Mentre alla Villa Vittoria di Firenze questa mattina si apriva il Forum Internazionale del Turismo Italiano 2025, con la partecipazione della ministra Daniela Santanchè, in città si svolgeva una protesta. Un gruppo di cittadini del movimento Salviamo Firenze x Viverci ha organizzato un flash mob all’ex Ospedale Militare San Gallo per denunciare lo stravolgimento sociale e urbanistico della città.
La manifestazione si è svolta in contemporanea con l’evento istituzionale e ha voluto contrapporre alla narrazione ufficiale, fatta di record turistici, eccellenze culturali e attrattività globale, la realtà quotidiana di una città dove vivere sta diventando sempre più difficile. Al centro della protesta, il progetto di riqualificazione dell’ex ospedale militare: un complesso immobiliare destinato al mercato dell’ultralusso, con appartamenti venduti a 20.000 euro al metro quadro. Un simbolo importante, scelto per rappresentare l’impatto che anni di politiche orientate alla valorizzazione turistica e alla rendita stanno producendo sul tessuto sociale urbano.
Nel Forum, Firenze e la Toscana vengono proposte come un modello virtuoso, capace di coniugare bellezza, storia e sviluppo. La regione viene raccontata come una cartolina perfetta, con otto siti UNESCO, borghi medievali, una tradizione enogastronomica rinomata e un territorio che si estende dalle Alpi Apuane alle spiagge della Versilia. Ma dietro questa immagine patinata si nasconde p
un progressivo processo di espulsione dei residenti, una crisi abitativa crescente e la privatizzazione di spazi pubblici. La vicenda dell’ex Ospedale San Gallo è emblematica. Nel 2016 la struttura viene ceduta dal Demanio. Nel 2022 il Consiglio Comunale approva un progetto che descrive la trasformazione di un intero isolato del centro storico. Un’area che dal Duecento ha ospitato un convento e un ospedale, e poi una caserma militare, viene ripensata per ospitare alberghi e residenze di lusso. Due anni dopo, nel 2024, la proprietà passa a un fondo finanziario con sede a Singapore. Il complesso viene destinato al mercato orientale d’élite, accentuando ulteriormente la vocazione esclusiva dell’intervento. Le unità immobiliari vengono proposte a cifre esorbitanti: fino a 20.000 euro al metro quadro. Una soglia che, in una città dove lo stipendio medio si aggira attorno ai 1.600 euro al mese, rende evidente la distanza tra il mercato immobiliare e le possibilità reali dei cittadini.
Il flash mob ha posto l’accento su questa sproporzione, ma anche su altri elementi. I benefici per la collettività sono minimi: le opere pubbliche previste in cambio dell’autorizzazione al progetto valgono meno di una singola unità abitativa del nuovo complesso. Si stima, ad esempio, che 32 metri quadri vengano venduti per 630.000 euro, una cifra superiore all’intero pacchetto di opere a carico della proprietà. Nel frattempo, i prezzi degli immobili nelle aree limitrofe al cantiere continuano a salire, innescando un effetto domino che alimenta la bolla e spinge fuori dal mercato intere fasce della popolazione. La protesta ha quindi voluto evidenziare la distanza tra la Firenze raccontata ai visitatori e quella vissuta dai residenti. Una città in cui il turismo è diventato la principale forza modellante, ma anche la causa di forti squilibri. La tendenza alla trasformazione del patrimonio pubblico in strutture ricettive o immobili di pregio non è nuova, ma negli ultimi anni ha conosciuto una forte accelerazione. Firenze, come altre città d’arte italiane, è sempre più pensata per chi la attraversa come turista o investitore, e sempre meno per chi vi abita. Il flash mob ha contestato questa visione del territorio, in cui la bellezza diventa una risorsa da capitalizzare, mentre vengono trascurati gli effetti sociali e ambientali della pressione turistica. Il Forum del Turismo si propone di discutere il futuro del settore, puntando su crescita, attrattività e investimenti, ma fuori dal circuito istituzionale, si levano voci che chiedono una svolta.