Approvata la Dichiarazione di Napoli nella prima conferenza del Mediterraneo


La due giorni della prima Conferenza dei Ministri della Cultura del Mediterraneo si chiude con l’approvazione della Dichiarazione di Napoli: un’iniziativa per la collaborazione culturale nel Mediterraneo, improntata sul dialogo permanente nella regione. Ecco cosa dice.

Si è conclusa a Napoli la prima Conferenza dei Ministri della Cultura del Mediterraneo: “MedCulture” (questo il nome informale dell’importante evento) ha riunito a Palazzo Reale e al Teatro San Carlo del capoluogo campano oltre sessanta delegazioni in rappresentanza dei 23 paesi della regione Euro-mediterranea. Hanno partecipato il Parlamento Europeo rappresentato dalla presidente Roberta Metsola, il Commissario Europeo per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, il Segretario Generale del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, Stefano Sannino, e i delegati di Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna, Germania, Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Palestina, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro. A questi si sono aggiunte le rappresentanze di UNESCO, ICOM, ICOMOS, ICCROM, Organizzazione Mondiale delle Dogane, Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, WCO, Unione per il Mediterraneo, ALIPH, The Antiquities Coalition, Europa Nostra, The Blue Shield, Anna Lindh Foundation e Petra National Trust.

La due giorni è terminata con l’approvazione, in sessione plenaria, della Dichiarazione di Napoli, un’iniziativa per la collaborazione culturale nel Mediterraneo, definita dal ministro della cultura Dario Franceschini, che ha fatto gli onori di casa, “un meccanismo di dialogo permanente nella regione euro-mediterranea per tutti i Ministri della Cultura”. “Questa iniziativa”, ha aggiunto il ministro, “verrà declinata all’interno della cornice istituzionale e normativa e degli strumenti di politica estera dell’Unione Europea e del Partenariato Mediterraneo. L’obiettivo comune è quello di arrivare a una ministeriale della Cultura permanente del Mediterraneo che abbia una cadenza regolare e abbia fra i suoi obiettivi la definizione dei criteri condivisi per individuare ciclicamente la città da designare Capitale della Cultura del Mediterraneo”.

“Vogliamo utilizzare questa nuova cornice”, ha proseguito il Ministro, “per chiamare le istituzioni europee a investire risorse aggiuntive sulla cooperazione culturale nella regione euro-mediterranea per raggiungere obiettivi ambiziosi. La dichiarazione approvata oggi è stata frutto di un lavoro molto articolato, che ha richiesto settimane e si è concluso pochi minuti prima del consenso unanime espresso da tutti i ministri con un applauso. Questa importante azione di diplomazia culturale è stata fatta in un terreno che non esisteva. Un incontro di tutti i Ministri della Cultura del Mediterraneo non ha precedenti. È importante che in un momento così difficile avere tanti paesi anche lontani fra di loro, a volte con rapporti complicati, abbiano accettato di discutere di temi comuni e di condividere una dichiarazione finale. Questo dimostra che, se si investe in cultura, la strada per la pace è fatta innanzitutto di dialogo e di conoscenza reciproca”.

Un momento della sessione plenaria alla conferenza di Napoli
Un momento della sessione plenaria alla conferenza di Napoli

Cosa dice la Dichiarazione di Napoli

La Dichiarazione dei ministri della cultura e dei rappresentati delle istituzioni sopra elencate è stata adottata nel quadro della nuova Agenda Europea per la Cultura della Commissione Europea, dell’Agenda per il Mediterraneo (nella quale la cultura è tra le aree di stretta cooperazione), delle conclusioni del consiglio dell’Unione Europea sulla cooperazione rafforzata nella cultura, del quadro strategico delle politiche della UE per le Relazioni Culturali Internazionali, della risoluzione del consiglio UE sulla Dimensione Culturale dello Sviluppo Sostenibil, delle conclusioni del consiglio sull’approccio UE al patrimonio culturale nelle situazioni di conflitto e nelle crisi, della Bussola Strategia dell’UE per la sicurezza e la difesa, e dei risultati dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.

Sono otto i principi chiave riconosciuti dalla Dichiarazione: le culture, le lingue, i patrimoni culturali e i paesaggi della regione Euro-Mediterranea come fonti condivise di memoria, comprensione, identità, senso di appartenenza, conoscenza e creatività; cultura e creatività come fattori chiave e facilitatori per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile; protezione e valorizzazione del patrimonio culturale della regione euro-mediterranea da catastrofi, conflitti, crisi e cambiamenti climatici; ruolo chiave della cultura nella nuova Agenda del Mediterraneo; diversità culturale e linguistica come patrimonio comune dell’umanità, da apprezzare e preservare per far fiorire un quadro di democrazia, tolleranza, giustizia sociale e rispetto reciproco tra popoli e culture, indispensabili per la pace e la sicurezza; cooperazione culturale come chiave per il rilancio e la prosperità dell’area Euro-Mediterranea; necessità di un’azione più coordinata e integrata per liberare il potenziale dei processi di rigenerazione guidati dalla cultura nell’area Euro-Mediterranea; importanza degli attori della società civile per lo sviluppo di una cooperazione significativa relativa alla cultura e al patrimonio culturale nella regione.

Questi otto principi hanno portato i firmatari della Dichiarazione di Napoli ad accogliere lo sviluppo della cooperazione e di azioni congiunte su tre assi. Il primo: la cultura come risorsa fondamentale per la pace e la sicurezza. Lungo questo asse si muoveranno meccanismi di risposta congiunti e azioni coordinate regionali per la salvaguardia del patrimonio culturale in scenari di catastrofi e crisi (“Promuovere un approccio strategico più coordinato e intersettoriale alla protezione del patrimonio culturale in situazioni di disastri e scenari di crisi, allineato con un approccio di gestione delle crisi, che tenga conto di tutti gli attori rilevanti coinvolti in tutte le fasi”, si legge nel testo della Dichiarazione), e la lotta al traffico illecito di beni culturali: azioni trasversali nell’area Euro-Mediterranea (“fronteggiare i furti nelle istituzioni del patrimonio culturale o nelle collezioni private, il saccheggio di siti archeologici, la rimozione di reperti e il conseguente traffico illecito di beni culturali nella regione Euro-Mediterranea”, “potenziare le misure per contrastare il traffico illecito di beni culturali attraverso un approccio sfaccettato / intersettoriale che tenga conto delle sue dimensioni criminali, finanziarie e sociali”, “coinvolgere tutte le principali parti interessate per un aumento della capacità delle autorità competenti nella lotta al traffico illecito di beni culturali”.

Il secondo asse è quello della cultura e del patrimonio cultruale come motore e fattore abilitante per lo sviluppo sostenibile e la transizione verde: si tratterà dunque di migliorare l’integrazione della cultura e del patrimonio culturale nell’ampia agenda dello sviluppo sociale ed economico sostenibile nella regione Euro-Mediterranea, liberando il potenziale della cultura come motore e facilitatore di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e integrando ulteriormente la cultura, il patrimonio culturale e la creatività nell’attuazione degli SDGs, oltre che di riconoscere e incoraggiare il ruolo chiave delle città e delle regioni nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile guidato dalla cultura e dal patrimonio culturale, che includa anche la promozione lo scambio di buone norme tra i responsabili politici locali e le parti interessate presenti nella regione. La Dichiarazione di Napoli, sotto questo asse, promuove anche l’accelerazione dell’azione per aumentare la resilienza e promuovere la riduzione del rischio da catastrofi e della pianificazione dell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici e delle catastrofi legate al clima sul patrimonio culturale e sulla diversità culturale dell’area Euro-Mediterranea. Sarà inoltre importante “aumentare la consapevolezza sul patrimonio culturale, materiale e immateriale, come deposito di conoscenze e lezioni di resilienza apprese dal passato per adattarsi a un clima che cambia e come risorsa per aiutare le persone e le comunità a riscoprire pratiche di gestione ambientale sostenibili, sostenendo al contempo soluzioni a bassa emissione di carbonio e basate sulla natura”, e “promuovere i principi del nuovo Bauhaus europeo e coinvolgere gli operatori del patrimonio culturale e della cultura, inclusi designer, artigiani, artisti, creativi, architetti, conservatori e le istituzioni culturali, inclusi musei e biblioteche, per accelerare i cambiamenti necessari per una transizione di successo verso un futuro a bassa emissione di carbonio e resiliente al clima, promuovendo stili di vita e modelli comportamentali in armonia con la natura e spazi abitativi più belli, inclusivi e sostenibili”. Spazio anche alle conoscenze locali, ai know-how tradizionali, alle azioni per il clima all’interno delle politiche culturali, alla “diplomazia culturale verde”.

Terzo asse è la cultura come attore chiave in un mondo in transizione. La prima azione guida consiste nello sfruttare il potere della cultura per la resilienza, la prosperità e il cambiamento digitale. Obiettivi: ripristinare e sostenere le relazioni culturali internazionali nella regione Euro-Mediterranea, colpita dalla diffusione della pandemia di Covid-19, alimentando il nostro spazio culturale comune, rafforzando la capacità delle amministrazioni nazionali, degli istituti culturali e degli operatori culturali e creativi di praticare la relazioni culturali internazionale nel Mediterraneo; sostenere l’educazione a una cultura di pace e solidarietà basata sul concetto di identità multi-livello sin dalla tenera età, nonché la promozione della diversità culturale e linguistica, in particolare attraverso l’educazione artistica e del patrimonio nelle scuole e non solo e gli scambi internazionali nell’area Euro-Mediterranea, nonché ripensando il ruolo dell’istruzione alla luce dell’iniziativa New European Bauhaus, con attenzione ai gruppi vulnerabili; sostenere le coproduzioni culturali, la mobilità delle opere d’arte e dei prodotti culturali nel quadro di una rinnovata partnership tra l’UE e i suoi Stati membri e i Paesi Mediterranei; sostenere la resilienza socioeconomica dei settori culturale e creativi, superando la fragilità dei Settori e delle Industrie Culturali e Creative (CCIS) nell’area mediterranea e facilitandone la ripresa, consentendo agli operatori di cogliere tendenze tra cui la transizione verde e digitale, accelerando crescita sostenibile ed equilibrata; promuovere iniziative di ricerca culturale congiunta relative alla cultura, al patrimonio culturale e al paesaggio in tutto il Mediterraneo; raccogliere e diffondere ampiamente le migliori pratiche nel campo della cultura e del patrimonio culturale delle iniziative di cooperazione culturale in tutto il Mediterraneo per sostenere la condivisione delle conoscenze, l’apprendimento tra pari e il networking.

Infine, occorrerà promuovere la mobilità, l’aggiornamento e la riqualificazione di artisti e professionisti della cultura: lo si farà sostenendo la mobilità e gli scambi transfrontalieri come fattori chiave per la sostenibilità dei professionisti della cultura, dei dipendenti pubblici e della società civile, dei tirocinanti, delle imprese e delle organizzazioni, e poi ancora sostenendo la qualificazione, la riqualificazione e l’occupabilità degli operatori della cultura, del patrimonio creativo e culturale e dei dipendenti pubblici del Mediterraneo, promuovendo il plurilinguismo.

La Dichiarazione si chiude con l’invito a tutte le parti interessate nella regione Euro-Mediterranea, comprese le pertinenti istituzioni e servizi dell’UE, i governi nazionali e le organizzazioni internazionali e regionali e le organizzazioni non governative, nonché gli attori privati e le fondazioni, a esplorare congiuntamente come le politiche pubbliche a livello mediterraneo, europeo nazionale, regionale e locale potrebbero essere meglio coordinate, in modo da poter evidenziare il contributo della cultura per una ripresa verde, digitale, giusta e concentrata su obiettivi realistici, contribuire a integrare meglio il quadro strategico dell’UE per le relazioni culturali internazionali con gli obiettivi di politica estera dell’UE, contribuire a promuovere il dialogo e la cooperazione tra attori nazionali e internazionali al fine di proteggere e aumentare la sicurezza del patrimonio culturale di fronte a crisi e conflitti e nella lotta ai traffici illeciti, imparare da ciò che funziona nei programmi esistenti e aumentare le opzioni e l’accesso alle opportunità di formazione, mobilità e rafforzamento delle capacità di artisti, operatori della cultura e del patrimonio, promuovere la circolazione della cultura, dell’arte del patrimonio culturale attraverso l’area Euro-Mediterranea, salvaguardare meglio il patrimonio culturale. “Lavoreremo congiuntamente”, si legge nelle battute finali del testo, “a raccomandazioni e azioni volte a promuovere i principi e le azioni proposte nella presente Dichiarazione e a sviluppare l’Iniziativa di Napoli”.


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