Una nuova fase di valorizzazione della Tuscia ha preso il via con la recente acquisizione, da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Viterbo e dell’Etruria Meridionale, di un’ampia area archeologica situata in località Murelle, nel comune di Montalto di Castro (Viterbo). Questa zona era storicamente il porto della città etrusca di Vulci. Il progetto, realizzato in sinergia fra la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (DG Abap), l’Agenzia del Demanio e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Sabap), ha segnato un passo importante per il patrimonio culturale della regione.
Il procedimento di acquisizione è giunto a conclusione dopo circa dieci anni di complesse vicissitudini amministrative e legali. L’iter era iniziato con l’esercizio del diritto di prelazione su una porzione di terreni soggetti a vincolo archeologico. Tuttavia, un ricorso al Tar aveva inizialmente dato esito sfavorevole alla Soprintendenza, che ha poi ottenuto una decisione favorevole dal Consiglio di Stato, permettendo così di completare l’acquisizione dei terreni contesi.
Nel 2022, una seconda procedura di prelazione ha consentito l’acquisizione di un’ulteriore porzione dell’area vincolata, più vicina al mare. Identificata come la Regae citata nell’Itinerarium Maritimum (un prezioso documento del III secolo d.C. con le rotte marittime del Mediterraneo, dalla Grecia alla Sicilia, da Roma alla Sardegna, dall’Adriatico fino al mare del Nord), che situa il sito a metà strada tra la foce dell’Arrone e la foce del Fiora, e la Regisvilla dello storico greco Strabone, l’area era stata solo parzialmente esplorata tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta dall’Istituto di Topografia antica dell’Università La Sapienza di Roma. Queste ricerche avevano rivelato un vasto recinto rettangolare datato tra l’epoca romana e quella medievale, oltre a strutture di epoca etrusca e una villa romana di prima età imperiale. Sono stati trovati anche resti di sepolture romane e opere portuali sommerse.
Le indagini più recenti sui materiali confermano l’esistenza di un insediamento etrusco a carattere commerciale, frequentato da Greci e Fenici. Molti dei reperti rinvenuti presentano segni incisi e graffiti interpretati come marchi commerciali, mentre iscrizioni di dedica alla divinità Vei suggeriscono la possibile presenza di luoghi di culto legati allo scambio.
L’area delle Murelle sarà integrata nel Parco naturalistico-archeologico di Vulci, gestito dalla Fondazione Vulci grazie alla convenzione stipulata tra il Ministero della Cultura, la Regione Lazio, la provincia di Viterbo e i comuni di Montalto di Castro e Canino. Sono già programmate indagini non invasive per l’estate prossima, che orienteranno i successivi scavi archeologici. Queste attività di ricerca su larga scala permetteranno di delineare l’estensione e le caratteristiche del sito, aggiungendo importanti dettagli sui rapporti commerciali della città di Vulci con il Mediterraneo. Questo progetto offrirà anche al pubblico nuovi e suggestivi percorsi di visita, arricchendo ulteriormente la conoscenza dei porti dell’Etruria meridionale, come Pyrgi e Gravisca.
Vulci, la Soprintendenza acquisisce l'area dove si trovava il porto dell'antica città |