Venezia, ospite a Palazzo Ducale un raro esempio di ritrattistica di Francesco Guardi: la storia di Lazzaro Zen


A Palazzo Ducale di Venezia torna il progetto Ospiti a Palazzo: protagonista è il Ritratto di Lazzaro Zen, un raro esempio di ritrattistica di Francesco Guardi che racconta una vicenda singolare e profondamente significativa della storia della Serenissima.

A Palazzo Ducale di Venezia torna il progetto Ospiti a Palazzo, che apre nuovamente le sale della Quadreria – nella Sala del Magistrato alle Leggi – a un nuovo “ospite”. Fino al 14 aprile 2026 è infatti esposto il Ritratto di Lazzaro Zen di Francesco Guardi, un’opera proveniente da I.P.A.V. – Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane che costituisce un raro esempio di pittura ritrattistica nella produzione del celebre artista veneziano.

Il dipinto racconta una vicenda singolare e profondamente significativa della storia della Serenissima: quella di Alì, giovane originario dell’Africa occidentale che, fuggito dalla schiavitù, trovò a Venezia una nuova vita e una nuova identità. Nel 1770, dopo essere stato accolto dalla famiglia Zen, ricevette il battesimo nella chiesa di San Zaccaria, assumendo il nome di Lazzaro Zen. L’episodio è ricordato anche dall’iscrizione dipinta da Guardi nell’angolo in alto a sinistra della tela, mentre l’elegante copricapo del protagonista reca lo stemma della famiglia Zen della Riva di Biasio. La marsina in velluto blu, impreziosita da una pelliccia bianca con nappe e galloni dorati, testimonia la raffinatezza della ritrattistica settecentesca veneziana.

Francesco Guardi, Ritratto di Lazzaro Zen
Francesco Guardi, Ritratto di Lazzaro Zen

Nel Ritratto di Lazzaro Zen la tipica pennellata vivace e vibrante del Guardi vedutista lascia spazio a un tratto più controllato e istituzionale, capace di coniugare precisione e introspezione. Nello sguardo assorto del giovane, reso con una fine sensibilità psicologica, si coglie la tensione di chi, lasciate alle spalle le sofferenze del passato, si apre con speranza a un nuovo destino.

L’esposizione non solo permette di ammirare un capolavoro solitamente non visibile al pubblico, ma vuole invitare anche il pubblico a riflettere sul valore simbolico della sua storia. La figura di Lazzaro Zen testimonia infatti la presenza di una Venezia aperta, multietnica e poliglotta, crocevia di culture e identità. In questo senso, Ospiti a Palazzo si propone come un progetto di dialogo vivo tra le istituzioni e i loro patrimoni, un’occasione per intrecciare racconti e prospettive diverse all’interno di uno dei luoghi più rappresentativi della Serenissima. Ogni “ospite” diventa così portatore di una storia da riscoprire, in costante relazione con quella, senza tempo, di Palazzo Ducale.


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