Foligno e Spoleto si presentano insieme nella corsa al titolo di Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027. Le due città umbre hanno ufficialmente illustrato le linee guida del dossier Foligno–Spoleto in Contemporanea, progetto con cui lo scorso giugno hanno deciso di candidarsi in maniera congiunta al bando promosso dal Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura. Dopo aver superato la prima selezione, sono ora tra le finaliste che il prossimo 16 ottobre esporranno la propria proposta di fronte alla giuria riunita a Palazzo Poli, a Roma. La scelta di unire le forze nasce da una storia comune che lega Foligno e Spoleto al mondo dell’arte contemporanea da oltre settant’anni. Un percorso che affonda le radici nel Novecento e che, tra continuità e rinnovamenti, ha segnato la vita culturale di entrambe le comunità, fino a condurle alla candidatura congiunta. Le due città si presentano oggi con un progetto che intende valorizzare tradizione e innovazione, proponendosi come laboratorio diffuso capace di connettere passato, presente e futuro.
“Spoleto e Foligno”, afferma il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, “sono due città importanti dell’Umbria che hanno deciso di mettere in connessione un patrimonio culturale di grande valore, legato all’arte contemporanea, ponendosi l’obiettivo di valorizzarlo. Ci siamo uniti da subito lungo una direttrice storica che è la Flaminia. L’impostazione del dossier, che è già un progetto molto operativo, punta a fare dei nostri territori dei centri di ricerca sull’economia legata all’arte contemporanea”.
“Abbiamo subito creduto nell’unione dei due Comuni che hanno grandi potenzialità artistiche nell’ambito della contemporaneità. Si guarda, però, oltre la candidatura, grazie alla promozione e partecipazione di progetti da parte di associazioni e fondazioni bancarie", dice l’assessore alla cultura di Foligno, Alessandra Leoni.
“Vogliamo”, dichiara il direttore dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini, “non solo dare vita ad un progetto inclusivo e virtuoso, capace di coinvolgere le due città e di estendersi potenzialmente ai territori limitrofi e all’intera Regione, ma intendiamo valorizzare le energie già presenti e costruire una rete ampia e partecipata, in grado di coinvolgere musei, fondazioni, artisti, scuole, università, centri di ricerca e formazione, associazioni, imprese culturali e tessuto imprenditoriale, ma soprattutto cittadini, insieme ovviamente a visitatori e turisti”.
Il legame con l’arte contemporanea si consolidò già negli anni Cinquanta, quando a Spoleto si affermarono artisti comeLeoncillo Leonardi e il Gruppo di Spoleto, protagonisti di un’intensa stagione creativa che animò anche il Premio Spoleto. In quell’occasione furono premiati autori destinati a un ruolo di rilievo nella scena italiana, tra cui Pino Pascali e Mario Ceroli. Nel 1962 lo storico dell’arte Giovanni Carandente organizzò la mostra Sculture nella città, un’iniziativa che trasformò Spoleto in un museo a cielo aperto. Vi parteciparono figure di respiro internazionale come Alexander Calder, Lucio Fontana, Henry Moore, Beverly Pepper, David Smith e Pietro Consagra, in un’esperienza che lasciò opere permanenti ancora oggi visibili. Negli anni Settanta si aggiunse l’arrivo di Sol LeWitt, artista statunitense che instaurò un legame personale con la città umbra, considerata quasi una seconda casa, tanto da disseminarvi diversi interventi.
Parallelamente, Foligno sviluppava un percorso autonomo ma connesso. Il territorio accolse la ricerca di Dino Gavina, protagonista del design italiano, e ospitò iniziative destinate a lasciare un segno, come la mostra Lo spazio dell’immagine. Organizzata nel 1967 a Palazzo Trinci, riunì alcuni tra i nomi più significativi dell’arte del XX secolo: Lucio Fontana, Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Tano Festa, Piero Gilardi, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto e Paolo Scheggi. Negli anni Duemila, tale eredità si è riversata nelle istituzioni museali delle due città: il CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea a Foligno e Palazzo Collicola a Spoleto. Entrambi conservano collezioni di primo piano a livello nazionale e offrono oggi spazi per esposizioni, performance, incontri e attività didattiche. Due opere monumentali testimoniano il valore delle esperienze del passato: il Teodelapio di Alexander Calder, posto di fronte alla stazione ferroviaria di Spoleto, e la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, conservata a Foligno nella ex chiesa della Santissima Annunziata.
“L’attività del contemporaneo, al di là del progetto in essere, è già innestato nel territorio. Il bando del ministero costituisce uno stimolo per proseguire in questa direzione e diventa un’occasione per le istituzioni per promuoverle, a prescindere dal risultato finale”, afferma Emanuele De Donno, per la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
“Il nostro ruolo si declina in tre impegni precisi: fare sistema, ossia creare sinergia tra le energie migliori delle due città” sostiene Monica Sassi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. “Secondo, vogliamo investire sul futuro, sul capitale umano, cercando di attrarre i giovani talenti affinché nelle nostre città possano vivere e creare. Terzo, costruire un’eredità per innescare un processo innovativo e duraturo. Siamo consapevoli che investire in cultura è un veicolo di sviluppo importante, perché genera un doppio ritorno, sia economico che sociale”.
“Nei nostri programmi”, dice Paolo Feliziani, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, “è tradizione che l’arte e la cultura abbiano lo spazio maggiore, ossia che ad essi sia riservata una quota significativa delle nostre erogazioni distribuite tra i vari settori di intervento. Non solo per il Festival dei Due Mondi, il Teatro Lirico Sperimentale, le Istituzioni ed Associazioni autorevoli e prestigiose, quali ad esempio il Centro Studi sull’Alto Medioevo o l’Accademia degli Ottusi, ma anche perché abbiamo a Palazzo Collicola una importante Galleria di arte contemporanea brillantemente diretta da Saverio Verini. Se nei nostri territori oggi abbiamo un patrimonio artistico di grande valore, è perché nel tempo c’è stata sempre una grande attenzione alla contemporaneità dell’arte”.
La candidatura a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027 parte da questa eredità. Foligno e Spoleto puntano a sviluppare un sistema culturale integrato, orientato all’accessibilità, alla partecipazione, alla valorizzazione dei talenti e alla crescita delle competenze diffuse. Il progetto intende portare l’arte oltre i luoghi istituzionali, avvicinare pubblici nuovi, rafforzare il legame tra cultura e tessuto produttivo e favorire occasioni d’incontro tra comunità e linguaggi contemporanei. Le linee guida ruotano attorno a tre parole chiave. La prima è tempo, inteso come dialogo tra passato, presente e futuro, che rappresentano dimensioni interconnesse. La seconda è spazio, da leggere come estensione che va dai centri storici alle periferie e ai paesaggi quotidiani, luoghi dove la cultura diventa strumento di rigenerazione. La terza è relazioni, termine che richiama le connessioni tra le due città, ma anche quelle tra istituzioni, artisti, imprese e comunità, in un’ottica di innovazione sociale e culturale.
Il progetto si articolerà in tre ambiti principali. Le iniziative di maggiore impatto, denominate FARO, comprenderanno grandi mostre, premi, interventi di arte pubblica e reinterpretazioni di esperienze storiche in chiave contemporanea. Accanto a queste, un secondo asse sarà dedicato alla formazione e alla partecipazione, con laboratori, incontri e programmi che puntano a rafforzare l’accessibilità e a stimolare nuove forme di dialogo tra cittadini e artisti. Infine, la creazione di una rete del contemporaneo costituirà il terzo elemento cardine: una piattaforma diffusa che mappi e connetta le realtà legate al settore, favorisca la collaborazione tra pubblico e privato e sviluppi strumenti digitali e archivi condivisi. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un modello di capitale diffusa, in grado di estendersi e coinvolgere progressivamente l’intera regione Umbria, così da rafforzarne l’attrattività anche oltre il 2027.
Il concetto di collaborazione trova espressione anche nell’identità visiva del progetto. Il logo Foligno–Spoleto in Contemporanea, realizzato dallo studio umbro Due Studio, intreccia le iniziali delle due città in una struttura geometrica simmetrica e dinamica. Il disegno in bianco e nero si ispira alle ricerche percettive e modulari di Sol LeWitt e gioca sull’illusione ottica: le linee sembrano avanzare o arretrare, ma convivono sullo stesso piano visivo. Una metafora del rapporto tra Foligno e Spoleto, città autonome e complementari, capaci di convivere in equilibrio senza gerarchie, in una reciprocità che diventa tensione creativa.
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