Arte Fiera 2024, i pareri dei galleristi sull'edizione del cinquantenario


Com’è andata l’edizione del cinquantenario di Arte Fiera a Bologna? Abbiamo sentito alcuni galleristi, dai più esperti agli esordienti in fiera: ecco pareri, idee, come sono andate le vendite, a quali prezzi sono state vendute le opere.

Oltre 50mila visitatori, soddisfazione condivisa, buoni riscontri in termini di vendite: l’edizione dei 50 anni di Arte Fiera a Bologna si è rivelata una delle migliori degli ultimi anni. Confermata, dopo il ritorno dello scorso anno, nella tradizionale sede dei padiglioni 25 e 26 di Bologna Fiere, la kermesse emiliana, che come da tradizione apre l’anno dell’arte contemporanea in Italia, ha sfruttato al meglio l’arrivo del direttore operativo Enea Righi che, dopo un primo anno per prendere le misure, ha saputo ben affiancare il direttore artistico Simone Menegoi per dare all’evento di Bologna un volto nuovo, molto orientato al fine ultimo di una fiera d’arte (e cioè la vendita), suscitando larga approvazione da parte dei galleristi che hanno partecipato.

L’edizione del cinquantenario della più longeva fiera d’arte contemporanea d’Italia, che va avanti dal 1974, si è tenuta dal 2 al 4 febbraio 2024, ha visto importanti ritorni di galleristi di primo piano (per esempio Lia Rumma, Lorenzelli Arte, Franco Noero, Sprovieri, Apalazzo) e ha avuto un buon numero di prime partecipazioni, per un totale di 171 espositori che, nel complesso, si sono distinti per una proposta di livello sostenuto. Non sono mancati i collezionisti d’arte contemporanea, così come non sono mancate le vendite fin dalle prime ore dell’anteprima per i giornalisti e per i principali collezionisti, che si è tenuta nella giornata di giovedì. Sono queste alcune delle sensazioni che ci hanno comunicato i galleristi con cui abbiamo avuto modo di scambiare qualche opinione.

Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024
Arte Fiera 2024

Tra le gallerie più soddisfatte figura la milanese Federico Rui Arte Contemporanea, presente ad Arte Fiera con un solo show di uno dei maggiori pittori italiani contemporanei, Daniele Galliano, intitolato It’s all over now, Baby Blue, come la canzone di Bob Dylan: uno dei migliori stand della fiera (anche noi lo abbiamo incluso nella nostra top 10), che ha riscosso tantissimi apprezzamenti per la qualità della proposta. “La fiera in generale è andata bene. Il pubblico è stato numerosissimo e molto interessato in tutti e quattro i giorni di manifestazione”, ci conferma Federico Rui. “Abbiamo presentato una personale di Daniele Galliano, a cui si deve un primo ritorno alla pittura già dall’inizio degli anni Novanta. Tra i pochi ‘pittori’ a vantare diverse personali a New York, in particolare da Annina Nosei nel 1996 e 1997, e da Esso Gallery nel 2006”. Una fiera per Federico Rui soddisfacente anche sotto il profilo del business: la clientela eterogenea della galleria, da giovani collezionisti a persone con più esperienza come liberi professionisti e imprenditori, ha apprezzato la proposta acquistando Un uomo nuovo (un olio su tela di 50 per 40 centimetri, peraltro di recente esposto alla mostra La pittura italiana di ritratto nel XX secolo alla Villa del Balbianello a Bellano, costo 4.500 euro, una tavoletta di 40 per 30 intitolata Come eravamo, 3.500 euro, e la più trande Constellation, 8.500 euro). Sono invece aperte trattative per due grandi formati: Grigliata, 150 per 200 centimetri, richiesta 17.500 euro, e Andrà tutto bene, stesso formato, stesso prezzo. “I padiglioni 25 e 26”, dice Federico Rui commentando la fiera più in generale, “sono la scelta ideale perché semplici da girare e contornati da luce naturale garantita dalle splendide vetrate. Questo aumenta la piacevolezza del percorso che è stato scandito da un’ottima qualità di espositori e scelta delle opere. Non vedo particolari aspetti da migliorare, anzi... se Arte Fiera viene definita fiera campionaria o nazional popolare non deve snaturarsi verso concettualismi e ricerche. Servono manifestazioni di questo genere per accogliere un pubblico sempre più ampio e non solamente elitario. Stesso discorso per la nostra esterofilia: ben vengano le partecipazioni di gallerie straniere, ma che non sia l’obiettivo principale”.

Da Milano a Torino, buone sensazioni anche da parte della galleria Mazzoleni, che partecipa ormai da tempo alle principali fiere italiane, e Arte Fiera non fa eccezione. “Un riscontro molto positivo per questa edizione che segna il cinquantesimo anniversario della fiera”, ci informano dalla galleria, “sia verso il Moderno, in modo particolare con Agostino Bonalumi (vendute le due opere presentate), sia verso il Contemporaneo con Marinella Senatore (sculture luminose, collage), Andrea Francolino, Rebecca Moccia, Melissa McGill e David Reimondo al quale dedicheremo una personale il prossimo 21 marzo”.

Federico Rui Arte Contemporanea
Federico Rui Arte Contemporanea
Mazzoleni
Mazzoleni

Apprezzamento con riserva da parte della galleria Frediano Farsetti di Milano: “La fiera nel complesso è andata bene”, ci fa sapere, anche se “abbiamo riscontrato la mancanza di clienti stranieri rispetto alle altre edizioni”. Chi invece esprime piena soddisfazione è la romana Francesca Antonini Arte che ha partecipato con due stand, uno dedicato alle opere del pittore bolognese Rudy Cremonini, classe 1981 ma ormai tra i nomi affermati della pittura italiana (è stato tra i protagonisti della sezione Pittura XXI, molto giovane, dal momento che si tiene da sole cinque edizioni, ma molto gradita a collezionisti, galleristi e pubblico), e uno nella Main Section in cui sono state presentate le opere di un’altra pittrice, Alice Faloretti, trentaduenne bresciana. “La fiera è andata benissimo”, ci fa sapere Francesca Antonini. “Era molto vivace e con un pubblico interessato e attento. Abbiamo venduto molto, con cifre comprese tra i 2.000 e i 12.000 euro. Abbiamo ritrovato alcuni collezioni che già conoscevamo ma ne abbiamo acquisiti di nuovi anche stranieri (Parigi, Londra e Stoccolma). Quindi, nel complesso, siamo estremamente soddisfatti”.

Anche la Galleria Vigato, che era presente tra gli stand dedicati alla proposta sul moderno, esprime il proprio apprezzamento. “Possiamo dire con piacere”, ci comunicano, “che la fiera è stata molto visitata ed si sono presi molti contatti interessanti. È stata una bellissima cinquantesima edizione. Un plauso alla splendida comunicazione effettuata da Arte Fiera”.

Frediano Farsetti
Frediano Farsetti
Francesca Antonini
Francesca Antonini
Galleria Vigato
Galleria Vigato

Tra le gallerie esordienti figurava la napoletana Acappella, anch’essa tra le protagoniste della sezione Pittura XXI con lo stand tutto per il giovane partenopeo Claudio Coltorti, molto apprezzato dalla critica (anche lo stand di Acappella figura nella top 10 di Finestre sull’Arte), al punto da essersi aggiudicato un posto al Premio Osvaldo Licini, dedicato alla pittura italiana (per tradizione infatti uno dei cinque finalisti del premio viene scelto proprio ad Arte Fiera). “Partecipiamo ad Arte Fiera per la prima volta, non abbiamo mai frequentato la fiera neanche da visitatori”, dice la galleria, che tra gli aspetti positivi elenca “un giovedì di preview molto promettente con un ottimo giro di persone, una sede idonea e da grande fiera anche per la bella luce che filtra dal soffitto e rende piacevole la permanenza nei padiglioni”. Non manca però qualcosa da rivedere, per esempio “i pannelli degli stand spesso crepati (non da grande fiera)”, mentre altro aspetto negativo viene individuato nella disposizione, “sia quella generale un po’ dispersiva sia quella del nostro stand, troppo defilata dalle zone calde che guarda caso invece favoriva solo alcune vere e proprie ‘piazze/gallerie’”. C’è comunque soddisfazione per i riscontri ottenuti: “Il nostro miglior risultato è stato quello di essere stati premiati come finalisti del Premio Licini con l’artista Claudio Coltorti (unico artista presentato) che con una bellissima motivazione è stato giudicato meritevole di concorrere alle selezioni finali che si terranno più avanti”. Non male neppure le vendite: “Abbiamo venduto delle opere ma solo alcune di piccole dimensioni, con un range da 800 a 2.500 euro”.

Infine, parere positivo anche da una delle gallerie più esperte, la veneziana Michela Rizzo, che quest’anno compie vent’anni di attività e che ha già alle spalle altre edizioni della kermesse bolognese. “La fiera è andata discretamente bene”, ci dice la titolare. “Siamo partiti brillantemente il primo giorno, poi abbiamo concluso meno. Premetto che avevamo saltato la scorsa edizione, quindi rispetto al 2022 non solo è migliorata ma, direi, si è vista una differenza abissale. Molto bravi gli organizzatori e il curatore a risalire dal baratro. La fiera era bene allestita, stand di qualità e collezionisti contenti dell’accoglienza ricevuta”. Aspetti da migliorare? In realtà nessuno, ma semmai “direi che il team”, dice Michela Rizzo, “deve proseguire su questa strada coinvolgendo ulteriori importanti gallerie”. Quanto agli affari, “abbiamo venduto a un range di prezzo dai 3.000 ai 12.000 euro per ora”, conclude Michela Rizzo, “poi magari succederà qualcosa nei prossimi giorni: abbiamo raggiunto nuovi collezionisti con cui speriamo di approfondire la conoscenza. Tutti italiani ad ogni modo”.

Acappella
Acappella
Michela Rizzo
Michela Rizzo

Non sono mancati, ovviamente, anche i commenti non proprio entusiastici: per alcuni espositori la fiera non è andata come avrebbero voluto, ma del resto non esiste una fiera in grado di soddisfare tutti allo stesso modo. Quest’anno, comunque, le osservazioni sono state per la maggior parte positive. Alla fine, del resto, quello che i galleristi chiedono da una fiera è principalmente una cosa: avere un ambiente che favorisca le vendite. Secondo il direttore operativo Enea Righi, il successo sta anche nell’aver promosso un “clima empatico”: Arte Fiera rimane una fiera molto orientata al pubblico e ai collezionisti italiani, e qui effettivamente si respira un clima diverso rispetto a quello di un’Artissima o di un Miart, per intenderci.

Una specie di punto di riferimento per tutto il movimento italiano, si potrebbe dire, ed è dunque un bene che le recenti scelte della governance abbiano contribuito a risollevare una fiera che si stava un po’ perdendo. Adesso dunque chi acquista arte (ma anche chi è semplicemente interessato a conoscere le novità) sa che anche Bologna, con la sua identità, se non insegue altre fiere che offrono una proposta diversa, è, e può sicuramente rimanere, un appuntamento dal quale difficilmente si può prescindere.


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