Un secolo e mezzo di viaggi, trasformazioni e identità collettiva scorre lungo i binari della mostra Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro, allestita nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia a Roma. Promossa e organizzata dal VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, l’esposizione sarà aperta al pubblico dal 7 novembre 2025 all’11 gennaio 2026. Presentata dalla Direttrice generale del VIVE e curatrice Edith Gabrielli, insieme al Presidente del Gruppo FS Tommaso Tanzilli e all’Amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma, la mostra ripercorre il legame profondo tra la nascita dell’Italia unita e la costruzione della sua rete ferroviaria. Già negli anni Quaranta dell’Ottocento, Camillo Benso di Cavour aveva colto il valore politico e simbolico delle ferrovie, individuandole come strumento decisivo per consolidare l’indipendenza nazionale.
“Ma più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell’indipendenza nazionale”, sosteneva.
La storia dell’Unità d’Italia e quella delle ferrovie corrono dunque sullo stesso tracciato. I binari hanno reso concreta la geografia politica del Paese, unendo territori separati per secoli, favorendo scambi economici e culturali, creando lavoro e mobilità sociale. I treni e le stazioni sono diventati scenari quotidiani e simboli della modernità, ma anche metafore letterarie e artistiche, capaci di esprimere la duplice natura del progresso: motore di sviluppo e, insieme, fonte di contraddizioni.
Non è casuale la scelta del Vittoriano come sede espositiva. Nato nel 1878, all’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, il monumento rappresenta il cuore simbolico della Nazione e oggi, sotto la gestione del VIVE, è spazio vivo di riflessione sui valori fondativi dell’Italia unita. L’iniziativa si inserisce nel calendario delle celebrazioni per i 120 anni della fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905, un anniversario che consente di guardare alla lunga parabola di un’impresa che ha accompagnato ogni fase della storia del Paese, dalla ricostruzione postbellica al boom economico, fino all’Alta Velocità e alla transizione digitale. Oggi il Gruppo FS è una realtà industriale con oltre 96.000 dipendenti, attiva nel trasporto ferroviario e stradale, nella logistica, nelle infrastrutture, nella rigenerazione urbana e nei servizi tecnologici. Sta attraversando una profonda trasformazione, sostenuta da un piano d’investimenti superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, volto a rafforzare la resilienza delle infrastrutture, migliorare la qualità del servizio e favorire una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.
L’esposizione si sviluppa in quattro sezioni cronologiche, una sezione coinvolgente e una didattico-dimostrativa. La prima, dedicata al periodo 1861-1904, illustra la difficile unificazione delle reti regionali in un sistema nazionale. La seconda, dal 1905 al 1944, affronta l’età della gestione statale, segnata dalla nascita di FS, dall’uso politico e militare della ferrovia e dal ruolo che essa ebbe durante il regime fascista e la Seconda guerra mondiale. La terza sezione, dal 1945 al 1984, documenta la ricostruzione, il boom economico e le migrazioni interne, mentre la quarta, dal 1985 a oggi, si concentra sull’Alta Velocità, la digitalizzazione e le sfide della sostenibilità. La sezione ospitata nella Sala Zanardelli, consente un’esperienza multisensoriale attraverso tecnologie digitali di ultima generazione. Nel Giardino grande di Palazzo Venezia trova invece spazio la sezione didattico-dimostrativa, con due monumentali riproduzioni in scala dei celebri convogli Settebello e Arlecchino, icone del design ferroviario del dopoguerra.
Il percorso, costruito su solide basi storiche e scientifiche, adotta un approccio interdisciplinare articolato su quattro assi di lettura. Il primo ricostruisce l’evoluzione tecnica e ingegneristica delle ferrovie, dall’unificazione delle reti all’Alta Velocità e ai progetti finanziati con il PNRR. Il secondo analizza le implicazioni politiche, economiche e istituzionali, mostrando la ferrovia come strumento di modernizzazione e governo del territorio, ma anche come misura delle disuguaglianze tra Nord e Sud, città e campagna. Il terzo asse affronta le trasformazioni sociali e antropologiche generate dal treno: la nascita di nuove professioni, i cambiamenti nei ritmi quotidiani e l’affermarsi del pendolarismo di lungo raggio. Il quarto, infine, esplora la rappresentazione delle ferrovie nelle arti visive e nella letteratura, dal realismo ottocentesco al cinema contemporaneo, dove il treno è simbolo della modernità, ma anche della distanza e dell’alienazione.
L’esposizione si avvale del contributo di un comitato scientifico composto da Francesco Benigno (Scuola Normale Superiore di Pisa), Lorenzo Canova (Università del Molise), Andrea Giuntini (già Università di Modena e Reggio Emilia) e Stefano Maggi (Università di Siena). Il catalogo è pubblicato da Silvana Editoriale. Durante il periodo di apertura, il team didattico del VIVE propone un ampio programma di attività rivolto a scuole, famiglie e visitatori con esigenze specifiche, confermando la vocazione del complesso del Vittoriano e di Palazzo Venezia come luoghi di cultura accessibile e partecipata, dove la storia delle ferrovie diventa anche occasione per riflettere sull’Italia che siamo e su quella che vogliamo costruire.
| Titolo mostra | Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro | Città | Roma | Sede | sedi varie | Date | Dal 07/11/2025 al 11/01/2026 | Artisti | Artisti vari | Curatori | Edith Gabrielli | Temi | Arte contemporanea, Ottocento e Novecento |
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