Gela, inaugurato un museo a cielo aperto con le tombe greche scoperte in via Di Bartolo


Durante i lavori per la posa della fibra ottica è emersa una necropoli greca del VI secolo a.C. Open Fiber ha finanziato un intervento che ha portato alla pedonalizzazione dell’area e alla realizzazione di un allestimento permanente con lastra in vetro calpestabile.

Nel centro storico di Gela è stato inaugurato un nuovo museo a cielo aperto, allestito in via Di Bartolo, in corrispondenza dell’area dove, nel corso di scavi per la posa della fibra ottica, è emersa una necropoli greca di età arcaica. Il sito archeologico, risalente al VI secolo a.C., è stato individuato grazie alle attività di archeologia preventiva avviate durante i lavori infrastrutturali eseguiti da Open Fiber. La scoperta ha portato alla progettazione e realizzazione di un intervento di valorizzazione che ha reso fruibile il tratto rinvenuto, ora visibile attraverso una grande lastra di vetro calpestabile integrata nel piano stradale.

“Un ritrovamento straordinario”, ha detto l’assessore ai beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “che ha trasformato un cantiere infrastrutturale in un’occasione unica di valorizzazione del patrimonio storico della città. Un’eccellenza archeologica emersa in modo del tutto inaspettato, che ci restituisce preziose informazioni sulla fondazione di Gela e sulla vita quotidiana dei suoi primi coloni greci. La trasformazione di questa necropoli in un museo a cielo aperto, nel cuore della città, rappresenta un esempio virtuoso di come tutela, ricerca e innovazione possano convivere e rafforzarsi a vicenda. La Sicilia continua a rivelare il suo passato, offrendolo come patrimonio condiviso alla comunità”.

I reperti di via Di Bartolo e l'inaugurazione del museo.
I reperti di via Di Bartolo e l’inaugurazione del museo.

“Ancora una volta”, ha detto Daniela Vullo, soprintendente dei Beni Culturali di Caltanissetta, “le attività di archeologia preventiva a Gela hanno prodotto risultati straordinari. La musealizzazione della necropoli di via Bartolo segna un nuovo percorso nella valorizzazione dei beni archeologici del territorio”.

L’iniziativa, finanziata interamente da Open Fiber, è stata portata avanti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ai Beni culturali di Caltanissetta, che ha curato le operazioni archeologiche e definito le modalità di conservazione e fruizione del sito. L’area è stata pedonalizzata per garantire protezione e accesso in sicurezza ai visitatori, senza compromettere l’integrità del contesto funerario. Lo scavo ha portato alla luce un segmento di necropoli intatto, comprendente sedici sepolture distribuite su due livelli. La tipologia delle tombe e la composizione del campione antropologico hanno restituito un quadro preciso delle pratiche funerarie dell’epoca. In particolare, si tratta di un piccolo settore cimiteriale con una rilevante presenza di tombe infantili, tra cui quelle “a enchytrismós”, una forma di sepoltura riservata ai bambini molto piccoli, deposti all’interno di anfore poi interrate.

L’elemento che più colpisce, secondo gli archeologi, è proprio l’elevata concentrazione di sepolture di età pediatrica, che potrebbe suggerire l’esistenza di uno spazio funerario utilizzato da una singola famiglia o da un ristretto nucleo sociale. I dati antropologici ricavati dai resti scheletrici indicano la presenza di un adulto di circa 35 anni, due adolescenti, quattro neonati e un bambino di circa tre anni. Le modalità di inumazione e i pochi oggetti di corredo rinvenuti parlano di riti sobri, ma non privi di elementi simbolici.

Nello scatto, il sindaco di Gela, Giuseppe Terenziano Di Stefano, la soprintendente Vullo, l'assessore Scarpinato, Clara Distefano, regional manager Sicilia e Calabria sud Open Fiber, il direttore dei lavori Paolo Marchisciana, e Fabio Melia responsabile comunicazione Oper Fiber. 
Nello scatto, il sindaco di Gela, Giuseppe Terenziano Di Stefano, la soprintendente Vullo, l’assessore Scarpinato, Clara Distefano, regional manager Sicilia e Calabria sud Open Fiber, il direttore dei lavori Paolo Marchisciana, e Fabio Melia responsabile comunicazione Oper Fiber. 

Particolarmente importante è la tomba numero 10, al cui interno è stata trovata una piccola trottola in ceramica, sorprendentemente simile a quelle ancora oggi in uso. Un oggetto che potrebbe essere interpretato come un semplice gioco, ma che secondo gli esperti assume un significato più profondo, evocando la brevità dell’esistenza umana. La trottola, in questo contesto, diventa metafora della fugacità della vita e del passaggio tra l’infanzia e la morte. Oltre alle sepolture a enchytrismós, sono stati ritrovati una tomba con un grande “pithos” (una giara di grandi dimensioni), quattro tombe terragne, cinque con anfore corinzie databili alla prima metà del VI secolo a.C., due urne cinerarie e altri resti riferibili a pratiche di incinerazione. La varietà delle tipologie funerarie documenta una certa complessità nella gestione dei rituali, con forme miste che includono sia l’inumazione che la cremazione.

Il museo a cielo aperto realizzato in via Di Bartolo è pensato per offrire una lettura immediata ma scientificamente rigorosa del sito. L’installazione in vetro trasparente consente ai passanti e ai visitatori di osservare la disposizione delle tombe nella loro collocazione originaria, senza compromettere le condizioni di conservazione. L’intervento è stato concepito in modo da integrare il nuovo spazio espositivo nel tessuto urbano esistente, contribuendo a restituire centralità alla storia della città di Gela, una delle più antiche colonie greche di Sicilia.


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