Ascoli Piceno, terminato il restauro del prezioso trittico di Carlo Crivelli


La Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno restituisce al pubblico il “Primo trittico di Valle Castellana” di Carlo Crivelli, restaurato grazie al progetto “La natura nel cuore di...”, promosso da Rigoni di Asiago e Fondaco Italia. L’opera risale al 1470 e presenta elementi rari nella produzione dell’artista.

Dopo oltre sei mesi di lavori, si è concluso il restauro del Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli (Venezia, 1430-1435 circa – Ascoli Piceno, 1495 circa), custodito presso la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno. L’intervento segna l’ottava e ultima tappa del progetto La natura nel cuore di..., iniziativa di valorizzazione del patrimonio artistico italiano promossa da Rigoni di Asiago in collaborazione con Fondaco Italia. Il progetto, avviato nel 2015 in occasione di Expo Milano, celebra nel 2025 dieci anni di attività.

Con l’operazione, Rigoni di Asiago chiude simbolicamente un percorso durato un decennio, durante il quale sono stati sostenuti otto interventi di restauro in altrettante città italiane, da nord a sud. L’intento dell’iniziativa è stato quello di costruire un “museo diffuso”, capace di offrire ai viaggiatori una diversa lettura del patrimonio artistico italiano, mettendo in luce opere meno note, spesso trascurate a causa della vastità del repertorio culturale nazionale.

“Ormai considerata a pieno titolo una città d’arte” dice Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno. “Ascoli Piceno racchiude uno straordinario patrimonio storico artistico che intendiamo conservare e valorizzare a vantaggio dell’economia di un intero territorio. Grazie al mecenatismo di Rigoni di Asiago ed alla collaborazione con Fondaco Italia, è stato possibile recuperare un altro tassello di questo immenso mosaico che racconta la storia di una città dal periodo piceno ad oggi, evidenziandone la grande attrattiva che può esercitare sul turismo culturale”.

“Il progetto ‘La natura nel cuore di...’ festeggia dieci anni di attività con la conclusione del restauro del trittico di Carlo Crivelli, custodito nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno”, sostiene Andrea Rigoni, Presidente di Rigoni di Asiago Srl. “La nostra non è solo un’iniziativa culturale, ma un vero e proprio gesto d’amore e di responsabilità verso l’Italia e le sue città d’arte. Rigoni di Asiago ha contribuito alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano, creando un “museo diffuso” che unisce otto città italiane da nord a sud. Questo impegno riflette una visione di responsabilità sociale d’impresa che riconosce nel valore culturale un capitale condiviso, in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Il restauro del trittico ha permesso di restituire l’opera alla città con una nuova luce, evidenziando la qualità pittorica delle sezioni meglio conservate e restituendo l’unità visiva a un capolavoro riconosciuto come una delle espressioni più alte della cultura artistica delle Marche”.

L’opera Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli prima del restauro
L’opera Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli prima del restauro

Nel corso degli anni il progetto ha toccato luoghi simbolici e interventi di rilievo. Il primo restauro ha riguardato l’Atrio dei Gesuiti, accesso storico al Palazzo di Brera a Milano. A seguire, tra il 2016 e il 2017, è stata restaurata la statua di San Teodoro in Palazzo Ducale a Venezia. Nel 2018 l’intervento ha interessato la fontana Venezia sposa il mare nel cortile di Palazzo Venezia a Roma. L’anno successivo, il restauro ha riguardato la Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone a Matera. Nel 2020 si è operato sulle lunette orientali e sud-orientali del Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze. Nel biennio 2021-2022 il progetto ha fatto tappa a Bergamo con il restauro della Fontana Contarini in Piazza Vecchia, mentre a Napoli è stata recuperata la Fontana in porfido rosso conservata al Museo Archeologico Nazionale. Con l’intervento conclusosi ad Ascoli Piceno nel 2025, si chiude simbolicamente il ciclo decennale del progetto.

Il trittico oggetto dell’intervento è databile intorno al 1470 ed era da tempo in condizioni conservative critiche. Il restauro è stato eseguito tra febbraio e giugno 2025 presso il laboratorio di Daphne De Luca a Roma, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. L’intervento ha avuto come obiettivo principale la rimozione dei numerosi strati di vernice applicati durante un precedente restauro avvenuto negli anni Settanta, i quali avevano alterato la percezione cromatica dell’opera.

La vernice, oggi fortemente ingiallita, e le integrazioni pittoriche applicate in modo invasivo durante il vecchio restauro, sono state completamente rimosse. L’operazione ha permesso di far emergere la qualità originale della pittura crivellesca, in particolare nella resa degli incarnati e nei dettagli ornamentali. Il degrado materico, seppur evidente in diverse sezioni, non ha impedito il recupero di elementi di notevole raffinatezza. Tra questi, spicca la capigliatura di San Sebastiano, che si è rivelata bionda e non castana, contrariamente a quanto suggerivano le osservazioni precedenti, influenzate da strati di colla annerita.

L’opera ha riservato anche sorprese dal punto di vista tecnico. È stata individuata la presenza di un’incamottatura, ovvero una tela applicata sotto lo strato preparatorio per limitare i movimenti del supporto ligneo in caso di variazioni ambientali. Pur essendo una tecnica diffusa tra il XIII e il XV secolo, la sua presenza è rara nelle opere di Crivelli. A renderla ancor più interessante è la natura della tela, caratterizzata da una trama molto fitta e di colore chiaro. Il tessuto è simile a quello impiegato per la Madonna con il Bambino conservata nei musei civici di Macerata, realizzata da Crivelli intorno al 1490 e anch’essa restaurata da Daphne De Luca. In quell’occasione, fu identificata la tela come Rensa, un pregiato tessuto prodotto a Reims, in Francia, noto per essere stato utilizzato anche da Andrea Mantegna per il Cristo morto conservato alla Pinacoteca di Brera.

L’opera Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli dopo il restauro
L’opera Primo trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli dopo il restauro

“Grazie alla sensibilità mostrata da Rigoni di Asiago”, afferma Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca Civica, “un intervento di restauro magistralmente condotto dalla professoressa Daphne De Luca restituisce alla comunità ascolana un capolavoro di Carlo Crivelli per lunghi anni rimasto ai margini degli studi sul grande pittore veneto per il suo precario stato di conservazione. Si tratta di un’opera che racconta non solo l’operato di un grande maestro, ma la vita stessa di un centro appenninico oggi segnato dai danni provocati dal sisma del 2016 e dallo spopolamento che riguarda tutte le aree interne, mostrando come l’arte possa essere un volano per lo sviluppo ed un sostegno alla resilienza di quanti ancora abitano quei luoghi”.

“Dopo dieci anni di cammino, possiamo dire che ‘La natura nel cuore di...’ non è solo un progetto culturale, ma un vero e proprio gesto d’amore e di responsabilità verso l’Italia e le sue città d’arte”, continua Enrico Bressan, Presidente di Fondaco Italia. “Operare in luoghi come Ascoli significa contribuire al racconto di un’Italia autentica e affascinante, capace di sorprendere ancora, lontano dai riflettori delle mete più note. In un momento storico in cui la cultura rappresenta sempre più un investimento strategico per la crescita sostenibile dei territori, iniziative come questa testimoniano il ruolo fondamentale del mecenatismo privato nella tutela del patrimonio artistico. Il sostegno di Rigoni di Asiago al restauro del trittico si inserisce in una visione di responsabilità sociale d’impresa che riconosce nel valore culturale un capitale condiviso. Un impegno che risponde pienamente agli indirizzi dell’Agenda ONU 2030, e in particolare all’Obiettivo 11, che promuove la protezione del patrimonio culturale e naturale come parte integrante di comunità inclusive, sicure e resilienti. Investire nella conservazione dell’arte significa infatti rafforzare l’identità dei luoghi, generare valore economico e sociale, e contribuire alla qualità della vita delle generazioni presenti e future”.

Il ritorno del trittico nella sua sede museale consente una nuova fruizione da parte del pubblico. L’opera viene reintegrata nel percorso espositivo della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, offrendo agli studiosi e ai visitatori un’occasione per approfondire la conoscenza dell’attività di Crivelli e, più in generale, della pittura adriatica del Quattrocento. Di particolare rilevanza è la figura di San Giacomo della Marca, raffigurato nel pannello centrale del trittico, che costituisce uno dei rari casi di ritratto eseguito quando il soggetto era ancora in vita.

Il completamento del restauro ha ricevuto il plauso delle istituzioni locali. Il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, e il direttore della Pinacoteca Civica, Stefano Papetti, hanno espresso apprezzamento per l’intervento, sottolineando l’importanza della collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico.


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