Il National Park Service (NPS), agenzia federale statunitense che si occupa di gestire i parchi e i monumenti nazionali, ha annunciato l’avvio delle operazioni di restauro e successiva reinstallazione della statua in bronzo di Albert Pike, generale e scrittore americano che fu tra i comandanti dell’esercito confederato nella guerra civile americana, ed è noto anche per essere stato uno dei massoni più influenti del suo tempo. La statua venne abbattuta e vandalizzata durante le proteste del giugno 2020 a Washington. Il monumento, originariamente collocato nel centro della capitale federale, tornerà nella sua sede storica entro ottobre 2025, una volta completati gli interventi di conservazione e ripristino, sia della statua sia del piedistallo danneggiato.
L’intervento si colloca all’interno del quadro normativo stabilito dalla legislazione federale in materia di tutela del patrimonio storico, in particolare la legge sulla conservazione storica. La decisione risponde anche a due ordini esecutivi emessi da Trump negli ultimi tempi: il primo, denominato Rendere il Distretto di Columbia Sicuro e Bello, e il secondo, Ripristino della Verità e della Sanità nella Storia Americana. Entrambi chiedono alle agenzie federali di garantire la protezione dei monumenti pubblici, contribuendo a fornire una rappresentazione articolata e accurata del passato nazionale.
La statua di Albert Pike era stata autorizzata dal Congresso nel 1898 e successivamente dedicata nel 1901. L’opera fu realizzata per commemorare l’attività di Pike all’interno della massoneria, in particolare i suoi trentadue anni alla guida del Rito Scozzese Antico e Accettato in qualità di Gran Comandante Sovrano. La scelta di rendere omaggio alla sua figura, in ambito massonico piuttosto che militare, aveva sollevato discussioni già al momento della sua installazione, considerato che Pike fu anche generale confederato durante la guerra civile americana. Ad ogni modo, la statua non faceva riferimento esplicito alla sua carriera militare.
Dopo la sua rimozione nel 2020, il monumento è stato custodito in condizioni di sicurezza. Attualmente si trova presso il Centro di Formazione sulla Conservazione Storica del National Park Service, dove sono in corso le operazioni di restauro. Il processo comprende la pulizia e il trattamento del bronzo, la stabilizzazione della struttura e l’eventuale ricostruzione di parti danneggiate o mancanti. Parallelamente, è prevista la riparazione del piedistallo in muratura, che era stato danneggiato durante gli eventi del 2020. Le attività sul sito consisteranno nella sostituzione delle pietre rotte, nel rifacimento dei giunti di malta compromessi e nella sistemazione degli elementi di montaggio necessari a garantire la stabilità della statua una volta reinstallata.
Il cronoprogramma delineato dal National Park Service prevede la conclusione dei lavori entro ottobre 2025. L’intera operazione sarà condotta nel rispetto degli standard federali per il restauro conservativo, con l’obiettivo di preservare l’integrità del monumento originale e di garantirne la fruizione pubblica. L’NPS non ha fornito dettagli sull’eventuale implementazione di pannelli informativi o strumenti didattici a corredo della reinstallazione, ma ha sottolineato che l’intervento si inserisce in una strategia di gestione del patrimonio monumentale nella capitale.
Con la decisione del National Park Service, la statua tornerà visibile nella sua collocazione originaria, contribuendo, nelle intenzioni dell’amministrazione federale, a offrire un quadro storico completo attraverso la conservazione fisica dei monumenti, senza necessariamente rimuovere o censurare le figure che hanno segnato la storia del Paese, anche quando associate a contesti controversi. La rinnovata attenzione verso la gestione del patrimonio monumentale mira, secondo quanto indicato dagli ordini esecutivi in vigore, a promuovere una narrazione storica che includa la complessità dei fatti e dei personaggi coinvolti.
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