Nel Parco Archeologico di Pompei è stata rinvenuta, al centro della cucina del Thermopolium della Regio V, ovvero in una sorta di “tavola calda” dell’antica città, ambiente scoperto nel 2019, una situla (vaso) in pasta vitrea decorata con scene di caccia in stile egiziano, realizzata ad Alessandria d’Egitto. Questo contenitore invetriato, solitamente diffuso nell’area vesuviana come elemento ornamentale di giardini o ambienti di rappresentanza, era stato riutilizzato in questo caso come utensile da cucina. Le analisi in corso, condotte dopo i restauri, potranno forse rivelarne il contenuto originario.
I nuovi scavi avviati nel 2023 nella Regio V di Pompei, con l’obiettivo di migliorare la conservazione degli ambienti vicini al Thermopolium, hanno portato alla luce locali di servizio e un piccolo appartamento al primo piano, abitato probabilmente dai gestori dell’attività. Nella stanza al piano terra, dotata di piano cottura, sono stati rinvenuti strumenti per la preparazione dei cibi – come mortai e tegami – insieme a numerose anfore vinarie provenienti da varie regioni del Mediterraneo.
Al momento dell’eruzione, il vano attiguo al Thermopolium fungeva da ambiente di servizio. Gli spazi interni risultavano organizzati in modo funzionale: un piccolo bagno si trovava accanto all’ingresso che dava sul vicolo dei Balconi, mentre una zona era destinata allo stoccaggio di anfore e contenitori per la conservazione di liquidi. La restante area ospitava oggetti utilizzati per la lavorazione, la cottura e la conservazione dei cibi.
Tra i reperti più significativi rinvenuti qui figura proprio la situla in faience finemente decorata, una preziosa testimonianza degli intensi scambi commerciali e culturali che caratterizzavano Pompei.
Il piano superiore rispetto all’ambiente di servizio era suddiviso in due piccole stanze, una delle quali affrescata e decorata in IV stile, con architetture prospettiche illusionistiche e un pavimento colorato di giallo. L’ambiente era arredato con mobili, alcuni probabilmente rivestiti da lastre marmoree policrome, e con oggetti personali custoditi in cassette lignee riccamente ornate.
Il progetto di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di questi spazi ha incluso anche il restauro delle strutture murarie e degli apparati decorativi emersi nei precedenti scavi, con lo scopo di preservarne l’integrità e la bellezza originaria. Per proteggere gli ambienti dagli agenti atmosferici e conservare i reperti, sono state installate coperture amovibili, progettate per armonizzarsi con il contesto archeologico. Inoltre, un impianto di illuminazione consentirà di valorizzare i dettagli e ammirare al meglio l’intero contesto.
“Vediamo qui in atto una certa creatività nell’arredare spazi sacri e profani, cioè l’altare domestico e la cucina, con oggetti che testimoniano la permeabilità e la mobilità di gusti, stili e verosimilmente anche di idee religiose nell’Impero Romano”, spiega il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. “E vediamo questo fenomeno qui non a un livello elitario, ma in una retrobottega di una popina, uno street food di Pompei, vale a dire a un livello medio-basso della società locale, che si rivela però essenziale nella promozione di forme culturali e religiose orientali, tra cui i culti egiziani, ma più tardi anche il cristianesimo”.
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