Lo Smithsonian rimuove i riferimenti agli impeachment di Trump da una mostra storica


Il Museo Nazionale di Storia Americana ha eliminato i riferimenti ai due procedimenti di impeachment di Donald Trump dalla mostra “The American Presidency: A Glorious Burden”. L’istituzione parla di motivi museografici, dice di non aver ricevuto pressioni, e annuncia un aggiornamento futuro.

Il National Museum of American History (Washington) dello Smithsonian ha confermato la rimozione dei riferimenti ai due procedimenti di impeachment del presidente Donald Trump dalla sezione Limits of Presidential Power all’interno della mostra permanente The American Presidency: A Glorious Burden. La notizia, anticipata dal Washington Post e confermata successivamente da ABC News, ha sollevato interrogativi sull’aggiornamento dei contenuti espositivi e sulla gestione della memoria storica recente.

Come riportato dal giornale ABC News, il museo ha spiegato che la sezione della mostra è stata temporaneamente riportata alla sua configurazione del 2008, eliminando quindi non solo i riferimenti alle presidenze successive, ma anche quelli ai procedimenti giudiziari relativi a Trump. La decisione si inserisce nel processo di revisione interna e non sarebbe stata influenzata da pressioni esterne o politiche. Secondo quanto dichiarato dallo Smithsonian, la mostra, inaugurata oltre vent’anni fa, sta subendo un graduale aggiornamento, con l’obiettivo di rappresentare in modo più coerente ed equilibrato l’evoluzione storica della presidenza statunitense.

Al momento, nella sezione dell’impeachment sono presenti solo riferimenti ai casi di Andrew Johnson (1868), Richard Nixon (1973) e Bill Clinton (1998). Nixon fu l’unico dei tre a dimettersi, anticipando la conclusione della procedura. Manca, quindi, il riferimento agli impeachment che hanno coinvolto Trump, l’unico presidente nella storia degli Stati Uniti a essere stato messo sotto accusa due volte dalla Camera dei Rappresentanti. Il primo procedimento risale al 18 dicembre 2019, quando Trump, durante il suo primo mandato, fu accusato di abuso di potere e ostruzione del Congresso, in relazione a una controversa telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella quale avrebbe condizionato la concessione di aiuti militari all’annuncio di un’indagine contro il rivale politico Joe Biden. Il Senato, a maggioranza repubblicana, assolse Trump il 5 febbraio 2020.

Il secondo procedimento fu avviato dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. La Camera lo accusò di incitamento all’insurrezione il 13 gennaio 2021, una settimana prima della fine del suo mandato. Anche in questo caso il Senato, pur registrando alcuni voti repubblicani a favore della condanna, assolse Trump il 13 febbraio 2021. L’ex presidente ha sempre negato ogni addebito in entrambi i casi. In seguito alla prima accusa, lo Smithsonian aveva pubblicato una dichiarazione il 21 gennaio 2020, spiegando che i curatori stavano seguendo da vicino gli sviluppi per valutare quali oggetti avrebbero potuto rappresentare meglio quei momenti per l’inclusione nella collezione nazionale. La scelta di raccogliere materiali relativi ai procedimenti di incriminazione faceva parte della missione documentaria dell’istituzione.

Lo Smithsonian rimuove i riferimenti alle incriminazioni di Trump da una mostra storica
Lo Smithsonian rimuove i riferimenti alle incriminazioni di Trump da una mostra storica

Lo Smithsonian Institution è intervenuto pubblicamente per chiarire i motivi della rimozione di un cartello sull’impeachment dalla mostra The American Presidency: A Glorious Burden, allestita presso il National Museum of American History di Washington. Il pannello, che era stato inserito a luglio all’interno della sezione dedicata all’impeachment, è stato rimosso perché ritenuto non conforme agli standard espositivi del museo. La decisione, specifica l’istituzione, è stata presa in autonomia e non in risposta a pressioni politiche o richieste da parte dell’amministrazione o di funzionari governativi.

“La sezione Limits of Presidential Power della mostra ha l’obiettivo di riflettere tutti i procedimenti di accusa nella storia del nostro Paese”, ha dichiarato lo Smithsonian in una nota pubblicata tramite i propri canali ufficiali. L’intervento, avvenuto nel mese di luglio, ha riguardato un cartello introdotto come elemento temporaneo in un’esposizione che ha ormai venticinque anni di storia. Secondo quanto spiegato dall’istituzione, il pannello presentava diversi problemi: non si integrava visivamente con il resto della mostra, risultava disallineato nella collocazione temporale rispetto agli altri contenuti e, soprattutto, ostruiva la vista degli oggetti custoditi nella vetrina a cui era stato affisso.

La direzione del museo ha sottolineato come la scelta di rimuoverlo sia dipesa esclusivamente da criteri di tipo museografico. “Non siamo stati sollecitati da alcuna amministrazione o funzionario governativo a rimuovere contenuti dall’esposizione”, si legge nel comunicato diffuso dallo Smithsonian. La decisione, quindi, è da attribuire a valutazioni interne e a un processo di revisione che interessa l’intera sezione espositiva. La mostra The American Presidency: A Glorious Burden, inaugurata oltre due decenni fa, esplora il ruolo della presidenza degli Stati Uniti nel corso della storia.

“Come custodi della memoria nazionale, è nostro privilegio e nostra responsabilità raccontare storie accurate e complete”, afferma il comunicato ufficiale dell’istituzione. Il museo ha confermato la volontà di aggiornare regolarmente le esposizioni permanenti per riflettere gli sviluppi storici e politici più recenti, mantenendo alta l’attenzione sull’accuratezza, l’equilibrio e la coerenza della narrazione museale.

La decisione, seppur oggetto di attenzione mediatica, è stata giustificata come parte di un processo curatoriale indipendente, finalizzato a garantire una rappresentazione storica fedele e sostenibile nel lungo periodo.


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