Domenica 26 ottobre si è tenuta a Bolsena (Viterbo) un’apertura straordinaria di due cantieri di restauro che coinvolgono importanti opere rinascimentali in terracotta invetriata e policroma attribuite allo scultore fiorentino Benedetto Buglioni (Firenze, 1461 - 1521). Si tratta della statua di Santa Lucia, custodita nella Basilica di Santa Cristina, e del fonte battesimale proveniente dalla chiesa di San Salvatore. Entrambi gli interventi, complessi e delicati, sono autorizzati e seguiti con particolare attenzione dal funzionario storico dell’arte Saverio Ricci. Le visite ai cantieri, organizzate dall’associazione Pietre Vive con il patrocinio della Diocesi di Orvieto-Todi, della Parrocchia dei Santi Giorgio e Cristina e della Soprintendenza, hanno consentito al pubblico di osservare da vicino due opere di altissimo valore artistico e storico, a lungo rimaste poco conosciute.
Nella Basilica di Santa Cristina, luogo che conserva alcune delle più importanti testimonianze dell’arte rinascimentale a Bolsena, è in corso il restauro della statua di Santa Lucia, attribuita a Buglioni. Scultore e ceramista di formazione fiorentina, Benedetto Buglioni fu tra i principali interpreti della plastica in terracotta invetriata nel pieno Rinascimento, allievo dei celebri Luca e Andrea della Robbia, dei quali proseguì la tradizione sviluppando una produzione autonoma e di grande raffinatezza formale.
Per la Basilica di Santa Cristina l’artista realizzò numerose opere, tra cui le lunette dei portali d’ingresso, il monumentale tabernacolo della Cappella del Sacramento, una pala d’altare con la Crocifissione e il Miracolo eucaristico e il catafalco funebre di Santa Cristina. La statua di Santa Lucia, rimasta per secoli in condizioni frammentarie, rappresenta una scoperta di particolare rilievo: fino a tempi recenti se ne conosceva soltanto la parte superiore, mentre gli altri frammenti, rinvenuti e identificati dal restauratore Mariano Marziali, sono stati ricomposti e attendono di essere riuniti al busto. Parallelamente, nella chiesa di San Salvatore, situata di fronte alla Rocca Monaldeschi della Cervara, è in corso il restauro del fonte battesimale, anch’esso attribuito a Buglioni. La Rocca, costruita tra XIII e XIV secolo, domina il borgo e ospita oggi il Museo Territoriale del Lago di Bolsena. Il fonte, proveniente dall’antica chiesa di San Salvatore nel rione Castello, fu smontato nel 1930 per essere trasferito nell’edificio moderno, operazione che ne comportò un restauro sommario e un rimontaggio arbitrario. L’attuale intervento, affidato al restauratore Louis Dante Pierelli, esperto di terracotte invetriate, mira a restituire integrità e leggibilità al manufatto, compromesso da secoli di modifiche e danneggiamenti.
Le indagini condotte durante il restauro hanno permesso di evidenziare la qualità elevatissima del modellato delle sei formelle che decorano il bacino esterno, raffiguranti le Storie di San Giovanni Battista. L’accuratezza dell’esecuzione e la coerenza stilistica con altre opere note del maestro fiorentino suggeriscono un’esecuzione diretta di Buglioni, piuttosto che un lavoro di bottega. Le analogie formali con la scultura di Andrea del Verrocchio, tra i protagonisti della Firenze di fine Quattrocento, confermano il livello tecnico e artistico raggiunto dall’autore, capace di fondere eleganza e naturalezza in un linguaggio scultoreo di grande modernità.
I lavori nella Basilica di Santa Cristina si inseriscono inoltre in un contesto di interventi che comprende il restauro architettonico della Cappella delle Sacre Pietre, condotto sotto l’alta sorveglianza del funzionario architetto Yuri Strozzieri. La cappella, strettamente legata al culto del miracolo eucaristico di Santa Cristina, è oggetto di un’operazione di consolidamento e recupero che coinvolge sia gli elementi strutturali sia quelli decorativi, con l’obiettivo di garantire la conservazione del complesso monumentale e la valorizzazione del suo patrimonio artistico. L’intero programma di restauri è diretto dall’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Orvieto-Todi e finanziato attraverso i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa Cattolica, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. La Soprintendenza ha seguito e indirizzato scientificamente le operazioni, assicurando la corretta gestione delle fasi operative e la coerenza metodologica degli interventi.
Un ruolo di rilievo è svolto anche dalla Parrocchia dei Santi Giorgio e Cristina, che in occasione del Giubileo della Speranza ha promosso una serie di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, tra cui il restauro della Cappella delle Sacre Pietre, parte integrante del progetto di valorizzazione della Basilica di Santa Cristina. L’apertura al pubblico dei due cantieri, resa possibile grazie alla collaborazione tra enti, istituzioni religiose e restauratori, ha rappresentato un momento di conoscenza e partecipazione importante per la comunità. L’iniziativa ha permesso di avvicinare i cittadini alla complessità del lavoro di restauro, offrendo uno sguardo privilegiato sulle tecniche e sui materiali impiegati e, al tempo stesso, riportando l’attenzione su un capitolo fondamentale dell’arte rinascimentale toscana diffusa nel territorio umbro-laziale.
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