Lezioni di storia delle arti nella chiesa di Santo Stefano al Ponte a Firenze


Riparte il 29 settembre, fino al 17 novembre 2022, il ciclo di "Brevissime. Lezioni di storia delle arti". Il format è ideato e organizzato dalla casa editrice Centro Di per la divulgazione delle arti. 

Dopo una prima stagione che si è tenuta da marzo a maggio 2022, riparte il 29 settembre il secondo ciclo di Brevissime. Lezioni di storia delle arti, format ideato e organizzato dalla casa editrice Centro Di per la divulgazione delle arti attraverso talks della durata di 45 minuti a cura di alcuni dei più noti storici e studiosi italiani e non solo. Sono previste poi al termine del secondo ciclo lezioni dedicate alle arti decorative, all’architettura, all design, al costume e moda, al paesaggio e botanica, alla musica e al teatro.

Il secondo ciclo prenderà il via giovedì 29 settembre per concludersi il 17 novembre, e vedrà la partecipazione di Laura Lombardi, Cristina Acidini e Carlo Falciani. Le lezioni si svolgeranno nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, ospiti di Crossmedia Group, con orario dalle 18.45 alle 19.30. Per le prenotazioni scrivere a edizioni@centrodi.it o a info@cattedraledellimmagine.it. Per informazioni e acquisto biglietti visitare il sito www.centrodi.it (biglietto intero 13 euro, biglietto studenti 5 euro; abbonamento a sei lezioni 70 euro, abbonamento studenti a sei lezioni 28 euro.

Di seguito il programma.

29 settembre - 6 ottobre
Laura Lombardi
Dal falso al fake

Negli ultimi decenni l’interesse e la consapevolezza per la complessa e sfumata intersezione tra autenticità, falso, copia e riproduzione si sono molto accresciuti. Temi che attraversano - forse più che in passato - ogni ambito della cultura e della società, manifestandosi infatti nella letteratura, nelle arti visive, nel cinema, nella musica, per non dire della produzione di manufatti industriali e nella tecnologia, con forti riflessi nella percezione storica degli eventi, nella politica, nell’informazione e nella religione, dunque nella nostra vita sociale. I due incontri affronteranno l’argomento a partire dalla distinzione del concetto di ‘falso’ da quello di ‘copia’ e di ‘replica’, per poi seguire l’evoluzione del falso dal Rinascimento al fake odierno, sottolineando le mutazioni di significato e di ricezione, nei secoli e nei diversi ambiti espressivi (pittura, scultura, video art, ma anche restauro), laddove le tecnologie digitali hanno determinato un rapporto con l’opera d’arte che si profila di natura profondamente iconoclasta: infatti, a causa della sua facile moltiplicazione e traduzione, si è accentuata la difficoltà di riconoscimento dell’“originale” nel carattere effimero e dematerializzato delle fonti.

Giovedì 29 settembre
Il falso fra inganno e interpretazione

Fin dall’episodio del dio d’amore scolpito in gioventù da Michelangelo e venduto a Roma come oggetto di scavo, la pratica del falso ha segnato vari momenti della storia dell’arte, esprimendosi in modi diversi legati al gusto dell’epoca. Nel XIX secolo, ad esempio, abilissimi restauratori/artisti seppero ingannare i più grandi esperti, rivaleggiando con l’arte dei maestri del Trecento e del Quattrocento, e nel 1922 Riccardo Nobili, anch’egli dedito alla falsificazione, scrisse The gentle art of faking illustrando le virtù del fake nella sua modalità del “fare” e delineandone la capacità di rilettura e comprensione di secoli antichi, dei quali i falsi non fanno che compiere quel che oggi potremmo definire un re-enactment. Dal celebre falsario di Vermeer, Han van Meegeren, ai falsari delle teste di Modigliani e oltre, l’incontro analizzerà i significati che il ricorso alla falsificazione assume, a seconda dell’ambito e del momento storico in cui si manifesta.

Giovedì 6 ottobre
Il fake nell’arte contemporanea

Internet, i media e la globalizzazione stanno ridisegnando la società, modificando in profondità la nostra vita e anche la percezione dell’arte del passato, dei luoghi della cultura, dei musei. Inoltre, a causa della natura virtuale, l’immagine riapre e riattualizza la questione a lunga dibattuta dello statuto dell’opera d’arte. Molti artisti contemporanei (tra cui, citando alla rinfusa, Sherrie Levine, Thomas Demand, Jeremy Deller, Damien Hirst, Douglas Gordon, Rossella Biscotti, Moira Ricci, Joan Fontcuberta), attraverso le forme dell’appropriazione, del re-enactment e del re-staging, fanno del falso una pratica dichiarata ed esplicita. Il falso si caratterizza insomma quale agente di svelamento della messa in scena che ogni immagine rappresenta dandosi per vera. La finzione (di eventi, opere, testimonianze, documenti) diviene infatti parte integrante della vita e anche, forse, il solo modo di impossessarsi del reale.

20 ottobre - 27 ottobre
Cristina Acidini
Vendette d’artista

I messaggi espressi da un’opera d’arte antica o celati in essa sono innumerevoli, non sempre pacifici, mai neutri. In casi particolari, un dipinto può rivelarsi un muto ma formidabile strumento per l’artista, che manifesta una denuncia o compie una vendetta. È celebre il caso di Michelangelo Buonarroti, che si rivalse sul maestro delle cerimonie pontificie Biagio da Cesena – che aveva criticato il suo Giudizio Universale nella Cappella Sistina per le figure nude – dando il suo volto al giudice infernale Minosse, con tanto di orecchie d’asino. Queste lunghe appendici asinine, proprie del cattivo giudice per eccellenza che fu il mitico Re Mida, accomunano i potenti arroganti e presuntuosi al centro di due inquietanti quadri cinquecenteschi, che merita decifrare. Uno di Sandro Botticelli, qui non autore di eleganti dee o di soavi Madonne ma appassionato difensore di una causa; e uno di Federico Zuccari, pittore, scrittore e polemista dalla movimentata biografia.

Giovedì 20 ottobre
Calunnia

Con le grandi allegorie mitologiche, la Calunnia di Apelle nella Galleria degli Uffizi è il quadro più indagato di Sandro Botticelli, che non smette di intrigare gli studiosi e il pubblico. Resta infatti misterioso il motivo che spinse Botticelli anziano a dipingere, verso il 1505, l’affollata scena d’ispirazione antica, ambientata in una sala istoriata d’immagini sacre e profane. Qui un giovane innocente viene trascinato da malvagi davanti a un presuntuoso re-asino, in attesa che la Verità trionfi. Con questo quadro elegante e complicato, Botticelli intendeva forse vendicare un caro amico, o magari scagionare se stesso da un’accusa ingiusta.

Giovedì 27 ottobre
Vendetta

Un inquietante quadro di Federico Zuccari nella Galleria Nazionale delle Marche, la Porta Virtutis, è testimonianza di una vicenda straordinaria, che ebbe il suo apice in un’autentica ‘vendetta d’artista’. Irato per il rifiuto di un suo quadro, Zuccari mise alla berlina il committente-asino esponendo a Roma, il 18 ottobre 1581, un grande cartone con questa scena satirica, copiata poi in scala minore per il duca di Urbino. Pagò cara la sua rivalsa: processato, si difese rivendicando la libertà espressiva di ogni artista, ma fu condannato all’esilio. Tornò, graziato, nel 1583.

10 novembre - 17 novembre
Carlo Falciani
Parole e immagini

La commistione e il riverbero fra immagine e parola è uno dei temi più ampi affrontati nella pittura rinascimentale e barocca fino dall’assunto iniziale dell’Ut pictura poesis. Come una poesia muta, l’immagine parla traducendo in figure quanto sulla pagina è chiaramente espresso attraverso le parole. Tuttavia, non sempre questa modalità è pianamente leggibile e molteplici sono le forme nelle quali le parole significanti vengono tradotte. Fra le molte possibilità che questo campo sterminato offre abbiamo scelto due esempi all’apparenza distanti ma legati entrambi a una riflessione sul tempo e sul ruolo dell’arte in questo flusso inarrestabile. Due temi collegati da un filo rosso che giunge all’espressione contemporanea: il primo relativo al ritratto, il secondo alla vanitas.

Giovedì 10 novembre
Ritratti parlanti

A partire dall’umanesimo la nuova concezione dell’uomo al centro dell’universo e quindi la consapevolezza del proprio ruolo individuale nella storia ha fatto rinascere il genere del ritratto, in antico appannaggio solo dei regnanti, e lo ha diffuso in modo trasversale nella società. Furono infatti prodotte opere d’arte che esprimevano in molteplici modi, evidenti o criptici, l’identità e i pensieri più intimi della persona ritratta, figurando la sua fisionomia, oppure la sua anima, o anche le sue idee attraverso parole scritte, simboli visivi, oggetti o gesti codificati. Opere nelle quali le sembianze di uomini e donne sono state cristallizzate in modo da parlare per secoli non solo della potenza politica o militare, ma anche delle aspirazioni, dei turbamenti amorosi e dei sentimenti privati del ritrattato, così da vincere in qualche modo l’impassibile trascorrere del tempo. Seguiremo alcune delle differenti modalità attraverso le quali ritratti antichi e contemporanei esprimono ancora i pensieri di uomini e donne che hanno scelto di affidare a un’opera d’arte la propria sopravvivenza nel tempo.

Giovedì 17 novembre
Vanitas

Il tema della vanitas è centrale alla volontà dell’arte di figurare il ruolo del tempo in rapporto alla vita terrena degli individui. Sono innumerevoli dall’antico fino al contemporaneo le opere dedicate alla figurazione dello scorrere impassibile del tempo, tuttavia la sua rappresentazione è ambivalente e complessa. E se da un lato la potenza distruttrice di Kronos che divora i figli è fin dalle origini del mito immagine della potenza distruttrice del tempo in rapporto alla vita degli uomini, la bellezza e i linguaggi dell’arte hanno offerto fin dal Rinascimento una barriera e una possibilità di superare tale furia. La raffigurazione dell’avvenenza terrena, delle fioriture, ma anche del suntuario splendore degli oggetti chiamati a confortare l’esistenza degli uomini, dialogano nelle nature morte barocche o in opere contemporanee, con la poesia e con l’arte stessa al fine di mitigare, rovesciare e vincere l’azione del tempo.

Lezioni di storia delle arti nella chiesa di Santo Stefano al Ponte a Firenze
Lezioni di storia delle arti nella chiesa di Santo Stefano al Ponte a Firenze


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