È inevitabile: pensare a quante persone assaltano gli Uffizi durante le ore del giorno può inibire la voglia di visitare uno dei musei più belli e più importanti che abbiamo in Italia. Tanti possono provare sconforto e persino un certo nervosismo all’idea di quella calca che si crea in particolare nelle sale che custodiscono i capolavori più noti del museo fiorentino, come quella di Botticelli, dove sono esposte la Nascita di Venere e la Primavera, o quella del Tondo Doni di Michelangelo, o ancora la sala con le opere di Leonardo da Vinci, o la fila di persone che aspetta il proprio turno per fotografare una alla volta la sala ottagonale della Tribuna. E allora la soluzione potrebbe essere quella di andare agli Uffizi tra il tardo pomeriggio e la sera, perché in questa fascia oraria la situazione è nettamente differente. Senza contare che così si ha anche la possibilità di ammirare le opere d’arte e di percorrere i corridoi del museo con una luce che si fa via via più suggestiva, dal tramonto fino al crepuscolo.
Da alcune settimane, il museo fiorentino, tutti i martedì, e solo di martedì, fino al prossimo 17 dicembre, ha deciso d’offrire quest’opportunità a chiunque voglia visitare gli Uffizi straordinariamente in orario serale, quindi diversamente da tutti gli altri giorni l’orario di chiusura si sposta dalle 18:30 alle 22, anche se gli avvisi e le operazioni di chiusura iniziano alle 21:30, con ultimo ingresso consentito alle 20:30. “Questi martedì serali continuativi”, ci ha detto il direttore del museo, Simone Verde, “sono stati ideati per agevolare e incentivare in particolar modo i cittadini di Firenze a ‘riappropriarsi’ e riscoprire il loro principale e più identitario museo, la Galleria degli Uffizi, mettendo a disposizione un orario più compatibile con le dinamiche e le esigenze di chi vive e lavora in città”. Quali sono allora le sensazioni del pubblico? Quali le aspettative? Le visite agli Uffizi di sera vengono apprezzate? Sono vivibili? Ci sono degli aspetti da migliorare? Abbiamo cercato di capirlo direttamente sul posto, in un martedì di meta maggio.
Entrate verso le 19, il confronto con gli orari più consueti si rende subito palese non appena saliamo al secondo piano, da dove inizia il percorso di visita del museo: “Poca gente, più tranquillità”, ci siamo subito dette. Le sale di Giotto e di Gentile da Fabriano sono quasi vuote, la sala di Botticelli è vivibile, un gruppetto di persone sta ammirando da vicino la Nascita di Venere, c’è chi si sofferma sui dettagli, chi si fa un selfie con l’opera per portarsi a casa un ricordo di quella serata alternativa trascorsa in un museo, chi commenta la bellezza di quel capolavoro della storia dell’arte con la persona che l’accompagna in questa esperienza, ma il tutto in una situazione di grande calma, senza la sala gremita come è invece di solito in questo periodo, in primavera, il pomeriggio o la mattina. Riusciamo a rimanere qualche minuto a osservare la Tribuna e a scattare anche qualche foto. Anche le sale di Leonardo da Vinci e di Michelangelo non sono prese d’assalto. Piccoli gruppi di turisti, per la maggior parte stranieri, seguono la loro visita guidata, ma con molto rispetto verso gli altri visitatori; coppie di giovani e di mezza età e compagnie di amici percorrono le sale del museo, leggendo le didascalie e prendendosi il tempo necessario per contemplare i dipinti. Insomma, una situazione piacevole e confortevole, diremmo, tale da consentire a tutti la visione delle opere.
È curioso notare come, in queste due ore nelle quali giriamo tra le sale del museo, la lingua più parlata agli Uffizi sia probabilmente l’inglese, ad eccezione di qualcuno che parla il francese, e come la presenza dei fiorentini o comunque dei toscani sia piuttosto debole. Eppure proprio per i cittadini questa dovrebbe essere un’opportunità, per vedere le collezioni del museo più grande della Toscana con la luce della sera e con una maggiore quiete. I visitatori continuano comunque a entrare fino a poco prima dell’orario consentito, a ritmo dilatato. Cosa avrà spinto queste persone a venire a visitare gli Uffizi di sera, considerando poi che gli ultimi che sono entrati potranno restare solo un’ora? Lo domandiamo ad alcuni visitatori, e sostanzialmente ci rispondono quasi tutti la stessa cosa, ovvero perché c’è più tranquillità, perché di giorno sono impegnati, e per provare un’esperienza diversa.
“Noi siamo turisti, veniamo da Bari, quindi non ci capita spesso di venire a Firenze; siamo qui soltanto tre giorni”, ci dice una giovane coppia di studenti. “Visitare gli Uffizi a quest’ora ci garantisce il tempo di guardare anche altre cose, visto che i musei a Firenze chiudono presto”. E poi, commentano entusiasti, “è una bella iniziativa, molto suggestiva e anche molto comoda”.
“Abbiamo scelto di venire di sera per avere la possibilità di vedere meglio le opere, con più tranquillità, con meno gente”, ci raccontano due coinquilini, una studentessa di ventuno e un professore di trentasette anni che abitano a Firenze, ma che sono originari lei delle Marche e lui della Sicilia. “È un’opportunità anche per i cittadini stessi”, ci dice lui, “dato che durante il giorno, appena si entra, ci si accorge dell’impossibilità di fare anche soltanto dieci metri in tranquillità”, lamentando anche il fatto che “il personale della galleria si preoccupa molto dell’ordine, ma non si occupa molto degli schiamazzi”. “Ci vorrebbe”, conclude, “un po’ più di silenzio, secondo me, quando si guardano le opere!”.
Due signore sulla cinquantina ci dicono di essere venute da Cortina d’Ampezzo e di essere arrivate proprio oggi a Firenze. Ci raccontano che era stata consigliata loro quest’esperienza serale: “Ci hanno detto che è bello, che c’è una bella luce, che è più affascinante e quindi abbiamo accettato il consiglio. Eravamo curiose”. Incontriamo poi Anna, una fiorentina doc, che ha sottoscritto l’abbonamento agli Uffizi: ci confessa che lei viene sempre la sera per un motivo molto semplice, e ce lo dice con una punta di lamentela, ma anche un po’ di rassegnazione: “la mattina è infrequentabile, c’è troppa gente. Come in quasi tutti i musei di Firenze, c’è troppa gente e i fiorentini ne risultano penalizzati”.
“Sono curiosa di vedere come cambia la percezione delle opere man mano che si fa buio”, ci spiega invece Avery, studentessa di ventun anni che viene dalla Florida. “Ero già stata agli Uffizi una volta, di giorno, e mi era piaciuto veramente molto. Una mia amica ha provato la visita serale e me l’ha consigliata. Non vedo l’ora di vedere come saranno le opere con una luce diversa”. Anche una manager e un responsabile amministrativo di mezza età arrivati dalla Francia sono alla ricerca di una luce speciale, di un tramonto: per questo motivo hanno prenotato una visita serale al museo. “Poter vedere il museo nelle ore del tramonto è davvero una bella iniziativa, oltre che suggestiva”, commentano.
Tutti, ad ogni modo, l’hanno definita una bella iniziativa. Promossa a pieni voti dagli stranieri, venuti anche da molto lontano, come Estefania, un medico che è arrivata addirittura dall’Ecuador per visitare uno dei musei che più desiderava vedere in Italia e che della visita è rimasta contenta perché, ci dice, “è un museo che offre un’esperienza davvero completa” e perché si è sentita proprio a suo agio mentre percorreva le sale e si soffermava su ogni opera, che ha trovato ben dettagliata, anche grazie all’aiuto dell’audioguida. O come Angelo, un italoamericano arrivato dal New Jersey con la famiglia: “Un’opportunità che abbiamo colto al volo! Il museo è davvero bellissimo, uno dei più belli che abbia mai visitato”. E poi c’è Amy, venuta dall’Irlanda, che pensa sia un’iniziativa davvero speciale, “un’esperienza fantastica e un’opportunità unica per ammirare le opere del museo di sera, con la possibilità, da non sottovalutare, di poter organizzare meglio altre visite durante la giornata”.
Anche i turisti italiani apprezzano l’iniziativa. Gaia, milanese, studentessa all’Accademia di Belle Arti di Venezia, è contenta di poter fare questa esperienza: “Penso sia un’idea meravigliosa e sarebbe bello se fosse proposta anche più volte a settimana. Considerando le dimensioni del museo, sarebbe bello permettere alle persone di entrare nel pomeriggio e poi godersi una visita più prolungata la sera. Non limitarsi solo alle ore giornaliere, ma offrire anche questa opportunità la sera è sicuramente un vantaggio positivo”. “Nel mio caso”, ci spiega, “è stata un’opportunità che si è rivelata molto utile, perché sono arrivata ieri e domani devo ripartire. Non avrei avuto altro tempo disponibile, questo orario si è incastrato perfettamente nei miei piani”. “La ritengo una cosa estremamente positiva, adeguata e utile per quella fascia di utenti che non può venire durante il giorno”, ci dice anche Giovanni, un pensionato sulla settantina, siciliano, ma che abita in Calabria. Lo fermiamo che ha appena finito di telefonare. Stava raccontando alla sua interlocutrice di quanto siano belli gli Uffizi di sera. Cogliamo l’occasione per scambiare due chiacchiere, e ci confessa che per lui venire a Firenze è sempre un’esperienza incantevole. “Ho visitato gli Uffizi diverse volte, l’ultima cinque o sei anni fa, ma mai di sera. Volevo fare questa esperienza, e rivedere le opere di Botticelli e di Michelangelo con una luce diversa. Solo che la bellezza di tutto quello che si trova qui dentro mi coinvolge e quindi necessariamente ci impiego il mio tempo. Cerchiamo di andare avanti”. Ha utilizzato infine un paragone molto particolare Fred, un ragazzo di Londra di diciotto anni in visita agli Uffizi insieme ad altre due ragazze poco più che ventenni, studentesse come lui: “Questo è il mio aperitivo”, ha affermato. “Amo andare nei musei e questa è un’opportunità molto bella perché si può fare la sera. Come se fosse un aperitivo”, ci dice sorridendo.
Nonostante l’iniziativa sia stata pienamente promossa da tutti gli intervistati, qualcuno ha tuttavia mosso qualche critica al prezzo del biglietto, che prevede, anche per la sera, l’ingresso al costo intero di 25 euro anche se si entra al museo alle otto di sera per rimanere in fin dei conti un’ora e mezza, come chi vi entra ad esempio alle tre del pomeriggio, avendo quindi più tempo per vedere con calma le collezioni. Le riduzioni e le gratuità rimangono anche quelle invariate durante le visite serali. “Troviamo che questa delle visite serali sia una bellissima iniziativa, super approvata, ma il biglietto ci sembra eccessivo”, lamentano due ragazze di ventotto anni di Sesto Fiorentino. “Ci vorrebbe un prezzo più agevolato almeno per chi è residente in zona, per chi abita nelle zone limitrofe... magari uno sconto, ecco”.
Fa un altro tipo di riflessione invece Gaia, la ragazza milanese che studia a Venezia. “Ho la fortuna di entrare gratuitamente, il che è ottimo, ma sono un po’ critica riguardo al prezzo del biglietto medio. Personalmente, vorrei vedere l’accesso gratuito più esteso, per qualsiasi visita artistica e spazio culturale. Capisco che il costo del biglietto possa contribuire al mantenimento di un luogo così prezioso, ma sarei felice se le categorie di accesso gratuito fossero estese a più persone, come gli studenti di ogni tipo di corso e giovani fino ai 26 anni. Sarebbe un modo per rendere l’arte e la cultura più accessibili a tutti”. “Alla fine del giro potremmo dire se ne è valsa la pena o no”, hanno commentato invece più frettolosamente le due signore sulla cinquantina di Cortina d’Ampezzo. Di parere differente sono tuttavia i due francesi di mezza età, che hanno sottolineato come entrare agli Uffizi non sia più caro che altrove e che inoltre “ci sono anche molte più risorse e opere rispetto ad altri luoghi”.
“Credo che sia un’utopia mettere gratuiti i musei, perché comunque vanno mantenuti. Bisogna essere anche realisti”, ci risponde convinta la studentessa da Bari, che è entrata con il biglietto ridotto da 2 euro, riservato ai cittadini dell’Unione Europa appartenenti alla fascia d’età dai 18 ai 25 anni. “Almeno ci sono i biglietti ridotti per chi studia, per chi queste cose non le vuole vedere solo sui libri”. E un’altra riflessione ancora avanza Emanuela, accompagnatrice turistica cinquantenne che vive a Londra, ma che si trova a Firenze per lavoro. “Il biglietto è un po’ caro, un visitatore deve essere molto motivato, però devo dire che se si trova il museo così vuoto, forse ne vale la pena”. E poi aggiunge: “Sono dell’idea che il turismo sia un’ottima cosa, ma mi rendo conto che c’è overtourism ovunque... C’è un sacco di gente, non agli Uffizi nello specifico, ma in tutta Europa, che va in giro perché viene trascinata. Forse sarebbe meglio allora puntare a pagare un pochino di più per avere un turismo più consapevole. Questo è un museo che comunque già seleziona; io sono per un minimo di più selezione”.
Intanto anche noi continuiamo la nostra visita. Ci affacciamo alle vetrate per ammirare la vista su Ponte Vecchio. La sera sta già calando; i corridoi del museo si fanno sempre più suggestivi, le sculture illuminate dai faretti spiccano nel contrasto con il semibuio del crepuscolo. In effetti ne è proprio valsa la pena, pensiamo. L’altoparlante annuncia che il museo comincia le operazioni di chiusura: sono le nove e trenta. Le sale che percorriamo sono sempre più vuote: c’è ancora qualcuno che si sofferma sui capolavori preferiti, sulla Medusa di Caravaggio, che sempre affascina ogni volta che si ha occasione di vederla. Anche noi subiamo il suo fascino. Poi, come gli ultimi visitatori rimasti, ci avviamo verso l’uscita, per lasciare il museo con quella suggestione serale ancora negli occhi. E quell’ineguagliabile tranquillità che rende quest’esperienza davvero unica.
L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta
Giornalista, è co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. È nata a Carrara nel 1987 e si è laureata a Pisa. È responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.