San Pellegrino Terme, cosa vedere: itinerario in cinque tappe


Non solo acque: San Pellegrino Terme è nota anche per i suoi gioielli architettonici. Ecco cosa vedere, itinerario in cinque tappe.

San Pellegrino Terme: acque termali, montagne imponenti e uno stile senza eguali. A soli 20 chilometri da Bergamo si trova uno dei centri termali più famosi del Belpaese. San Pellegrino Terme è nota da secoli per la qualità delle proprie acque, ma ha anche molto altro da offrire. San Pellegrino Terme si trova nel cuore della valle Brembana, adagiato lungo le rive del fiume Brembo che divide in due il paese. Tutto attorno a San Pellegrino Terme è la maestosità della natura a farla da padrona, ma quando si cammina per le strade del paese a rapire l’occhio del visitatore sono anche i tanti gioielli architettonici che adornano le sue strade. A San Pellegrino si può respirare ancora l’atmosfera magica della Belle époque di inizio XX secolo resa alla perfezione dalle facciate dei numerosi edifici in stile liberty. Imperdibile poi è un bagno nelle vasche del Qc Terme, oltre seimila metri quadrati dedicati al benessere tra meravigliosi affreschi, colonnati e soffitti di inizio Novecento. Imperdibili poi sono le emozioni che si possono provare andando alla scoperta, a piedi o in bicicletta, dei tanti sentieri che partono da San Pellegrino Terme e si snodano lungo la valle Brembana. Ecco alcune tappe imperdibili del vostro soggiorno a San Pellegrino Terme.

1. Casinò municipale 

Suggestivo esempio di architettura liberty, il casinò municipale di San Pellegrino Terme è uno dei simboli più riconosciuti del paese da oltre cento anni. Disegnato dall’architetto Romolo Squadrelli, è stato inaugurato nel 1907 ed è celebre in primo luogo per la sua iconica facciata con le sue due alte torri che richiamano il casinò di Montecarlo. Questa è decorata con degli spettacolari altorilievi in pietra artificiale e vi spicca, tra l’altro, un alto pennone di ferro battuto opera di Alessandro Mazzucotelli. Alla base vi sono affrescati invece i cervi volanti che, come le farfalle, simboleggiano l’Art Nouveau. Non da meno sono anche gli interni dove, in un gioco allegorico di rimandi al luogo e alle proprietà delle sue acque, è sviluppato in ogni angolo il tema della ‘gioia di vivere’, tra affreschi, sculture e arredamenti ricercati.

Il Casinò Municipale. Foto Wikimedia/Kweedado
Il Casinò Municipale. Foto Wikimedia/Kweedado

2. La chiesa di San Pellegrino di Auxerre

Dedicata alla figura di san Pellegrino, martire e primo vescovo di Auxerre, la chiesa è oggi il principale edificio di culto del paese e le sue origini vengono fatte risalire addirittura all’anno mille. Quella che però si può ammirare oggi è una magnifica chiesa settecentesca che andò ad ampliare e cambiare completamente l’aspetto di una precedente costruzione risalente al XV secolo. A lungo interessata da importanti lavori di restauro oggi la chiesa di San Pellegrino di Auxerre presenta una facciata caratterizzata da una parte centrale tripartita da quattro lesene rivestite in ceppo di Poltrano e leggermente avanzata rispetto alle due parti laterali. L’ingresso principale, in marmo nero scolpito ha paraste e cornici in pietra. L’interno ha una navata unica divisa in cinque campate e conserva importanti opere d’arte realizzate a partire dal XVI secolo.

La chiesa di San Pellegrino di Auxerre
La chiesa di San Pellegrino di Auxerre. Foto Wikimedia/Pesoregista

3. Il Grand Hotel

Questo colosso di sette piani si trova sulla sponda sinistra del Brembo, dalla parte opposta del casinò. Risalente anch’esso agli inizi del XX secolo e nato dalle matite dell’architetto Romolo Squadrelli e dell’ingegner Luigi Mazzocchi, il Grand Hotel si contraddistingue, oltre che per la propria imponenza, anche per la varietà dei materiali impiegati e la ricchezza dei suoi cori in un perfetto esempio di stile liberty. Il Grand Hotel ha una facciata lunga più di un campo da calcio adornata da decine di statue, cariatidi, elementi zoomorfi, putti e festoni ed è collegato al Casinò e alla fonte termale da un ponte. L’interno presenta una rigida distribuzione simmetrica degli ambienti, con l’atrio e lo scalone al centro, le sale di soggiorno e da pranzo ai lati. In queste stanze hanno soggiornato numerosi personaggi illustri tra cui la regina Margherita di Savoia e ancora Pietro Mascagni, Luigi Cadorna, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Federico Fellini e Giulietta Masina e anche la ‘Grande Inter’ di Helenio Herrera.

Il Grand Hotel. Foto Agenzia per lo sviluppo e la Promozione Turistica della Provincia di Bergamo
Il Grand Hotel. Foto Agenzia per lo sviluppo e la Promozione Turistica della Provincia di Bergamo/Pio Rota

4. Il Tempio della Vittoria

Oggi conosciuto come “Tempio dei Caduti”, questo scenografico edificio risale al 1924 ed è dedicato ai caduti in guerra. Si tratta di un sacrario militare dove sono conservati le spoglie dei caduti delle due guerre mondiali. La facciata ha un andamento molto movimentato e si conclude con una cupola decò. Il prospetto principale parte al termine di un’ampia scalinata con portale a tutto sesto e rosone soprastante, mentre ai lati si sviluppa il porticato, che dà origine ai due prospetti laterali, dove si apre un portale a tutto sesto con soprastante finestra tripartita. Attorno alla cupola spiccano invece otto figure alate, modellate dallo scultore Giuseppe Siccardi, reggenti i simboli della guerra e della vittoria. Anche l’interno è riccamente decorato a partire da un grandioso mosaico nella tazza della cupola che raffigura il Padre Eterno, mentre lungo le pareti troviamo mosaici con rappresentazioni di episodi biblici e scene di guerra.

Il Tempio della Vittoria
Il Tempio della Vittoria

5. Il Museo Brembano di Scienze Naturali

Un percorso affascinante nella storia di un territorio unico. Ecco cosa offre il Museo Brembano di Scienze Naturali di San Pellegrino Terme. Al suo interno si può ammirare anzitutto una preziosa collezione di reperti fossili rinvenuti in scavi eseguiti in Valle Brembana. I circa 1500 pezzi catalogati sono esemplari unici al mondo ed di alto valore scientifico che sono qui raccolti in una decina di vetrine e documentano in modo completo la nascita della Val Brembana, un territorio emerso dai fondali marini nel corso dell’orogenesi alpina. Tutti i reperti paleontologici esposti vanno dalla fine del periodo Permiano alla fine del Triassico, cioè da 235 a 195 milioni di anni fa. Quella paleontologica non è però l’unica sezione di cui è composta il museo che, tra le sue stanze, dà spazio anche a una bella collezione di farfalle della Val Brembana e una esposizione permanente di pannelli con documentazione fotografica della flora alpina bergamasca.

Il Museo Brembano di Scienze Naturali
Il Museo Brembano di Scienze Naturali

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