Arte liberata: a Milano in mostra 69 importanti opere sottratte alla criminalità organizzata


A Milano, a Palazzo Litta, è in programma la mostra ’Arte liberata, dal sequestro al museo: storia di una collezione confiscata in Lombardia’.

È in programma dal 27 settembre al 18 novembre 2018, presso Palazzo Litta a Milano, la mostra Arte liberata, dal sequestro al museo: storia di una collezione confiscata in Lombardia, una collezione d’arte contemporanea composta da sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo confiscate alla criminalità organizzata in Lombardia e assegnate al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La mostra, curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, consente di seguire per tappe la storia dell’arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni Sessanta: troveremo, infatti, una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un’importante grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali rappresentanti dell’Arte Povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari. Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto di protesta.

L’esposizione è organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la Lombardia in accordo con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l’esposizione comunica gli esiti dell’attività svolta dall’ufficio a supporto dell’Agenzia Nazionale negli anni 2014-2016, allorché due confische di opere d’arte effettuate in regione l’hanno visto coinvolto nella duplice veste di consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell’azione di restituzione.

Il lavoro, svolto in partenariato con il prof. Paolo Campiglio dell’Università degli Studi di Pavia, ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di documentazione d’acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell’autore, raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto con acquisizioni mirate effettuate fra la fine degli anni Ottanta e primi anni Duemila, assemblate con una prospettiva non localistica o provinciale, ma di respiro internazionale, che le rende a tutti gli effetti una collezione molto omogenea e ben connotata.
La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una valenza che va di gran lunga oltre l’esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo Litta.
La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all’Agenzia nazionale è quella museale, con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e soprattutto, per il valore simbolico che un’assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati.

L’obiettivo primario è quello dell’allestimento in un Polo o Padiglione dell’Arte Liberata, una sorta di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che si vorrebbe realizzare a Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell’Agenzia Nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i proventi di attività illecite.

Nelle more della creazione del Polo dell’Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la Gamec - Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio percorso museale. La risposta, positiva, dell’Agenzia Nazionale è giunta proprio in questi giorni: le 69 opere che costituiscono la collezione Arte Liberata sono stata assegnate al Segretariato regionale con decreto del Direttore dell’Agenzia del 20 settembre 2018.

Un segno, non soltanto di civiltà, ma anche di evidenza e di rafforzamento dell’azione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine attraverso una ricostruzione delle relazioni comunitarie che educhi alla legalità dei comportamenti, realizzi ulteriore giustizia, origini sempre maggiore libertà, diffonda umanità e stimoli la compartecipazione.

La mostra è visitabile a ingresso gratuito nei seguenti orari: il giovedì dalle 12.00 alle 22.00; dal venerdì alla domenica dalle 12.00 alle 19.00 (ultimo ingresso sempre 30 minuti prima della chiusura); aperture straordinarie per gruppi e scuole sono previste la mattina dal lunedì al venerdì, con prenotazione obbligatoria (per info 02 80291217).

Nell’immagine: Emilio Vedova, Venezia, 1919 – Venezia, 2006, dal ciclo N.4 ’61/’62 (1961-1962; olio e carta su tela, 146,5 x 200 cm)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraArte liberata, dal sequestro al museo: storia di una collezione confiscata in Lombardia
CittàMilano
SedePalazzo Litta
DateDal 27/09/2018 al 18/11/2018
ArtistiAndy Warhol, Victor Vasarely, Arnaldo Pomodoro, Albert Christoph Dies, Jean Arp
CuratoriBeatrice Bentivoglio-Ravasio
TemiAndy Warhol, Arnaldo Pomodoro, Christo, Jean Arp

Arte liberata: a Milano in mostra 69 importanti opere sottratte alla criminalità organizzata
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