Il labirinto di Castel Trauttmansdorff: un dedalo verde ai piedi delle Alpi


Il Castello Trauttmansdorff di Merano è famoso perché qui, in passato, vi soggiornò l’imperatrice Sissi. E dal 2001 ospita anche un piccolo labirinto di tasso.

Il labirinto, si sa, è un simbolo ricco di significati e suggestioni, un viaggio sia fisico che metaforico attraverso le profondità dell’anima umana: accade così anche a Merano, dove dal 2001 il locale Castello di Trauttmansdorff accoglie un elegante labirinto in siepe di tasso che incarna la complessità, ma anche il divertimento associati a questo antico simbolo. Il labirinto, con la sua complessità e il suo mistero intrinseco, può diventare anche un argomento di pressante attualità soprattutto perché evoca le indecifrabilità e le fragilità del nostro tempo. Il suo significato, ampiamente discusso e interpretato attraverso le lingue e le culture moderne, si manifesta attraverso una varietà di sinonimi importanti e riflette la sua natura enigmatica e ambivalente divenendo sia simbolo di viaggio e percorso, sia spazio di smarrimento e ricerca interiore e continuando incessantemente a stimolare riflessioni profonde sull’essenza umana e sulle sfide dell’esistere.

L’intreccio di un labirinto quindi non solo rappresenta un percorso fisico, ma anche un viaggio simbolico verso la comprensione e l’illuminazione che, attraverso le sue trame e i suoi passaggi, sfida l’essere umano a confrontarsi con l’ambiguità del proprio essere, navigando tra la luce e l’ombra, la certezza e l’incertezza. Esso incarna, quasi magicamente, la tensione eterna tra l’uno e il molteplice, tra la conoscenza e l’ignoto, invitando coloro che vi si avventurano a esplorare i recessi più profondi della propria anima.

Ed è in questo contesto che diventa una metafora potente per il mistero della vita quotidiana: è un viaggio interiore che richiede coraggio, consapevolezza e accettazione di tutto ciò che sembra sconosciuto. La mitologica ed emblematica immagine del Minotauro, al quale il labirinto è sempre strettamente legato, sembrerebbe simboleggiare quella parte inafferrabile di noi stessi che così spesso viene celata, quell’ombra inquietante di possibilità nascoste che chiede semplicemente di essere accettata. Secondo Jung, che nei suoi studi aveva ampiamente parlato degli archetipi, l’ombra rappresenta proprio una parte inestricabile della nostra psiche, una porta angusta che conduce alla profonda sorgente dell’inconscio, ma è solo abbracciando questa parte inquietante di sé stessi che si può sperare di scoprire la verità nascosta al nostro interno, aprendo la spiraglio verso la conoscenza e la consapevolezza più profonde. 

Castello Trauttmansdorff
Castello Trauttmansdorff
Castello Trauttmansdorff
Il Castello Trauttmansdorff e il suo labirinto
Il labirinto del Castello Trauttmansdorff
Il labirinto del Castello Trauttmansdorff
Il labirinto del Castello Trauttmansdorff
Il labirinto del Castello Trauttmansdorff

Il labirinto del castello di Trauttmansdorff, aperto assieme ai suoi giardini nel 2001, incarna quella tipica capacità tutta europea di reinventare spazi con percorsi artistici affascinanti. Nonostante le dimensioni ridotte, il labirinto di Merano è un piccolo capolavoro, avvolto da un’atmosfera di sobrietà e gusto, le cui linee sinuose delle siepi e il fogliame compatto creano un’ambientazione che si contrappone, senza mai stridere, allo sfondo delle Alpi. Un piccolo capolavoro le cui forme s’incuneano perfettamente tra i terrazzamenti dei giardini del castello, che avvolgono un lieve pendio. Fu grazie al soggiorno dell’Imperatrice Sissi a Trauttmansdorff e alla pronta guarigione della figlia Marie Valerie, in precarie condizioni di salute, che la città di Merano ottenne una fama mondiale come luogo di cura e il suo castello divenne rapidamente una dimora ambita e frequentata da nobili e ricchi di ogni tipo. Nel 1889, diciotto anni dopo il suo primo soggiorno a Castel Trauttmansdorff e sei mesi dopo la morte del figlio Rudolf, l’Imperatrice Sissi diede l’ordine di prenotare nuovamente il castello per un altro soggiorno: il motivo di questo ritorno nella cittadina termale risiedeva nei “ricordi di periodi più felici”, come scrisse lei stessa. E così l’imperatrice tornò provando ad aggrapparsi proprio a quelle uniche dolci memori.Si dice che anche il labirinto fosse fortemente amato dalla principessa proprio per lo spettacolo naturale unico che nascondeva, che spazia dall’anfiteatro ricco di piante tropicali alle maestose cime montuose sullo sfondo.

L’area botanica è oggi divisa per ambienti climatici che ricreano le caratteristiche distintive di varie zone del mondo. Grazie al microclima della zona, è possibile immergersi in un’ambientazione africana, mediterranea e altoatesina, tutto nello stesso luogo, intraprendendo un viaggio botanico in giro per il mondo, dove piante e fiori provenienti da diverse parti del globo si trovano a breve distanza l’uno dall’altro. Ciò che rende i Giardini di Merano così speciali è proprio il fatto che non si tratta semplicemente di una collezione di piante, ma di interi ecosistemi paesaggistici e climatici accuratamente ricreati con oltre 80 aree botaniche e una varietà di giardini tematici, inclusi padiglioni artistici e stazioni sensoriali. Una volta arrivati al centro del labirinto si scopre, invece, un possente albero di melograno dove, secondo la tradizione, gli innamorati dovrebbero incontrarsi percorrendo vie differenti e suggellare per sempre il proprio amore.


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