Ieri, 12 ottobre 2025, ricorrenza della scoperta dell’America, al Museo Navale di Madrid due attiviste, membri del collettivo denominato Futuro Vegetal, hanno vandalizzato il dipinto intitolato Primer homenaje a Colón (12 de octubre de 1492), opera del 1892 dell’artista spagnolo José Garnelo y Alda (Enguera, 1866 – Montilla, 1944) che raffigura l’arrivo di Cristoforo Colombo nel nuovo continente. Il dipinto non era protetto da alcun vetro. L’episodio, subito rivendicato dal gruppo sui canali social, è accaduto intorno alle 14:00, quando le due giovani manifestanti sono entrate nella struttura museale e hanno lanciato la vernice rossa, dichiarata “biodegradabile”, sulla sezione sinistra della grande tela. Curiosamente, la mattina, poche ore prima dell’accaduto il museo aveva illustrato brevemente l’opera sui suoi canali social.
In un filmato diffuso su X, il collettivo Futuro Vegetal ha mostrato le manifestanti mentre gridavano slogan che denunciavano il colonialismo: il gruppo ha infatti stabilito un collegamento diretto tra la commemorazione del 12 ottobre, che in Spagna è festa nazionale, e quella che hanno “l’oppressione che continua ancora oggi” delle popolazioni indigene. I manifestanti hanno espressamente dichiarato che il lascito storico di Cristoforo Colombo simboleggia quella stessa “espropriazione e sofferenza collettiva” di cui la data del 12 ottobre sarebbe simbolo. Di qui, dunque, l’idea di colpire un dipinto raffigurante Colombo.
Immediatamente dopo l’attacco, come si vede dal video, il personale del Museo Navale è intervenuto prontamente, riuscendo a fermare le attiviste, che sono state successivamente poste in stato di arresto dalla Polizia Nazionale. Purtroppo però gli addetti dell’istituto non sono riusciti a impedire che le due donne lanciassero vernice sull’opera. Il quadro danneggiato è stato coperto e immediatamente rimosso dalla sala espositiva per essere sottoposto a una prima valutazione da parte di esperti restauratori e poi alle operazioni di rimozione della vernice.
L’opera colpita, Primer homenaje a Colón (12 de octubre de 1492), costituisce un olio su tela di notevoli dimensioni, raggiungendo i tre metri in altezza per i sei metri di larghezza (300 x 600 cm). Fu commissionata e realizzata nel 1892 specificamente per celebrare il IV Centenario della Scoperta delle Americhe. Il soggetto raffigurato è un momento altamente simbolico: l’arrivo di Cristoforo Colombo nel 1492 e il tributo che gli indigeni del Nuovo Mondo avrebbero reso al navigatore.
L’importanza storica del dipinto è sottolineata dalla sua storia e dal suo successo: fu infatti esposto presso l’Esposizione Internazionale di Belle Arti a Chicago sempre nel 1892, dove si aggiudicò anche un premio. L’opera è considerata un punto fermo nella narrazione della storia spagnola. Attualmente, il quadro è collocato all’ingresso del Museo Navale di Madrid (dove è conservato dal 1981), una struttura che fa capo alla Armada Española e che custodisce un prezioso patrimonio marittimo e coloniale della nazione.
Sebbene il collettivo Futuro Vegetal abbia strenuamente sostenuto che la vernice utilizzata fosse “organica e lavabile”, gli specialisti della conservazione e del restauro intervenuti sui social hanno sollevato seri e fondati timori, dal momento che anche sostanze considerate biodegradabili o organiche possono infliggere danni non reversibili a opere d’arte antiche. Le preoccupazioni degli esperti riguardano in particolare la natura dei materiali utilizzati: la vernice organica, che tipicamente è formulata a partire da oli vegetali o pigmenti naturali, può infatti penetrare in profondità una tela che, come in questo caso, è vecchia di oltre cent’anni, e questo può causare macchie che diventano permanenti, fenomeni di scolorimento, oppure innescare reazioni chimiche che potrebbero alterare le cromie originali.
Ad ogni modo, una équipe di restauratori, guidata dalla direttrice tecnica del museo Berta Gasca, è intervenuta subito dopo il fatto per rimuovere la vernice. Sono state necessarie sei ore di lavoro da parte degli specialisti, e adesso serviranno indagini diagnostiche per valutare gli eventuali danni non visibili e per capire in che modo le vernici protettive che l’artista ha dato all’opera per proteggere la pittura a olio possono aver reagito l’attacco (il timore è che possano essersi deteriorate, quindi occorrerà capire se servirà, dopo questo primo intervento, un restauro più approfondito). Per consentire tutte le operazioni, il museo è stato chiuso dopo l’episodio di vandalismo.
Nel frattempo, le due donne, come detto sopra, sono state arrestate. L’atto di vandalismo contro l’opera potrebbe costituire un reato penale, ai sensi dell’articolo 323 del Codice Penale Spagnolo, danneggiamento inflitto a beni di valore storico, artistico, scientifico o monumentale: secondo l’articolo 323, chiunque provochi danni a elementi del patrimonio culturale protetto è passibile di reclusione da sei mesi fino a tre anni, oppure può essere condannato a pagare una multa.
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