Un nuovo tassello della storia riaffiora in Iraq. A Ninive, nell’antica capitale dell’Impero assiro situata nei pressi dell’attuale Mosul, un’importante missione archeologica congiunta iracheno-tedesca ha riportato alla luce un secondo un toro alato (nel 2023, nel sito di Khorsabad, era stata riportata alla luce un’altra statua di un toro alato), che decorava la facciata del palazzo del re Esarhaddon, sovrano assiro regnante tra il 680 e il 669 a.C. Durante la visita al sito, il ministro della Cultura, del Turismo e delle Antichità dell’Iraq, Ahmed Fakak al-Badrani ha espresso il proprio apprezzamento per l’impegno dell’Autorità generale per le antichità e il patrimonio e dell’Ispettorato delle antichità e del patrimonio di Ninive, riconoscendo infatti il ruolo centrale che le istituzioni svolgono nella tutela dell’eredità culturale irachena.
La statua del toro alato, nota con il nome accadico di lamassu, è una delle figure più riconoscibili dell’arte e della religione assira. Con il corpo di toro o leone, le ali d’aquila e la testa umana, rappresentava una creatura protettrice posta agli ingressi di palazzi e templi per tenere lontani spiriti maligni e nemici. Il nuovo esemplare, rinvenuto nel sito archeologico di Tell Nabi Yunus, si trovava infatti a decorare l’ingresso monumentale del palazzo di Esarhaddon, uno dei sovrani più importanti della dinastia sargonide.
Durante la visita, l’archeologo tedesco Peter Maklas, ha illustrato le tecniche di realizzazione dei tori alati e le caratteristiche specifiche dell’esemplare rinvenuto. L’archeologo ha inoltre presentato una visione più ampia sul futuro del sito di Tell Nabi Yunus: l’idea è quella di creare un progetto museale che colleghi l’eredità assira con il patrimonio islamico, due componenti fondamentali della storia di Mosul e dell’Iraq settentrionale. In questa prospettiva, il nuovo ritrovamento rappresenta un punto di partenza per un più ampio progetto di valorizzazione culturale e turistica.
La scoperta del secondo toro alato assume inoltre un significato simbolico particolare per Ninive, una città che ha vissuto negli ultimi decenni gravi distruzioni del proprio patrimonio archeologico a causa dei conflitti. Il recupero di testimonianze come quella di Tell Nabi Yunus rappresenta perciò un passo importante nella ricostruzione dell’identità culturale della regione e nella riaffermazione del ruolo centrale che l’Iraq continua a svolgere nello studio delle civiltà antiche. Il rinvenimento del lamassu di Esarhaddon offre agli studiosi nuovi spunti di ricerca sull’architettura palaziale assira e sulla simbologia delle figure protettrici nel Vicino Oriente antico.
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