narra la tradizione che la città si sviluppò grazie a un miracolo di san Giorgio: al santo è dedicata la chiesa principale del borgo, costruita alla fine del Settecento. Più antica è invece la chiesa della Madonna della Greca, menzionata per la prima volta nel Cinquecento, ma più antica. Locorotondo è inoltre luogo di produzione dell’omonimo vino doc.

Veduta di Locorotondo
Veduta di Locorotondo. Ph. Credit

9. Peschici

Nota soprattutto come località balneare in una delle zone più belle del Gargano, Peschici è anche un borgo dalla lunga storia, le cui prime attestazioni rimandano al X secolo: antica colonia slava (la radice “pés” nelle lingue slave indica la sabbia), dipendeva nel Medioevo da Monte Sant’Angelo, e fu quindi sveva e aragonese. Il borgo è punteggiato di torri costiere che avevano funzioni di avvistamento, ubicate in posizioni strategiche. Per le vie del centro ci s’imbatte in monumenti come il Castello bizantino, l’abbazia di Santa Maria di Calena (costruita nel IX secolo), la duecentesca chiesa di Sant’Elia.

Veduta di Peschici
Veduta di Peschici. Ph. Credit

10. Polignano a Mare

La città di Polignano a Mare esisteva già in epoca antica, come attestano i numerosi reperti qui ritrovati, ma il borgo si sviluppò solo con i normanni, nel XII secolo, e sotto gli Angiò crebbe la sua importanza commerciale. Tra Quattrocento e Cinquecento fu veneziana come diverse località costiere, per poi tornare spagnola. La rilevanza strategica e commerciale di Polignano non venne meno neppure successivamente e consentì alla città di fiorire. Il suo centro di case bianche è entrato nell’immaginario collettivo come “fotografia” tipica delle città costiere della Puglia: camminando nel borgo, si trovano la chiesa matrice di Santa Maria Assunta (dove è conservato un polittico di Bartolomeo Vivarini), la seicentesca chiesa di Sant’Antonio, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano in stile neoclassico, e l’antichissima abbazia di San Vito, fondata nel X secolo. Polignano a Mare è anche la città natale di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento, Pino Pascali: a lui è dedicato un importante museo.

Veduta di Polignano a Mare
Veduta di Polignano a Mare


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