Miart 2021, si riparte dopo la pandemia. I 10 stand da non perdere


Quali sono i dieci stand da non perdere all'edizione 2021 di miart, prima fiera d'arte in Europa a riaprire in presenza dopo la pandemia? Ecco la nostra selezione.

Mentre prende il via l’ultimo giorno dell’edizione 2021 di miart, prima fiera d’arte europea a ripartire in presenza, in tanti commentano e si scambiano fotografie dai corridoi di Fiera Milano City: un’edizione, quella diretta per la prima volta da Nicola Ricciardi, dove è l’arte del XX a ritagliarsi il ruolo di grande protagonista e sono dunque molti gli stand che offrono al pubblico interessanti occasioni di approfondimento. Ne abbiamo selezionati dieci: una selezione probabilmente non completa, ma riteniamo sia un ottimo punto di partenza per farsi un’idea di questa importante occasione per ripartire dall’arte dopo oltre un anno di fermo forzato. Siete d’accordo con la nostra selezione?

1. Tornabuoni

Tornabuoni è una garanzia da decenni, mantiene sempre livelli altissimi e non si smentisce neppure in questa edizione di miart, dove c’è tantissima arte del Novecento: in mostra opere di Michelangelo Pistoletto, Fabrizio Plessi, Hans Hartung, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio ma soprattutto una splendida installazione di Emilio Isgrò che fin dalle prime ore è stata una delle opere più fotografate di tutta la fiera.

Tornabuoni
Tornabuoni

2. Eduardo Secci

La galleria Eduardo Secci arriva a miart con un ottimo solo show di Titina Maselli (Roma, 1924 - 2005), presentando alcuni significativi pezzi di questa artista, tra le più significative dell’arte italiana del XX secolo. Lo stand della galleria fiorentina fa parte della sezione Decades: della mostra fanno parte anche alcuni storici dipinti di Titina Maselli che hanno partecipato a importanti mostre, tra cui il grande Elevated, grattacieli, calciatore ferito, opera di quattro metri di larghezza che fu portata dall’artista alla Biennale di Venezia di quell’anno.

Eduardo Secci
Eduardo Secci

3. Dep Art

Dep Art porta a milano le opere di tre grandi artisti dell’arte ottica e cinetica, ovvero Carlos Cruz-Diez (Caracas, 1923 - Parigi, 2019), Alberto Biasi (Padova, 1937) e Wolfram Ullrich (Würzburg, 1961): una mostra che parte dalle opere di Cruz-Diez e Biasi presenti alla mostra The Responsive Eye tenutasi tra il febbraio e l’aprile del 1965 al MoMA di New York (fu una delle più importanti mostre dell’epoca perché sancì la definitiva affermazione dell’arte ottica e dell’arte cinetica: Cruz-Diez e Biasi parteciparono giovanissimi), e termina con il lavoro di Ullrich, artista della generazione successiva che ha raccolto il testimone dei due maestri.

Dep Art
Dep Art

4. Frittelli

Nella sezione degli Established Masters svetta Frittelli Arte Contemporanea presentando un focus di tre artisti che si distinsero negli anni Cinquanta e Sessanta (Corrado Cagli, Mimmo Rotella e Pino Pascali) che vengono messi in dialogo con Nanni Balestrini, Gianni Bertini, Lucia Marcucci, Paolo Masi e Luciano Ori, per creare interessanti rimandi con gli artisti della poesia visiva per i quali Frittelli è la galleria di riferimento. Spiccano una curiosa e rara scultura di Cagli, Capo tribù, e un quadro di Nanni Balestrini che ci porta nelle lotte degli anni Sesssanta.

Frittelli
Frittelli

5. Bottegantica

Bottegantica, galleria milanese specializzata in arte dell’Ottocento e del Novecento, è presente a miart con una suggestiva selezione di opere del primo Novecento. Risalta la Sera romagnola di Ubaldo Oppi, un potente nudo femminile ispirato alle fotografie di nudo dell’epoca (tanto da costare uno scandalo al pittore, che fu accusato di plagio), una veduta di Gerardo Dottori (Aerei - Laghi), alcuni deliziosi disegni e piccoli dipinti di Umberto Boccioni, tra cui alcune cartoline dipinte per una mostra tenutasi nel 1909 a Brunate, una tempera di Mario Sironi e un olio su tela di Massimo Campigli, Il gioco delle palle. Allestimento minimale e molto curato, uno degli stand più piacevoli di tutta l’esposizione.

Bottegantica
Bottegantica

6. Matteo Lampertico

Una visita accurata allo stand di Matteo Lampertico vale la pena per almeno due buoni motivi: il primo è un raro nudo femminile di Egon Schiele (e vedere opere simili in una fiera italiana è occasione più unica che rara), il secondo è un dipinto di Oleksandr Archypenko che ci ricorda che presso la sede milanese della galleria è in corso una interessante mostra-focus sull’avanguardista ucraino.

Matteo Lampertico
Matteo Lampertico

7. Bianconi

La Galleria Bianconi di Milano presenta uno dei progetti più interessanti di miart: in collaborazione con l’Archivio Fausta Squatriti, e col supporto di un’ampia documentazione originale d’epoca, dedica infatti tutto lo stand a Fausta Squatriti, ricostruendo una storica mostra personale, Sculptures et collages, tenutasi nel 1982 alla Galerie Denise René di Parigi. Non solo uno stand dunque, ma una vera mostra, a cura di Renata Bianconi, e corredata da un catalogo che analizza la produzione anni Settanta e Ottanta di Fausta Squatriti legata alle Sculture Nere e ai lavori geometrici.

Bianconi. Foto M. Costantini
Bianconi. Foto M. Costantini

8. Building

La galleria Building di Milano esordisce a miart, nella sezione Established Contemporary, con un progetto di Remo Salvadori concepito appositamente: si tratta di Il silenzio delle radici, installazione che nello stand dialoga con alcuni frammenti tessili del XV e XVI secolo in arrivo dalla collezione della Galleria Moshe Tabibnia di Milano e provenienti da diversi luoghi: Persia, Anatolia, Spagna, Cina. Un progetto che intende svelare rimandi tra le trame simboliche e formali delle opere di Salvadori e i motivi ancestrali dei frammenti tessili, così da creare una fusione fra arte contemporanea e arte tessile antica. Il progetto continua inoltre in una mostra alla Galleria Moshe Tabibnia, in via Brera 3, dove un’opera di Remo Salvadori è esposta a fianco di un’ulteriore selezione di tessili antichi fino al 23 dicembre 2021.

Building
Building

9. Edouard Simoens

Tra le partecipazioni delle gallerie internazionali, una che si fa di certo notare è quella del fiammingo Edouard Simoens, specializzato in arte post-war, che si presenta a miart con una selezione di artisti storicizzati: Carla Accardi, Alighiero Boetti, Enrico Castellani, Christo e Jeanne-Claude, Piero D’Orazio, Turi Simeti e soprattutto una grande tela imbrattata di sangue di Hermann Nitsch (Schuttbild Malaktion, 1986), sistemata sulla parete che dà sul corridoio in modo che sia... impossibile non vederla.

Edouard Simoens
Edouard Simoens

10. Giovanni Bonelli

Un dialogo a due voci, quelle di Luigi Ontani e di Gonçalo Mabunda, tutto incentrato sul tema della maschera quello della galleria con sede a Milano e Pietrasanta: un accostamento riuscito, quello tra l’eclettico artista emiliano (lo stand dà modo di vedere alcuni ottimi esempi di una parte significativa della sua produzione) e tra lo scultore africano (che Giovanni Bonelli ha ben saputo valorizzare negli ultimi anni) che crea opere d’arte con residuati bellici.

Giovanni Bonelli
Giovanni Bonelli

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