Fari accesi sul caso della terracotta del '500 rubata in Valdarno nel 1905 e oggi negli USA


Il Cleveland Museum of Art conserva nella propria collezione una terracotta invetriata di Benedetto Buglioni, rubata da una cappella nel Valdarno nel 1904. Aumenta la pressione per far tornare l’opera in Italia.

Si torna a discutere del caso della Madonna con Bambino e santi di Benedetto Buglioni (Firenze, 1461 - 1521) del Cleveland Museum of Art, dopo che nell’estate del 2020 un gruppo di parlamentari aveva portato la vicenda in Parlamento (della vicenda avevamo parlato in un articolo dedicato). Si tratta di una bella terracotta invetriata che, almeno a partire dal 1749, decorava un tabernacolo di Ponte agli Stolli, un placido villaggio immerso nei boschi del Valdarno, lungo la strada che collega Figline Valdarno (di cui è una frazione) a Greve in Chianti. Poi, nel 1905, fu rubata: i presunti autori del furto furono processati nel 1906, ma dell’opera si persero le tracce.

Tuttavia, nel 1921 un finanziere e filantropo americano, Jeptha Homer Wade II, la donò al Cleveland Museum of Art dopo averla acquistata, proprio lo stesso anno, dalla Galerie George Petit di Parigi attraverso l’intermediario P.W. French & Co. In precedenza l’opera era appartenuta all’antiquario tedesco Raoul Heilbronner, a cui il governo francese, durante la prima guerra mondiale, l’aveva confiscata. Ora, l’opera di Benedetto Buglioni risulta però inclusa, con codice 87709[1], nel database dei beni culturali illecitamente sottratti del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri: la terracotta invetriata è schedata con una vecchia foto in bianco e nero, dove però è ben riconoscibile.

Benedetto Buglioni, Madonna col Bambino e i santi Francesco e Giovanni Gualberto (1510-1520 circa; terracotta policroma invetriata e smaltata, 174 x 96 x 27 cm; Cleveland, Cleveland Museum of Art)
Benedetto Buglioni, Madonna col Bambino e i santi Francesco e Giovanni Gualberto (1510-1520 circa; terracotta policroma invetriata e smaltata, 174 x 96 x 27 cm; Cleveland, Cleveland Museum of Art)
L'immagine storica del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri
L’immagine storica del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri

Il caso è tornato d’attualità dopo le dichiarazioni della senatrice Margherita Corrado (oggi nel gruppo misto), che nel 2020 aveva rivolto, con altri otto colleghi, l’interrogazione parlamentare al ministro della cultura Dario Franceschini. L’iter dell’interrogazione risulta ancora aperto, ma dal ministro non è giunta risposta. “L’interrogazione del luglio 2020, ormai quasi due anni fa, è rimasta senza risposta”, ha affermato Corrado, “ma il caso, per quanto ’cold’, non è chiuso e molto si potrebbe ancora fare per illuminare una vicenda (il furto dell’11 maggio 1905) rimasta ben presente nella coscienza della comunità locale. Pezzi di Storia e di memoria strappati al corpo vivo del Paese che la giustamente decanta diplomazia culturale italiana non rivendica con la necessaria determinazione. Per fortuna la stampa locale (Valdarnopost.it) non dimentica... ”.

Questa volta tuttavia della vicenda parlano in tanti anche negli USA. La testata News 5 di Cleveland, parte del network ABC, ha dedicato un servizio al caso. “Fu portata via illegalmente, non potete negarlo”, ha detto a News 5 lo storico dell’arte italiano Victor Veronesi. “È impossibile non dire che quest’opera è quella di Ponte agli Stolli. Era il cuore di Ponte agli Stolli”. Il quotidiano tuttavia nega che l’opera di Cleveland sia la stessa che compare nella fotografia dei Carabinieri: “un’occhiata più approfondita alle due opere dimostra che sono molto simili, ma non sono la stessa. Per esempio, il volto della Madonna guarda il Bambino nella scultura esposta [a Cleveland], mentre guarda molto più lontano nelle foto storiche”. Naturalmente, il mero confronto tra le fotografie non è condizione sufficiente per escludere che si tratti della stessa opera, data la pessima qualità dell’immagine storica, molto sgranata e con forti contrasti che dànno la percezione che lo sguardo della Vergine sia rivolto altrove. Inoltre, non è escluso che l’opera sia stata alterata successivamente, come ipotizza Veronesi, che conclude affermando che il furto dell’opera “è ed è tuttora una grande perdita per la popolazione di Ponte agli Stolli”.

La senatrice Corrado adesso chiede che si lavori per far rientrare l’opera: una spinta potrebbe arrivare dalla comunità del Valdarno, che vedrebbe tornare un’importante opera del territorio. Nel frattempo, dal Cleveland Museum of Art non giungono commenti, com’è prassi quando non ci sono richieste ufficiali e quando ci sono discussioni in corso. Nel caso tuttavia si confermasse che l’opera di Cleveland è quella rubata nel 1905 e si inoltrasse una richiesta di restituzione al museo, da parte dell’istituto ci sarebbe collaborazione: non si tratterebbe infatti della prima restituzione del Cleveland Museum of Art all’Italia. Già nel 2008, infatti, l’istituto aveva restituito 14 pezzi rubati tra il 1975 e il 1996, mentre nel 2017 rese all’Italia un ritratto in marmo di epoca romana rubato nel napoletano.


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