È scomparsa sabato scorso ad Amsterdam dopo una breve malattia, all’età di 85 anni, l’artista olandese Jacqueline de Jong, uno dei nomi di spicco dell’arte contemporanea europea. Nata il 3 gennaio 1939 ad Hengelo, nei Paesi Bassi, De Jong ha sviluppato una carriera caratterizzata da un impegno profondo con l’avanguardia artistica, pur senza mai abbandonare la figurazione.
Cresciuta in una famiglia con radici ebraiche, De Jong ha vissuto l’occupazione nazista dei Paesi Bassi durante la Seconda Guerra Mondiale (è stata costretta a lasciare il paese con la madre per cercare riparo in Svizzera, mentre il padre era rimasto ad Amsterdam: le due furono addirittura arrestate al confine con la Francia, ma grazie all’aiuto dei partigiani francesi vennero liberate e poterono attraversare il confine). Dopo la guerra, si recò dapprima a Parigi e poi tornò ad Amsterdam, prima di trasferirsi a Londra dove, nel 1959, incontrò Asger Jorn, fondatore del gruppo CoBrA, che ebbe un importante influsso sull’arte di De Jong, e con il quale la giovane artista olandese intraprese anche una relazione amorosa che durò qualche anno.
Un momento cruciale nella carriera di Jacqueline de Jong è stato infatti il suo coinvolgimento con l’Internazionale Situazionista, gruppo di artisti, intellettuali e attivisti politici che hanno cercato di rivoluzionare l’arte e la società negli anni Cinquanta e Sessanta. L’Internazionale Situazionista promuoveva l’idea di una società in cui l’arte e la vita quotidiana fossero indistinguibili, criticando aspramente il capitalismo e la società dello spettacolo. De Jong si unì all’Internazionale Situazionista nel 1960 e divenne rapidamente una figura di rilievo all’interno del gruppo. Tuttavia, dopo una serie di dispute interne, abbandonò il movimento assieme ad altri membri dissidenti, non prima però di aver fondato un foglio, The Situationist Times, che dal 1962, anno del primo numero, ebbe sei uscite. Con The Situationist Times, De Jong aveva creato una piattaforma per esplorare temi legati all’arte, alla politica, e alla cultura visiva. La pubblicazione di The Situationist Times durò fino al 1967, con sei numeri che rimangono esempi classici di editoria d’avanguardia. Attraverso la rivista, De Jong ha collaborato con molti artisti e intellettuali, tra cui lo stesso Asger Jorn.
Jacqueline de Jong ha poi sviluppato una carriera artistica prolifica e diversificata, cominciata proprio negli anni Sessanta. Influenzata dall’espressionismo, dal surrealismo, e dal movimento CoBrA, la sua arte è caratterizzata da un forte senso del colore, della forma e del movimento. I suoi dipinti spesso esplorano temi di violenza, sessualità e potere, con una sensibilità che riflette il suo impegno: artista femminista e ironica, ha sempre rifiutato l’astrazione è si è distinta per una pittura spiccatamente narrativa. De Jong ha esposto le sue opere in numerose mostre internazionali, e le sue creazioni fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.
“Jacqueline de Jong”, dichiara la sua galleria di riferimento, Dürst, Britt & Mayhew, “è stata in prima linea nell’avanguardia europea negli ultimi sei decenni. Il suo contributo alle arti visive non può essere sottovalutato né misurato oggi, poiché il suo impatto indelebile sarà sentito per le generazioni a venire. Lasciando dietro di sé un corpus di opere senza compromessi, la sua feroce lealtà verso la famiglia e gli amici, insieme al suo impegno verso i suoi colleghi, Jacqueline de Jong mancherà profondamente a molti. Instancabile fino alla fine”.