Bauhaus. Origini, sviluppo e principali esponenti della scuola


Il Bauhaus è stato la più importante scuola di architettura, design e arte del XX secolo. Origini, sviluppo e artisti.

Il Bauhaus è stato un istituto superiore di istruzione artistica fondato nel 1919 a Weimar in Germania, nel contesto storico-culturale della Repubblica di Weimar (1919-1933), per promuovere un nuovo metodo educativo in grado di integrare arte e artigianato industriale e l’unità delle diverse attività artistiche al servizio del concetto di “opera d’arte totale”.

Das Staatliche Bauhaus, nuova scuola statale di Architettura, Design e Arte nacque dalla fusione della Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti e Mestieri) diretta da Henry van de Velde e la Hochschule für bildende Kunst (Accademia di Belle Arti) fondata e diretta da Hermann Muthesius, e prese il nome “Bauhaus”, che si può tradurre come “casa del costruire”, e che deriva dall’inversione della parola tedesca “Hausbau”, “costruzione di una casa”.

Il fondatore e primo direttore fu l’architetto Walter Adolph Gropius (Berlino, 1883 – Boston, 1969), il suo successore nel 1928 Hannes Meyer (Basilea, 1889 – Lugano, 1954), a cui seguì dal 1930 fino alla chiusura nel 1933 Ludwig Mies Van der Rohe (Aquisgrana, 1886 – Chicago, 1969), che insieme a Gropius è stato uno dei più importanti e influenti architetti del Novecento. La scuola del Bauhaus, a cui da insegnanti presero parte alcune tra le massime personalità del tempo, determinò un influente movimento artistico, che ha ridefinito l’estetica e la funzionalità delle arti e mestieri, fondando il nuovo design contemporaneo e uno stile architettonico di grande impatto, sia in Europa che negli Stati Uniti. La prima sede della scuola fu a Weimar dal 1919 al 1925, poi a Dessau fino al 1932 e infine a Berlino negli ultimi mesi e prima che il regime nazista nel 1933 ne imponesse la fine, considerandola un’esperienza troppo aperta alle tendenze internazionali.

Il logo del Bauhaus disegnato da Oskar Schemmler e usato dal 1922
Il logo del Bauhaus disegnato da Oskar Schemmler e usato dal 1922
L'edificio Bauhaus a Dessau. Foto: Wikimedia/Mewes
L’edificio Bauhaus a Dessau. Foto: Wikimedia/Mewes
Walter Gropius e Adolf Meyer, Le Officine Fagus (1911-1914). Foto: Edmund Lill
Walter Gropius e Adolf Meyer, Le Officine Fagus (1911-1914). Foto: Edmund Lill
Ludwig Mies van der Rohe, Il Padiglione di Barcellona (1929). Foto: Ashley Pomeroy
Ludwig Mies van der Rohe, Il Padiglione di Barcellona (1929). Foto: Ashley Pomeroy
Hannes Meyer, Edifici residenziali della AGDB Schule a Berlino (1928-1930)
Hannes Meyer, Edifici residenziali della AGDB Schule a Berlino (1928-1930)
László Moholy-Nagy, K VII (1922; olio e grafite su tela, 115,3 x 135,9 cm; Londra, Tate Modern)
László Moholy-Nagy, K VII (1922; olio e grafite su tela, 115,3 x 135,9 cm; Londra, Tate Modern)

Origini e sviluppo della scuola tedesca Bauhaus

Quella che fu la prima sede della scuola Bauhaus a Weimar era stata costruita tra il 1904 e il 1911 per ospitare lo studio degli scultori della precedente Scuola Granducale di Arti e Mestieri sassone progettata dal direttore di quell’istituto, l’architetto Art Nouveau Henry van de Velde. Nel 1915 l’architetto Walter Gropius aveva rilevato la scuola, e fu attraverso la fusione quattro anni dopo di questa istituzione con l’Accademia di Belle Arti che si formò la nuova scuola Bauhaus. In termini concettuali, nasceva dall’ideale tardo ottocentesco di riunire le belle arti e le arti applicate, e si costituì per riformare l’istruzione artistica. Negli stessi anni Dieci del Novecento, lo sviluppo del Costruttivismo russo promuoveva una fusione dell’arte col design. Quando il Bauhaus aprì i battenti, Gropius immaginò che dovesse comprendere la totalità dei media artistici, scultura e pittura, design industriale e design grafico, tipografia, interior design e progettazione architettonica, naturalmente.

Il programma di studi era strutturato come una ruota composta da anelli concentrici, con l’anello esterno che rappresentava un corso base preliminare di sei mesi, e i due anelli di mezzo a indicare i corsi intermedi, a scelta degli studenti, a cui si affiancava il loro lavoro pratico nelle discipline di accompagnamento. Laboratori di falegnameria, lavorazione del metallo, ceramica, vetro, pittura murale, tessitura, grafica, tipografia e scenografia... Il programma poneva poi la “costruzione” (Bau) al centro di tutte le attività, al centro della ruota, dove si collocava la progettazione architettonica.

Un obiettivo chiave dell’approccio pedagogico del Bauhaus, adottato per tutti i corsi, era quello di eliminare le tendenze competitive, per promuovere non solo la creatività individuale ma anche un senso di comunità e uno scopo condiviso e si basava sulla collaborazione tra maestri e allievi. Invece di copiare dai modelli, come si faceva ancora nelle tradizionali accademie d’arte, veniva incoraggiata l’espressività personale. Un percorso educativo con tale struttura era senza precedenti e la scelta degli insegnanti da coinvolgere fu decisiva nello sviluppo delle varie discipline. Gropius riuscì a ottenere il sostegno di rinomati artisti d’avanguardia. I pittori Johannes Itten (Süderen-Linden, 1888 – Zurigo, 1967) e Lyonel Feininger (New York, 1871 –1956) e lo scultore Gerhard Marcks (Berlino, 1889 – Darmstadt, 1981) furono tra i primi incaricati a Weimar. A seguire negli anni da Josef e Anni Albers, Herbert Bayer e Marcel Breuer, a Lyonel Feininger, Vasilij Kandinskij e Paul Klee, Theo van Doesburg, Oskar Schlemmer ed altri.

Malgrado la breve storia di questa istituzione, dal 1919 al 1933, si combinarono nel tempo diverse influenze estetiche. Quando nel 1923 Itten lasciò la scuola, anno in cui si tenne la prima mostra del movimento, fu sostituito da László Moholy-Nagy, che rimodellò il programma scolastico abbracciando la tecnologia e una funzione sociale dell’arte. Fino a quando nel 1925 la scuola si trasferì nella città industriale tedesca di Dessau, dando inizio al periodo di attività più fruttuoso. Gropius progettò un nuovo edificio per la scuola che da allora è diventato non solo il simbolo del Bauhaus, ma anche un punto di riferimento dell’architettura moderna e funzionalista. Fu qui nel 1927 che la scuola poté disporre anche di un vero e proprio dipartimento di architettura. Nel 1928 Gropius si dimise, passando la direzione all’architetto svizzero Hannes Meyer, che dirigeva proprio il dipartimento di architettura. Tuttavia nel 1930 fu licenziato. Divenne direttore l’architetto Ludwig Mies van der Rohe, famoso sostenitore dell’architettura funzionalista, come Gropius, che determinò il cosiddetto Stile Internazionale. Da Dessau si diffusero testi come Pädagogiches Skizzenbuch (Taccuino di schizzi pedagogici) di Klee, Malerei, Photographie, Film (Pittura, fotografia, cinema) di Moholy-Nagy e centinaia di disegni per edifici e oggetti di uso prodotti su scala industriale.

Nel 1932, con i nazisti al potere, la scuola fu nuovamente trasferita, questa volta a Berlino, per l’ultimo anno prima della chiusura definitiva. A Berlino, il Bauhaus sopravvisse brevemente e con risorse inferiori a quelle di cui aveva goduto negli anni precedenti, con l’istituto svuotato delle personalità più influenti. Nel 1933, la scuola fu chiusa a tempo indeterminato sotto intense pressioni e minacce politiche.

Nei decenni successivi, dopo la seconda guerra mondiale, l’influenza del Bauhaus si sarebbe spostata insieme ai suoi ex membri, molti dei quali furono costretti a fuggire dall’Europa. Negli Stati Uniti, Josef Albers divenne un insegnante d’arte al Black Mountain College di Asheville, László Moholy-Nagy nel 1937 fondò il New Bauhaus a Chicago, dove si trasferì anche Mies van der Rohe che divenne direttore del dipartimento di architettura dell’Armor Institute, mentre Gropius ad Harvard divenne professore della Graduate School of Design. Lo spirito del Bauhuas sopravvisse anche in innumerevoli riproduzioni e citazioni dei mobili e allestimenti, oggetti e grafiche prodotti nei quattordici anni di attività in Germania.

Lyonel Feininger, Cattedrale del socialismo (1919; xilografia su carta, 305 x 190 mm; Chicago, Art Institute)
Lyonel Feininger, Cattedrale del socialismo (1919; xilografia su carta, 305 x 190 mm; Chicago, Art Institute)
Paul Klee, Palloncino rosso (1922; olio su mussola, 31,8 x 31,1 cm; New York, Guggenheim Museum)
Paul Klee, Palloncino rosso (1922; olio su mussola, 31,8 x 31,1 cm; New York, Guggenheim Museum)
Marcel Breuer, Sedia Wassily (1925)
Marcel Breuer, Sedia Wassily (1925)

Stile e applicazioni dei maggiori esponenti del Bauhaus

Nell’atto di fondazione Gropius definì il Bauhaus come un “vasto sistema” con “l’attività teorica di un’accademia d’arte combinata con l’attività pratica di una scuola di arti e mestieri”. Il primo manifesto della nuova scuola infatti presentava una xilografia di Lyonel Feininger che mostra un’antica cattedrale di cui la torre centrale simboleggia l’architettura, e le laterali la scultura e pittura (Cattedrale del socialismo, 1919). Come nei cantieri delle grandi cattedrali romaniche e gotiche lavoravano insieme architetti, scultori, pittori, lapicidi, carpentieri e ogni sorta di artigiani, così, solo con la collaborazione di tutte le professionalità e senza preminenza di una sull’altra, si poteva giungere alla creazione dell’opera moderna e democratica. L’idea del Bauhaus era di formare artisti con varie specializzazioni che concepissero una nuova Gesamtkunstwerk o “opera d’arte totale”, di cui l’architettura sarebbe stata la “costruzione completa, traguardo finale delle arti visive”.

Simbolo di questa visione del Bauhaus, è l’edificio che Gropius progettò e riuscì a far costruire a Dessau come sede della scuola, dove l’uso di pareti di vetro avrebbe garantito interni pieni di luce, anche consentendo una visione dall’esterno delle ripartizioni interne funzionali, ad oggi una delle opere architettoniche più importanti del Novecento; tra le caratteristiche innovative della costruzione c’era il nuovo rapporto che l’architetto volle stabilire tra lo spazio architettonico complessivo e chi ne avrebbe usufruito e anche solo fruito; diviso in tre ali separate in base alle differenti attività didattiche, questa costruzione rispondeva alle esigenze di un’architettura che come il design, doveva venire a essere funzionale, in convivenza con la città e le esigenze pratiche e dove nessuna parte sarebbe stata più importante delle altre: in questa sede, per esempio, veniva eliminata l’idea di una facciata principale, come si era richiesto che avesse ogni edificio di epoca precedente fino a quel momento, e ogni lato costituiva a quel punto una facciata non meno importante delle altre.

Lo stile ed esperienza del Bauhaus rappresenterà un punto fermo per la nascita e lo sviluppo dell’architettura moderna e del design contemporaneo e l’introduzione di nuovi canoni estetici. Uno dei punti programmatici fondamentali, come detto, fu l’annullamento della distinzione fra artista e artigiano, agli studenti veniva offerta una preparazione artigianale di base da conseguire in officine e in luoghi di sperimentazione e di lavoro, che servisse a creare oggetti con l’anima delle opere d’arte.

Caratteristico del Bauhaus è uno stile geometrico, severo ma elegante, realizzato con grande economia di mezzi che affermava i principi fondanti della scuola: essenzialità, modernità, uguaglianza, attenzione al colore e alla forma, che “segue alla funzione”. Sebbene in realtà le opere prodotte fossero tra loro riccamente diverse, si diffuse un’estetica minimalista, contrapposta radicalmente al ricco decorativismo dell’Art Decò, di poco precedente.

Esempi sono, nel campo della grafica e della comunicazione, la nascita del font di Herbert Bayer, privo delle maiuscole, geometrico minimale per garantire una migliore leggibilità; e nel design dell’arredo, l’impiego di tubolare metallico nella struttura di sedie e tavoli, leggero, facilmente trasportabile e riproducibile in serie, che soddisfaceva tutti i requisiti progettuali della scuola: i componenti degli oggetti, disposti con una chiarezza ne rendevano chiaro lo scopo e l’uso. A partire dalla ricerca che ne fece Marcel Breuer. La sua poltrona “Wassily” è un’elegante fusione di tubi curvi di acciaio inossidabile sovrapposti, con pannelli di tessuto rettangolari tesi, che fluttuano come forme geometriche nello spazio. Dominerà infatti l’idea geometrica, in pittura come nella ceramica, oltre che nell’arredamento e rifiniture d’interni, in scultura e nei pattern della tessitura. Eliminando gli ornamenti, si esprimeva un nuovo spirito moderno e internazionale.

Tra gli altri, Paul Klee che è stato uno dei pittori più talentuosi del Bauhaus, combinava forme geometriche delicate e gradazioni di colore (Palloncino rosso, 1922) di pari passo con la straordinaria innovazione formale portata avanti da Vasilij Kandinskij (Giallo-Rosso-Blu, 1925) e nella fotografia da Moholy-Nagy, che sperimentò una tecnica di ripresa direttamente sulla carta fotosensibile senza macchina fotografica. Le opere del Bauhaus dimostrano un lato tecnologico e creativo, nell’impegno a esplorare le proprietà e le possibilità dei diversi media artistici.


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