Il Codice Santini, tesoro del Rinascimento urbinate, sarà battuto all'asta


A Milano, il Ponte Casa d’Aste proporrà all’asta il Codice Santini: summa del Rinascimento, custodito per oltre cinque secoli a Urbino, il codice è un prezioso manoscritto attribuito a Francesco di Giorgio Martini.

Nel cinquantesimo anniversario dalla propria fondazione, Il Ponte Casa d’Aste presenta un prezioso documento storico del Rinascimento italiano: il Codice Santini. Il manoscritto urbinate del Quattrocento divenuto, nel 2012, patrimonio culturale dallo Stato italiano, sarà battuto nell’asta di Libri antichi e d’artista del 27 febbraio 2024 presso Palazzo Crivelli di Milano. Magistralmente illustrato e redatto presso la corte dei Montefeltro e dei Della Rovere, con il fine di glorificarne l’egemonia in materia di macchine civili e militari, è arrivato ai giorni nostri conservato in eccezionali condizioni nella rara ed elegante legatura coeva. Appartenuto con certezza alla biblioteca Ducale di Urbino, il Codice Santini è l’unico fra i manoscritti urbinati a non essere stato incluso nella Biblioteca Apostolica Vaticana nel 1657, ma è rimasto nel territorio nel quale ha avuto origine. La vendita del Codice Santini parte con una stima di € 380.000 - 450.000 e costituisce un evento unico che Il Ponte Casa d’Aste presenterà al pubblico durante l’esposizione che si terrà dal 23 al 25 febbraio 2024 nel Salone dei Cesari a Palazzo Crivelli.

L’attribuzione del Codice Santini rimane incerta, per quanto rientri sicuramente nella cerchia delle personalità vicine all’architetto Francesco di Giorgio Martini (1439-1501). La studiosa Gustina Scaglia lo ritiene preparatorio per la composizione delle celebri formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, realizzato a partire dal 1475 circa per il duca Federico da Montefeltro (1422- 1482). Maestro riconosciuto per la spiccata abilità nella rappresentazione delle macchine, Francesco di Giorgio fu allievo di Mariano di Jacopo detto il Taccola (1381-1453 ca.), meglio noto come l’Archimede di Siena, da cui imparò l’arte ingegneristica, un campo allora riservato a una ristrettissima nicchia di intellettuali e che lo portò a intessere uno stretto rapporto con Leonardo da Vinci (1452-1519). L’incontro tra i due avvenne nel 1490 circa e fu fondamentale per la realizzazione dell’Uomo Vitruviano realizzato da Da Vinci nel 1490 circa, e per molte delle opere relative alle macchine civili e militari che Leonardo realizzerà negli anni successivi. Secondo il parere di altri studiosi invece, il manoscritto sarebbe stato eseguito nel 1525-30 circa da Giovanni Battista Comandino, che lo avrebbe copiato dall’Opusculum de Architectura di Francesco di Giorgio Martini.

Il Codice Santini è entrato nella collezione dei duchi di Urbino dopo il 1498, in quanto non risulta registrato nel primo inventario della biblioteca, il cosiddetto “Indice vecchio” dove sono invece registrate due opere di Francesco di Giorgio. Il codice è appartenuto con sicurezza alla biblioteca dei Montefeltro e dei Della Rovere, in quanto appare nell’ultimo inventario redatto da Francesco Scudacchi nel 1632. Conservato in eccellenti condizioni per oltre cinque secoli, questo reperto ha suscitato l’interesse di numerosi studiosi, tutti concordi nell’annoverarlo tra le prime testimonianze della rinascita di un approccio scientifico allo studio dell’ingegneria e della meccanica.

Il documento, realizzato su pergamena, presenta una superficie ben levigata con evidenti differenze cromatiche tra il lato carne e il lato pelo, con dimensioni di 211x151mm. È composto da 136 pagine decorate con disegni che raffigurano principalmente macchine ad uso civile, con qualche eccezione di macchine belliche.

“Codice di notevole interesse, che presenta evidenti collegamenti col Ms. Lat. Urb. 1397 (v.I.g.6) conservato alla Biblioteca Vaticana”: così lo descriveva lo studioso Paolo Galluzzi nel 1991. "Il Codice Santini consiste in una notevole sezione di copie dall’Opusculum de Architectura di Francesco di Giorgio, con alcune omissioni (mancano, ad esempio, le planimetrie delle fortezze) e alcune aggiunte. Tra le aggiunte vanno segnalate le ultime 15 carte, che riproducono alcuni dei soggetti scolpiti nelle formelle del Palazzo Ducale di Urbino [...] L’anonimo autore trasse probabilmente ispirazione dai bassorilievi del fregio architettonico, oppure da un codice perduto che conteneva i disegni preparatori di Francesco e/o dei suoi aiuti urbinati. Per quanto attiene alla datazione, è ipotizzabile il manoscritto sia stato composto intorno al 1500".

Codice Santini
Codice Santini
Codice Santini
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