Supercult. Federico Zeri su Francesco Bonsignori


Il quadro, conservato nel Museo di Castelvecchio a Verona, è firmato, e datato 1483. Rappresenta una Madonna con Bambino. A prima vista sembrerebbe una Madonna qualsiasi; se la si guarda, però, con un po’ più di attenzione ci si accorge di due o tre cose molto singolari. 

L’autore, attivo a Verona nella seconda metà del Quattrocento, si chiama Francesco Bonsignori. Il quadro, conservato nel Museo di Castelvecchio a Verona, è firmato, e datato 1483. Rappresenta una Madonna con Bambino. A prima vista sembrerebbe una Madonna qualsiasi; se la si guarda, però, con un po’ più di attenzione ci si accorge di due o tre cose molto singolari. Il Bambino dorme su una lastra di marmo, cosa del tutto improbabile in un dipinto naturalistico: nessun bambino può dormire su una pietra fredda e dura. Non solo: ma dorme con una veste che lascia completamente scoperta la parte inferiore del corpo e gli organi sessuali. Questi ultimi, d’altronde, sembrano protetti dalle mani giunte della Madonna. Cosa significa questo quadro? Come mai il Bambino dorme su una lastra di marmo e le mani della Madonna sono poste in un rapporto del genere con il corpo del figlio? Per capire bene il significato del quadro bisognerebbe vederne l’originale o per lo meno possederne una buona riproduzione a colori. Ci si accorgerebbe, allora, che il marmo su cui il Bambino dorme è rossastro e venato di bianco. È lo stesso marmo che riappare in un quadro di Brera, famosissimo: il Cristo morto del Mantegna. Che significato ha questa pietra rossa maculata di bianco? Intanto, notate che il Bambino è disteso: dorme in un atteggiamento quasi rigido, come se fosse morto. In realtà, la pietra rossa macchiata di bianco è la così detta Pietra dell’unzione, una delle più sacre reliquie della cristianità che, fino al secolo XII, si trovava nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Francesco Bonsignori, Madonna con il Bambino (1483; tempera su tavola, 65 x 52 cm; Verona, Museo Civico di Castelvecchio)
Francesco Bonsignori, Madonna con il Bambino (1483; tempera su tavola, 65 x 52 cm; Verona, Museo Civico di Castelvecchio)

Nel secolo XII, questa veneratissima reliquia fu portata a Costantinopoli e si ignora che fine abbia fatto. Ma agli artisti italiani del Quattrocento doveva essere ben nota. Forse ancora esiste; forse fu rubata nel sacco di Costantinopoli del 1204, portata in Italia e smarrita. Chissà che non esista ancora, non identificata, in un qualche edificio sacro italiano. A Gerusalemme, la Pietra dell’unzione è stata sostituita da una copia, e si trova esattamente a metà strada fra il Calvario e il Santo Sepolcro. Secondo la tradizione, sarebbe la pietra su cui fu collocato il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce al momento di essere unto, prima di venire avvolto nel sudario ed essere sepolto. Per questo si chiamava la Pietra dell’unzione. Secondo la stessa leggenda, la pietra, in origine, era rossa; ma le lacrime della Madonna, indelebili, l’avrebbero venata di bianco. Sono le venature, sul rosso, che si vedono sia nel quadro del Bonsignori sia nel quadro del Mantegna. In quest’ultimo la Vergine piange in corrispondenza della pietra, e il riferimento alla leggenda è molto più preciso.

Dopo questa precisazione si può capire cosa significa il quadro del Bonsignori. Esso è fondato su quella figura retorica chiamata prolessi: la rappresentazione di un oggetto, o di un episodio, che anticipa il destino finale della vicenda. Noi abbiamo qui la Madonna con il Bambino ancora piccolo; ma il Bambino dorme nella stessa posizione del Cristo morto dopo la Passione. Quindi il quadro ha un duplice significato: è la Madonna con il Bambino e, insieme, il Cristo Redentore che anticipa, sdraiato com’è su una pietra che sarà poi la Pietra dell’unzione, la propria morte. Ma perché la parte inferiore del corpo del Bambino è nuda? Il dettaglio sta a significare che Dio si è incarnato in Cristo come vero uomo.

Nel tardo Quattrocento molti teologi che redigevano le prediche per la corte Pontificia, soprattutto per Innocenza VIII, Sisto IV e Giulio II, insistevano sulla seconda persona della Trinità che ritenevano fosse quasi più importante delle altre due. Mentre la creazione del mondo, secondo loro, era in qualche modo imperfetta, perché faceva l’uomo senza possibilità di redenzione, più perfetta era l’incarnazione, in quanto dava la possibilità all’uomo di redimersi; c’era, insomma, qualcosa in più rispetto alla creazione originaria. Il quadro del Bonsignori, nel sottolineare il sesso, rappresenta Cristo come vero uomo. Sono concetti che a noi, oggi, abituati alla mentalità controriformistica e alla sua sessuofobia, possono sembrare empi; ma vedete che la Madonna protegge il figlio proprio giungendo le mani in segno di preghiera sulla sua parte più delicata, cioè gli organi sessuali. Si sa che il corpo umano nella pittura, ma anche nella filosofia, è polarizzato. La parte superiore, dall’ombelico in su, è la parte nobile; quella inferiore, dall’ombelico in giù, è la parte ignobile, la parte carnale, la parte dove si annidano gli stimoli che vanno repressi. Quindi, nel dipinto del Bonsignori viene proprio esaltata la parte inferiore, come segno dell’Incarnazione.

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Federico Zeri, Dietro l’immagine. Conversazioni sull’arte di leggere l’arte, Neri Pozza Editore, Vicenza, 1998 [edizione originale: Longanesi & C., Milano, 1987], pp. 13-15


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