L’Istituto Centrale per il Restauro ha avviato un articolato progetto scientifico biennale dedicato allo studio, alla ricerca e alla conservazione dei reperti archeologici etruschi sequestrati nel 2024 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) a San Donnino, Città della Pieve (Perugia).
Finanziata dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, l’iniziativa integra competenze multidisciplinari per valorizzare al massimo il potenziale documentario della scoperta. Le attività già in corso comprendono la documentazione digitale in alta definizione, la scansione tridimensionale dei reperti, indagini diagnostiche avanzate sui materiali costitutivi e interventi di restauro mirati.
Un’attenzione particolare sarà riservata all’analisi delle policromie originarie, ancora visibili su alcune urne, e allo studio antropologico e biomolecolare dei resti umani rinvenuti all’interno delle urne e del sarcofago. Queste ricerche offriranno nuove informazioni sulla gens Pulfna e sulle pratiche funerarie etrusche. Oltre al recupero e alla conservazione del patrimonio archeologico, il progetto ha l’obiettivo di affinare le strategie di monitoraggio e di contrasto al traffico illecito di beni archeologici.
Il programma prende forma grazie alla collaborazione di più enti istituzionali: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, responsabile delle attività di tutela sul territorio; il Comando Carabinieri TPC, che dopo aver condotto il sequestro ospita ora le fasi di ricerca, diagnosi e restauro presso la caserma di via Anicia; e la Direzione Generale ABAP, che assicura il coordinamento tra le attività scientifiche sui reperti e le azioni di protezione del patrimonio archeologico locale (RUP: Laura Moro; coordinamento: Federica Pitzalis e Sara Neri).
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