Una donna dipinta da un'altra donna: il MFA di Boston acquisisce capolavoro di Mary Beale


Una donna dipinta da un’altra donna, nel Seicento: importante acquisto del Museum of Fine Arts di Boston che si assicura il Ritratto di Gertrude Savile, capolavoro della pittrice inglese Mary Beale, ritrattista di grande successo del XVII secolo e quasi dimenticata dopo.

Una donna dipinta da un’altra donna nel Seicento. È un dipinto particolare, di cui conosciamo tutta la storia, quello appena acquistato dal Museum of Fine Arts di Boston, che porta nella sua collezione il Ritratto di Gertrude Savile, opera di Mary Beale (Suffolk, 1633 – Londra, 1699), pittrice inglese dell’Inghilterra del XVII secolo, che ebbe un grande successo in vita, mentre oggi è poco nota, soprattutto al di fuori del suo paese natale, dove si conserva la gran parte dei suoi lavori (il nucleo principale è presso il Moyse’s Hall Museum di Bury St Edmunds, nel Suffolk, terra in cui Beale nacque nel 1633). Il Museum of Fine Arts di Boston si ritiene dunque orgoglioso di essere uno dei primi musei negli Stati Uniti ad acquisire un’opera dell’artista britannica.

Il dipinto, del 1679 circa, è stato venduto al museo dalla galleria Peter Harrison Fine Arts, raffigura Gertrude Savile (nata Pierrepont), marchesa di Halifax, ed è ritenuto una delle più significative opere dell’artista inglese. Realizzato quando Mary Beale era all’apice della sua carriera, si tratta di uno splendido ritratto della marchesa, figlia più giovane di William Pierrepont e di Elizabeth Harries. Suo padre fu un influente politico, parlamentare durante la Guerra Civile e il periodo del Protettorato, e nel 1660, dopo la restaurazione di Carlo II, ancora eletto al nuovo Consiglio di Stato. William Pierrepont e la sua famiglia furono importanti mecenati di Mary Beale, che dipinse il ritratto del politico a metà degli anni Settanta del Seicento, e più o meno nello stesso periodo dipinse i ritratti di sua figlia e suo genero, ovvero il duca e la duchessa di Newcastle. Allo stesso modo, la famiglia del marito di Gertrude, George Savile, primo marchese di Halifax, si era già rivolta a Mary Beale: lo zio di George, Henry Coventry, fu infatti ritratto dalla pittrice nel 1677.

Mary Beale, Ritratto di Gertrude Savile (1679 circa; olio su tela, 125,7 x 100,3 cm; Boston, Museum of Fine Arts)
Mary Beale, Ritratto di Gertrude Savile (1679 circa; olio su tela, 125,7 x 100,3 cm; Boston, Museum of Fine Arts)

Fu in questo periodo, tra il 1676 e il 1677, che George Savile potrebbe aver maturato l’idea di affidare a Mary Beale il ritratto di sua moglie, da appendere come pendant alla sua rappresentazione leggermente precedente. Fu nel 1679, all’incirca nel periodo in cui fu dipinto questo ritratto, che George Savile fu elevato al rango nobiliare col titolo di Conte di Halifax e quindi potrebbe aver voluto commissionare il ritratto di sua moglie per celebrare questo importante avvenimento. Il fatto che Beale abbia, in modo un po’ insolito, posizionato il soggetto con lo sguardo rivolto verso destra all’interno della composizione, piuttosto che nella tradizionale posizione con lo sguardo a sinistra, sembrerebbe sostenere l’ipotesi che il ritratto sia nato in rapporto a un’altra opera.

Quando questo ritratto fu dipinto Mary Beale era al vertice del suo successo artistico. Il 1677 fu l’anno più redditizio mai registrato per la pittrice, con i suoi ottantatré dipinti su commissione che le fruttarono la considerevole somma di 429 sterline (il corrispettivo di circa 100mila euro odierni). Se si osserva il ritratto di Katherine Lowther, viscontessa Lonsdale, risalente a questo periodo, risultano evidenti le somiglianze stilistiche e compositive con quest’opera. Katherine era la figlia di sir Henry Thynne e Mary Coventry e quindi era cugina di Lord e Lady Halifax. Il ritratto di Lady Lonsdale era uno dei ventiquattro commissionati dalla famiglia Lowther nel 1677, un numero significativo dei quali furono donati al fratello di Lady Lowther, Thomas Thynne, primo visconte Weymouth, e sono tuttora proprietà della famiglia.

Le commissioni risalenti al 1670 mostrano che Beale dipinse alcuni dei personaggi più importanti della Corte del periodo della Restaurazione e che era chiaramente un’artista particolarmente in voga tra la nobiltà, nonostante il fatto che il principale pittore del re, Peter Lely, stesse ancora lavorando fino alla sua morte, avvenuta nel 1680. Lord e Lady Halifax vivevano nella vasta Halifax House in St James’s Square a Londra. Si trattava di un’abitazione situata a pochi metri di distanza dalla casa e dallo studio di Mary Beale su Pall Mall, che si trovava accanto alla Golden Ball Inn, la locanda del Pallone d’Oro, quindi l’ubicazione sarebbe stata particolarmente comoda per le sedute di posa (ad ogni modo Beale dipinse anche una copia del precedente ritratto di Gertrude eseguito da Peter Lely, che quasi certamente all’epoca era appeso a Halifax House).

Mary Beale, Ritratto di William Pierrepont (anni Settanta del XVII secolo; olio su tela, 76,2 x 63,5 cm)
Mary Beale, Ritratto di William Pierrepont (anni Settanta del XVII secolo; olio su tela, 76,2 x 63,5 cm)
Mary Beale, Ritratto di George Savile (1674-1676 circa; olio su tela, 124,5 x 100,3 cm; Londra, National Portrait Gallery)
Mary Beale, Ritratto di George Savile (1674-1676 circa; olio su tela, 124,5 x 100,3 cm; Londra, National Portrait Gallery)
Mary Beale, Ritratto di Katherine Lowter (1677; olio su tela, 74,5 x 56 cm)
Mary Beale, Ritratto di Katherine Lowter (1677; olio su tela, 74,5 x 56 cm)

Halifax House era la proprietà più grandiosa di St James’s Square e vantava 50 camere con il lusso dell’acqua del fiume convogliata nel bagno del marchese. Questo ritratto fu molto probabilmente appeso lì finché Gertrude lasciò Halifax House per una grande casa a Park Place nel 1698. Sembra molto probabile che Lady Halifax portò il ritratto con sé e da qui lo lasciò a suo nipote, Philip Dormer Stanhope, il futuro quarto Conte di Chesterfield e figlio della sua unica figlia, Elizabeth “Betty” Stanhope, contessa di Chesterfield, poiché il ritratto di suo marito andò invece ai suoi cugini Savile nell’Abbazia di Rufford. Il padre di Philip Stanhope, genero di Lady Halifax e terzo conte di Chesterfield, fu assente durante tutta l’educazione di suo figlio e, dopo la morte della figlia di Gertrude nel 1708, il giovane Philip fu allevato quasi esclusivamente da sua nonna fino a quando andò all’università alla Trinity Hall, a Cambridge. Lady Halifax adorava suo nipote e Matthew Maty, medico di Lord Chesterfield e primo biografo, scrisse che “la comprensione e l’arguzia di Lady Halifax erano ancora superate dalla bontà del suo cuore”. Questo ritratto gli sarebbe quindi servito a ricordare la sua amata nonna dopo la sua morte nel 1727. Dopo aver ereditato il dipinto, Lord Chesterfield lo portò da Londra alla sua residenza di campagna a Bretby Hall nel Derbyshire, dove rimase fino a quando non venne a sua volta ereditato da George Herbert, quinto conte di Carnarvon dopo la morte di sua nonna, Anne Weld-Forester, contessa di Chesterfield, nel 1885. Successivamente, Lord Carnarvon portò il ritratto nella sua residenza londinese al 13 di Berkeley Square dove era appeso quando Christie’s lo vendette nel 1918.

È solo negli ultimi anni che la vita e la carriera di Mary Beale sono venute veramente alla luce, sfortunata conseguenza di una predilezione ottocentesca verso gli artisti maschi. Tuttavia, man mano che il mondo accademico ha cominciato a esplorare in maniera approfondita il lavoro di Beale, il suo straordinario talento nel catturare la personalità di una modella è diventato evidente. Il fatto che durante la sua vita abbia dipinto alcuni dei membri più importanti della società, e che sia stata elogiata da grandi artisti, ci permette di sapere che fu veramente considerata una delle più grandi artiste del suo tempo.

“Questo ritratto”, dichiara Frederick Ilchman, curatore dell’arte europea al Museum of Fine Arts di Boston, “è pieno di bellissimi dettagli. Adoro la lucentezza bronzea del vestito e il blu vivido del suo abito e degli occhi. Da notare come Beale abbia catturato il gioco di luce sui riccioli di capelli. Abbiamo selezionato questo ritratto rispetto ad altri sul mercato per la sua grandiosità e perché raffigura un soggetto identificabile”.


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