Piero della Francesca riletta da Adolfo Venturi: ripubblicato il classico della critica


Succedeoggi Libri ripubblica il saggio del 1922 di Adolfo Venturi dedicato a Piero della Francesca, offrendo una lettura integrale che testimonia la nascita della moderna storiografia artistica italiana e la centralità dell’artista di Sansepolcro.

Succedeoggi Libri ha riproposto integralmente il saggio che Adolfo Venturi (1856–1941) dedicò nel 1922 a Piero della Francesca, offrendo ai lettori contemporanei un’occasione rara di confronto diretto con uno dei testi fondamentali della critica italiana. La nuova edizione, curata da Enrica Fabbri, restituisce l’intera forza interpretativa di uno storico dell’arte che contribuì a definire la disciplina come autonoma, basata su metodo, osservazione diretta e rigore documentario. Il volume rappresenta una chiave per comprendere la grandezza dell’artista di Sansepolcro, ma anche un punto di riferimento per chi intende seguire le radici della storiografia moderna. Adolfo Venturi fu tra i primi a concepire la storia dell’arte come scienza storica autonoma, opponendosi a un approccio fondato su riproduzioni o astrazioni e sottolineando l’importanza del contatto visivo con l’originale. La sua metodologia prevedeva di osservare e ri-osservare le opere per coglierne stile, struttura e contesto, promuovendo un approccio rigoroso e consapevole alla conoscenza artistica. In questo quadro, il saggio dedicato a Piero della Francesca assume un valore paradigmatico: la pittura del maestro di Sansepolcro vi viene letta come costruzione razionale e visionaria insieme, fondata su luce, spazio, misura e invenzione, in cui le figure appaiono sospese in una quiete che parla al presente.

Venturi ricostruisce la pittura di Piero come una sintesi tra ordine geometrico e intensità visiva, offrendo una lettura capace di collocare definitivamente l’artista tra i protagonisti del Rinascimento accanto a Paolo Uccello e agli altri maestri dell’armonia visiva. La critica di Venturi contribuisce a consolidare un’immagine moderna di Piero, evidenziandone il rigore prospettico, la luminosità pittorica e l’equilibrio formale, caratteristiche che ne giustificano il ruolo centrale nella storia dell’arte italiana. Il valore del volume non si esaurisce nell’analisi di un singolo artista. Il saggio è anche un esempio di scrittura critica che trasmette la funzione culturale e educativa della conoscenza artistica. Venturi fu infatti promotore dell’introduzione della Storia dell’Arte nei licei italiani, convinto che educare lo sguardo fosse parte essenziale del percorso formativo dei giovani. Il testo, quindi, consente di comprendere le opere di Piero della Francesca e la visione di Venturi sul ruolo pubblico e civico dell’arte, rivelando come la cultura visiva potesse contribuire alla formazione di cittadini consapevoli. La ripubblicazione del saggio permette oggi di riscoprire le radici del pensiero critico italiano, interrogando i lettori su come osservano e interpretano il patrimonio artistico.

La copertina di Piero della Francesca di Adolfo Venturi, a cura di Enrica Fabbri e riproposto da Succedeoggi Libri
La copertina di Piero della Francesca di Adolfo Venturi, a cura di Enrica Fabbri e riproposto da Succedeoggi Libri

Note sullo scrittore

La carriera di Venturi si colloca in momenti cruciali per l’istituzionalizzazione degli studi storico-artistici in Italia. Dopo essere stato vicedirettore dei Musei del Regno tra il 1891 e il 1898, assunse la direzione della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma. Nel 1901 lasciò ogni incarico pubblico per assumere la prima cattedra universitaria di Storia dell’Arte presso l’Università La Sapienza, istituita appositamente per lui. La sua influenza si estese su generazioni di studiosi, tra cui Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan, Carlo Ludovico Ragghianti e il figlio Lionello, consolidando la scuola italiana di critica d’arte. Autore della monumentale Storia dell’Arte Italiana, pubblicata tra il 1901 e il 1940, Venturi si dedicò anche a saggi su grandi artisti del Rinascimento, spesso rivalutandone la centralità in un’epoca segnata da mode critiche che tendevano a trascurarli. La figura di Piero della Francesca occupa in questo contesto una posizione di rilievo: Venturi ne evidenziò la costruzione rigorosa, la gestione della luce, il senso dello spazio e l’armonia formale, elementi che ne definiscono ancora oggi il profilo artistico. Parallelamente alla sua attività accademica, Venturi promosse la diffusione della cultura visiva nelle scuole, sottolineando come l’educazione al bello costituisca un fattore di crescita civile.


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