Val Brembana, cosa vedere. Un viaggio in 10 tappe


Cosa vedere in Val Brembana: un itinerario di visita in 10 tappe tra borghi, arte e natura.

La Val Brembana è il luogo ideale per una vacanza che metta assieme vita all’aria aperta, cultura e relax. La Val Brembana si trova racchiusa tra i contrafforti delle Alpi Orobiche e conserva al suo interno paesaggi fiabeschi e paesi che sembrano uscire da una cartolina del passato. La Val Brembana è un continuo susseguirsi di borghi pieni di storia da scoprire a passo lento, perdendosi tra stradine, vicoli e piazzette e facendosi rapire dal profilo semplice delle antiche case dei contadini, delle sue chiese, ma anche degli splendidi palazzi in stile liberty. La Val Brembana è un luogo di relax, coccolati nelle magnifiche terme di San Pellegrino con le sue celebri architetture che richiamano ai fasti di un’epoca lontana. La Val Brembana è però un luogo perfetto anche per chi si voglia scatenare con tante attività outdoor. Dalle piste da sci innevate durate l’inverno fino a tantissimi percorsi dedicati agli amanti di trekking e della mountain bike le occasioni per lanciarsi in discese ardite oppure passeggiare assaporando da vicino tutta la bellezza della natura certo non mancano. Ecco dieci tappe imperdibili del vostro viaggio in Val Brembana.

1. Cornello dei Tasso

Uno dei gioielli della Valle Brembana è Cornello dei Tasso. Inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia, addentrarsi tra le sue antiche strade equivale a compiere un salto indietro nel tempo fino al medioevo. Per secoli Cornello dei Tasso è stato il centro commerciale più importante di queste terre grazie all’antica via Mercatorum che congiungeva la val Brembana con la Valtellina. A partire dal XVII secolo, tuttavia, la costruzione della nuova strada, la Priula, decretò la progressiva fine delle fortune di Cornello che ancora oggi sembra essere rimasto come perennemente immortalato alle atmosfere dei tempi andati. Questo isolamento ha d’altronde favorito la conservazione dell’originario tessuto urbanistico che è caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi piani edificativi. Nella parte più in basso le costruzioni sorgono direttamente a picco sul fiume Brembo e testimoniano ancora oggi come in origine facessero parte delle fortificazioni del borgo. Poco più in alto si trova invece uno degli elementi più caratteristici di Cornello dei Tasso, il monumentale porticato sotto il quale passava la via Mercatorum. Il paese continua poi a svilupparsi alternando case semplici e bei palazzi fino alla chiesa romanica dei Santi Cornelio e Cipriano che domina l’abitato dall’alto.

Cornello dei Tasso
Cornello dei Tasso. Foto InLombardia

2. San Pellegrino Terme

San Pellegrino Terme: acque termali, montagne imponenti e uno stile senza eguali. A soli 20 chilometri da Bergamo si trova uno dei centri termali più famosi del Belpaese. San Pellegrino Terme è nota da secoli per la qualità delle proprie acque, ma ha anche molto altro da offrire. San Pellegrino Terme si trova nel cuore della valle Brembana, adagiato lungo le rive del fiume Brembo che divide in due il paese. Tutto attorno a San Pellegrino Terme è la maestosità della natura a farla da padrona, ma quando si cammina per le strade del paese a rapire l’occhio del visitatore sono anche i tanti gioielli architettonici che adornano le sue strade. A San Pellegrino si può respirare ancora l’atmosfera magica della Belle époque di inizio XX secolo resa alla perfezione dalle facciate dei numerosi edifici in stile liberty. Imperdibile poi è un bagno nelle vasche del Qc Terme, oltre seimila metri quadrati dedicati al benessere tra meravigliosi affreschi, colonnati e soffitti di inizio Novecento. Imperdibili poi sono le emozioni che si possono provare andando alla scoperta, a piedi o in bicicletta, dei tanti sentieri che partono da San Pellegrino Terme e si snodano lungo la valle Brembana.

San Pellegrino Terme
San Pellegrino Terme. Foto Agenzia per lo sviluppo e la Promozione Turistica della Provincia di Bergamo/Pio Rota

3. Miniere di Dossena

Un mondo magico sotto la superficie della Val Brembana. Le miniere di Dossena hanno ormai interrotto la loro secolare attività da decenni e sono diventate una delle mete più amate da viaggiatori e turisti. La storia delle miniere di Dossena risale addirittura all’epoca etrusca, ma fu sotto l’impero Romano che conobbero il loro definitivo sviluppo. Nelle viscere della Val Brembana hanno lavorato generazioni e generazioni di abitanti di questi luoghi che, fino alle metà del secolo scorso, hanno contribuito a creare con la sola forza delle proprie braccia un incredibile sistema di gallerie. A queste miniere si interessò persino Leonardo Da Vinci che agli albori del XVI secolo tracciò le mappe schematiche dell’intera Val Brembana, mentre negli anni ’50 del ’900 a occuparsi di Dossena fu addirittura la Nasa che utilizzava la fluorite che qui veniva estratta nei combustibili per i suoi razzi vettori che hanno portato gli astronauti fino alla Luna. Dal 2015 le miniere sono visitabili e l’accesso si trova in località Paglio, da qui comincia un tragitto emozionante nel cuore della montagna seguendo le orme dei minatori.

Miniere di Dossena
Miniere di Dossena

4. La Cattedrale Vegetale di Bergamo

Una cattedrale composta da soli alberi completamente immersa nella natura. È la Cattedrale Vegetale, uno dei simboli del progetto Monte Arera, un progetto voluto dal Parco delle Orobie Bergamasche, dai Comuni di Oltre il colle, Roncobello e Ardesio. Il progetto si propone di rilanciare e di valorizzare la ricchezza e l’unicità delle specie vegetali alpine che crescono nel Parco e sui crinali delle Orobie Bergamasche. Si tratta di un’installazione di land art pensata dall’artista lodigiano Giuliano Mauri che ha progettato quella che è un’autentica cattedrale il cui inconfondibile profilo è delineato da alte colonne di legno che custodiscono al loro interno un albero di faggio. Questo con il passare degli anni crescerà sempre più fino a distruggere la struttura che lo contiene. In questo modo la natura prenderà simbolicamente il sopravvento andando a impossessarsi del proprio spazio. Tutte le componenti delle strutture sono state realizzate con materiali recuperati in natura: alberi di abete, castagno e nocciolo

La Cattedrale Vegetale di Bergamo
La Cattedrale Vegetale di Bergamo

5. Branzi

Buona cucina, sci, passeggiate e relax. Branzi offre ai visitatori tutto quello che si può desiderare da una località di villeggiature alpina. Da qui partono numerose escursioni lungo i sentieri delle Orobie, mentre d’inverno sono vicine diverse le località sciistiche. Per chi ama camminare nella natura attorno a Branzi si trovano ben undici laghi, tra artificiali e naturali e tutti questi sono al centro di panorami da cartolina e sono circondati da splendidi rifugi. Lo stesso borgo di Branzi è però una piccola chicca che non solo offre numerose opportunità di svago e divertimento tra alberghi, locali e ristoranti adatti a tutti i gusti, ma custodisce anche importanti esempi dell’arte e della cultura di queste terre a cominciare dalla suggestiva chiesa di San Bartolomeo che si distingue per il suo grande altare ricco di marmi policromi e una bella pala del rosario. Impossibile poi lasciare Branzi senza assaggiare l’omonimo formaggio, una prelibatezza tra le più antiche di queste terre.

Branzi
Branzi. Foto di Luigi Chiesa

6. San Giovanni Bianco

Tradizioni secolari, scorci mozzafiato e il cuore grande dei suoi abitanti. Tra i luoghi più caratteristici della Val Brembana c’è sicuramente San Giovanni Bianco. Per alcuni questo luogo ricorda, per il carattere poliedrico dei suoi abitanti e per il mutevole spettacolo offerto dall’ambiente che lo circonda e lo abbraccia, Arlecchino, la maschera per eccellenza della tradizione nazionale che si vuole legata a queste terre. Secolo dopo secolo, d’altronde, il centro storico di San Giovanni Bianco è rimasto pressoché immutato con le sue case che, addossate una all’altra, danno vita a scorci che sembrano essere usciti dai tratti veloci di un pittore impressionista. Sono poi ben sette i ponti in perfetto stile romanico che donano all’intero borgo un carattere inconfondibile. Tante le cose da non perdere a San Giovanni Bianco, a cominciare dalla casa di Arlecchino, che si trova nella vicina frazione di Oneta: un antico palazzo nobiliare del XV secolo ancora perfettamente conservato. Di particolare interesse sono poi le grandi celebrazioni che si tengono nelle due settimane che precedono la Pasqua quando si è in programma la festa della Sacra spina.

San Giovanni Bianco
San Giovanni Bianco. Foto di Alessandro Vecchi

7. Il Museo della Valle di Zogno

Il Museo della Valle di Zogno è forse il luogo di tutto questo territorio dove è possibile entrare maggiormente a contatto con le sue tradizioni e i suoi costumi. All’interno del Museo della valle vengono fatti rivivere nel loro ambiente quei luoghi e quelle usanze che per secoli sono stati al centro della vita quotidiana degli abitanti della Val Brembana: la casa, la stalla, il cortile e, più in generale, la campagna. Tutto ciò è possibile mostrando l’uso dei differenti oggetti ormai dimenticanti dalla maggioranza delle persone. Passeggiando per il Museo della valle si può così passare uno dopo l’altro dalla fucina del fabbro all’antica cucina che era presente in tutte le case della montagna bergamasca e poi osservare da vicino com’erano le camere da letto o l’osteria del paese. Intere sale sono poi dedicate al pascolo e al lavoro nei campi, alla lavorazione del latte e al modo in cui venivano fabbricati gli zoccoli, alla caccia e al lavoro del ciabattino e poi ancora spazio agli arnesi domestici. Molto suggestive, infine, sono le sezioni dedicate a candelieri, giochi, telai, burattini e lumi, ma anche alla religiosità popolare, alla paleontologia e all’archeologia.

Museo della Valle di Zogno
Museo della Valle di Zogno

8. La chiesa di Sant’Ambrogio a Taleggio

Semplice, ma impossibile da non notare. La chiesa di Sant’Ambrogio svetta in mezzo ai boschi di Pizzino, frazione del vicino paese di Taleggio, fin dall’anno Mille. Da allora questo che è il principale luogo di culto di queste terre è stata oggetto di continue trasformazioni che ne hanno cambiato continuamente il volto. L’aspetto attuale risale al 1714 quando fu posta la prima pietra secondo il progetto dell’architetto svizzero Antonio Berregio. Il risultato è una chiesa di grande impatto, dotata di una bellezza senza tanti fronzoli, ma in grado di far ben percepire al visitatore tutta la sacralità del luogo in cui si trova. La chiesa guarda a sud e davanti alla facciata si trova un grande sagrato in porfido, all’interno vi è un unica navata caratterizzata da volte a crociera e divisa da lesene in tre campate. A sinistra della prima campata si trova il battistero nella cappella chiusa dalla cancellata, a destra l’altare di san Luigi Gonzaga. La zona presbiterale è invece anticipata dall’arco trionfale e delimitata da una balaustra in marmo grigio.

La chiesa di Sant'Ambrogio a Taleggio
La chiesa di Sant’Ambrogio a Taleggio. Foto di Luigi Chiesa

9. Palazzo del Vicario a Serina

Serina è stata a lungo il capoluogo della Valle Brembana e sede del vicariato veneto. Questo paese è stato per secoli il centro di tutte le attività amministrative, economiche e culturali della vallata e questo suo essere il centro del territorio ha lasciato importanti testimonianze artistiche e architettoniche. Passeggiando per Serina si notano subito gli importanti edifici signorili dalle ampie e severe arcate in pietra che si affacciano sulle strette strade della contrada Mezzacà, l’antico centro del paese. Sui palazzi spiccano ancora oggi le vestigia del passato di questa terra e tra di loro a meritare sicuramente la maggiore attenzione è il quattrocentesco Palazzo del Vicario contraddistinto da un prezioso affresco con il leone di San Marco. Nel corso dei secoli il palazzo è stato più volte modificato, ma conserva ancora tracce evidenti delle sue antiche funzioni con le sue imponenti finestre con archi in pietra, protette da antiche inferriate, austeri saloni interni che ospitavano le riunioni e una sala delle udienze decorata con gli stemmi e i nomi dei diversi vicari che si sono succeduti nei secoli.

Veduta di Serina
Veduta di Serina. Foto Wikimedia/Ago76

10. Il santuario della Madonna del Perello

Luogo di culto tra i più importanti dell’intera Val Brembana, il santuario della Madonna del Perello, conosciuto anche come Santuario del Bosco o dell’Olivo, è ancora oggi un posto che conserva intatta un’aura mistica oggetto di una devozione che viene tramandata di generazione in generazione dagli abitanti del luogo. Il Santuario della Madonna del Perello si trova nel territorio della Parrocchia di Algua, in valle Serina, e sorge là dove, secondo la tradizione, la Madonna il 2 luglio del 1413 apparve a un contadino di Rigosa, Ruggero Gianforte De Grigis, mentre stava falciando il fieno e fece nascere da un ceppo di faggio rinsecchito un ramoscello di ulivo. Subito cominciò così la costruzione del santuario che conserva al suo interno degli interessanti affreschi quattrocenteschi anche se a colpire il visitatore è soprattutto l’austera bellezza del santuario che, circondato dalla natura rigogliosa della Val Brembana, secolo dopo secolo ha sempre ospitato tantissimi pellegrini ammaliandoli con il suo fascino discreto e con un’atmosfera unica in grado trasmettere una grande pace interiore.

Il santuario della Madonna del Perello
Il santuario della Madonna del Perello. Foto InLombardia

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